L’On. Matarrelli sulla vicenda del bambino disabile privato dell’integrazione scolastica

La vicenda, emersa sulla stampa locale e rilanciata sulle agenzie nazionali, di un bambino mesagnese affetto da disabilità ma privo di insegnante di sostegno durante i primi mesi del suo corso di studi mi ha spinto ad interessarmi della questione, più generale, dell’assistenza e dunque dell’integrazione scolastica.

Ho così preparato una interrogazione rivolta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per esporre il grave problema occorso al giovanissimo studente ed avanzare una serie di istanze utili a porre le premesse perché episodi così inqualificabili non si consumino più.
Il tema è quello della necessità di garantire il diritto allo studio nelle forme più agevoli e serene ai ragazzi, a maggior ragione nel caso di alunni afflitti da patologie invalidanti: spetta all’esercizio della potestà dello Stato intervenire per sollevare da ulteriori problemi e sofferenze quelle famiglie che già patiscono per ragioni purtroppo ineludibili.
Se da un lato lo stesso Ministero, l’Ufficio Scolastico Regionale all’Ambito Territoriale, la preside della Scuola in questione, il direttore generale ASL di Brindisi ed il responsabile Ufficio Politiche e Solidarietà Sociali del Comune di Mesagne hanno il dovere di intervenire prontamente per risolvere il problema in modo da garantire il diritto allo studio ed all’assistenza in ogni giorno scolastico al giovanissimo alunno, dall’altro appare necessario ed urgente provvedere per via normativa affinché non si verifichino più le condizioni ostative fin qui incontrate. Ad esempio imponendo l’applicazione ed il rispetto rigorosi della legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate che affida molteplici competenze ai Comuni. Oppure lavorando sulla creazione di un accordo di programma tra gli enti locali, gli organi scolastici e le aziende sanitarie locali ai fini dell’integrazione scolastica della persona affetta da disabilità. Tale esigenza di coordinamento è stata conclamata da una nota ministeriale secondo cui gli accordi di programma costituiscono lo strumento più efficace per “un’attività coordinata e finalizzata a garantire la realizzazione di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione”. In particolare, la suddetta nota distingue l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione in due segmenti: il primo, riferito all’assistenza di base, è di competenza degli istituti scolastici; il secondo, concernente l’assistenza specialistica, è assicurato dagli enti locali. Appare chiaro quindi che i diversi soggetti istituzionali devono concorrere, ciascuno per la parte assegnata dalla legge, ad erogare agli alunni servizi qualitativamente idonei a soddisfare le proprie esigenze e ciascuna scuola, mediante i propri organi di gestione, deve adoperarsi per conseguire l’obiettivo della piena integrazione degli alunni disabili, senza soluzione di continuità.


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