BRINDISI, Consales, Lettera aperta all’avv. Massimo Ciullo

Caro Massimo,
sono trascorsi poco più di due anni dalla mia elezione a Sindaco della nostra città. Un periodo breve, ma sufficiente a farmi comprendere che la mia vita non sarebbe più stata la stessa. Ho caricato sulle mie spalle incredibili responsabilità ed inevitabilmente ho perso la serenità e quindi ho rinunciato ad una vita normale.
E non è stato semplice abituarsi ad avere intorno tanti “presunti” amici ed a vedersi voltare le spalle da tante gente con cui in passato avevo condiviso esperienze importanti, soprattutto in campo giornalistico. L’unico modo per resistere è stato quello di difendersi con una “corazza” di indifferenza rispetto alle cattiverie.


Nel nostro caso tutto questo non è accaduto. Ho letto i tuoi attacchi mediatici, le tue dure critiche ed ho sottovalutato il ruolo che tu occupi in politica, in un’area politica così lontana dalla mia. Ti confesso di esserci rimasto molto male. Non ho valutato, in quel momento, che la nostra amicizia non c’entrava e che le tue critiche, oltre che essere l’espressione di una differente visione delle cose, nonché di un libero giudizio sul mio operato politico-amministrativo – per quanto si trattasse di un giudizio da me non condiviso – potevano anche rientrare nel cosiddetto gioco delle parti.
Ecco perché quando il 18 gennaio 2014 ci siamo incontrati per la prima volta, dopo tanto tempo, ed in occasione della manifestazione di solidarietà ai Fucilieri di Marina detenuti in India, mi sono rivolto nei tuoi confronti con un tono alterato e con frasi scomposte, con uno stile che non appartiene alla mia educazione e che certamente tu non meritavi.
Ebbene si, il mio è stato un comportamento scomposto. Non ti volevo offendere e tanto meno intimorire di alcunché.
Fin qui ciò che è accaduto, con l’aggiunta dell’udienza che si terrà a fine novembre e che mi vede coinvolto a seguito della tua querela per quanto accaduto quel giorno.
Tu sai che io, pure prima di questa vicenda, cioè in tempi non sospetti, ti ho cercato per una nostra riconciliazione, anche tramite un amico comune che tu stimi e al quale vuoi bene.
Oggi ho deciso di prendere questa iniziativa: rivolgerti le presenti parole come lettera aperta, pubblica, affinché possiamo chiudere questa storia incresciosa con una stretta di mano e con le mie scuse che non ho difficoltà a formularti pubblicamente, così come sto facendo senza sapere neppure se tu le accetterai, e con un mio contributo che magari, se vorrai, potremmo avere il piacere di versare in beneficenza ad una associazione o ad altri da te indicati.
Aspetto con fiducia le tue decisioni. Un caro saluto.


Gen.le Lettore.

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