BRINDISI, presentazione del libro di Francesco Caringella “Non sono un assassino”

Contrastare forme di comportamento sleali è un atto dovuto in quanto la concorrenza è bene pubblico che interessa anche i consumatori.Adesso siamo contenti che finalmente un Ministro l’ abbia recepito perché tutte le stalle soffrono dello stesso male. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di coniglio, che ha aggiunto: “il mercato interno ai sensi dell’ articolo 3 del Trattato sull’ Unione europea comprende un sistema che deve assicurare che la concorrenza non sia falsata”.

E’ un messaggio chiaro che gli allevatori italiani avevano già lanciato la settimana scorsa a Bruxelles durante il meeting “Carne cunicola: prospettive e problematiche”.

Questo capitalismo selvaggio – prosegue -non è sostenibile perché uccide il mercato,non rispetta le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda le tradizioni culturali e il patrimonio zootecnico regionale, e altera la concorrenzaa danno dei consumatori senza accrescere la ricchezza complessiva dei comparti.

Il mercato italiano delle carni cunicole, infatti, prima della crisi del 2007 era autosufficiente, ma il nostro grado di autoapprovvigionamento in sette anni, grazie a ripetuti comportamenti sleali, è passato dal 100% (nel 2007), all’ 82% (nel 2011),al 60% (nel 2015).

Del resto, è noto cheproprio durante i periodi di crisiil liberismo selvaggio aumenti e i monopolisti ne approfittino.Quando alcuni gruppi agroindustriali – fa notare l’ anlac – prendono il sopravvento bloccando riforme e piani di settore, quando i patti sottoscrittivengono calpestati,quando la restrizione della concorrenza raggiunge livelli inauditi proprio nei luoghi dove per antica tradizioneculturale sono maggiormente concentrati i consumi,quando non si adottano i provvedimenti necessari a eliminare gli ostacoli alla libera concorrenza, quandosi legittimano contratti leganti (acquisto mangime-ritiro carne) vietati dal diritto Ue e dall’ art 62,quando si chiude una borsa merci locale e se ne apre un’ altra a poca distanza per turbareil mercato nazionale,quando si abbassano i prezzi all’ originesottocosto e si condizionail laboratorio Cun,quando si boicottano le vendite per ritorsione in precise aree geografiche, quando proprio i commissari Cun spacciano i conigli stranieri per italiani, allora siamo di fronte ad una giungla di selvaggi e di banditi.

Questi – evidenzia l’ anlac – sono chiari sintomi di una grave patologia del mercato,di una violazione ripetuta nel tempo dei Trattati comunitari, della Costituzione, delle leggi e dei regolamentiche vanno risolti senza ulteriori indugi.

Noi- conclude – non possiamo che salutare con favore le dichiarazioni del Ministro Martina che sinora è stato l’ unico Ministro ad invocarel’ intervento dell’ antitrust.

 


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