Nota di Daniela Fumarola – Segretario Generale CISL Taranto Brindisi

Il recupero delle condizioni necessarie a far competere l’Italia, il nostro Mezzogiorno e Taranto con i restanti Paesi europei, del Nord Africa e con i mercati mondiali, non può che passare dall’industria del mare e dal rilancio del Sistema Difesa che tipizzano storicamente l’economia ionica e ne connotano le fortissime potenzialità industriali e produttive.


Il vero discrimine tra processi che si enunciano soltanto e quelli che sono resi concreti ed esigibili, come sta per accadere per esempio a La Spezia oppure a Castellammare di Stabia, è che altrove i soggetti in campo, dalla Marina Militare alle aziende di Stato Fincantieri e Finmeccanica, dagli Enti Locali alla Regione fino al Governo, promuovono una governance specifica per la creazione di un polo industriale della Difesa o finalizzata al rilancio infrastrutturale per nuove missioni produttive.
A Taranto, anziché fare sistema tra Istituzioni, parti sociali e associazioni di categoria, al fine di individuare percorsi virtuosi che portino fuori dalle attuali secche il nostro Arsenale MM e l’intero Sistema Difesa, sia la politica che le Amministrazioni pubbliche territoriali e locali si attardano in analisi improbabili.
Il recupero della concertazione sociale che porti a condividere le proposte di sviluppo può, invece, consentire alla nostra comunità di interloquire in maniera produttiva con il Governo, a quel Tavolo Interistituzionale confermato anche dall’Esecutivo in carica.
Nelle ultime settimane come sindacati confederali ionici abbiamo rilanciato le nostre analisi, mai confutate da alcuno, mentre appena nei giorni scorsi abbiamo sollecitato la nuova compagine Amministrativa eletta al governo della Provincia a convocarci, per un confronto di merito su schede elaborate unitariamente.
La Cisl è convinta che Taranto possa decisamente candidarsi a divenire baricentro di un progetto di Polo Marittimo del Sud, valorizzando la grande rete di competenze militari e civili qui esistenti, la presenza storica della Marina Militare, puntando alla creazione di un Distretto delle tecnologie marine, alla strutturazione di Consorzi stabili di Imprese, ad un sistema formativo, universitario e di alta formazione.
Il Defence Refitting, ovvero le attività di restauro nell’ambito della Difesa, con riferimento ai sistemi innovativi delle unità chiamate a sostituire in parte e gradualmente il naviglio obsoleto, possono costituire occasione nuova di processi produttivi da allocare anche Taranto, in partnership con la Marina Militare italiana e con quelle di altri Paesi, attivando processi di riqualificazione o di attrazione di nuove Pmi sul territorio.
Inoltre, le risorse già stanziate per l’industria navalmeccanica, per la costruzione cioè di nuove navi militari, costituiscono ulteriore opportunità da sfruttare per il nostro Arsenale MM attivando sinergie con Fincantieri e Finmeccanica, senza dimenticare lo smaltimento del naviglio già deciso dai vertici militari che a Taranto sarebbe possibile dismettere in collaborazione con l’Ilva.
Rilanciamo, dunque, la nostra richiesta di confronto su questi temi, anche portandoli al Tavolo Interistituzionale, per il rilancio del Sistema Difesa ionico e la conseguente nascita a Taranto di un vero e proprio Polo produttivo industriale del mare.


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