PUGLIA, Dario Stefàno: Il futuro verde dell’agricoltura pugliese
Piano olivicolo, certificazione di sostenibilità e vocazione giovanile
“Ripartiamo dall’olivo, con un piano regionale che ribalti lo scenario attuale in cui questa nostra risorsa è minacciata dalla PAC che ci ha regalato l’Europa”. È una delle proposte programmatiche lanciate da Dario Stefàno a Foggia dove è stato sottolineato come la Puglia in questi anni abbia fatto un salto epocale formidabile, lasciandosi alle spalle un’economia agricola antiquata, incapace di affrontare la sfida dell’agroindustria e della trasformazione dei prodotti. “Ora vogliamo alzare l’asticella della sfida – ha annunciato – e abbracciare obiettivi ancora più ambiziosi”.
IL PIANO OLIVICOLO REGIONALE
Concorrenza internazionale, normative non sempre idonee e una non sufficiente difesa dell’autenticità: a rendere ancor più critico il quadro anche la contrazione del sostegno della PAC, attraverso la diminuzione dei pagamenti diretti agli olivicoltori, ed il problema Xylella. Sullo sfondo, un unico modello di trasformazione con elevati costi idrici ed energetici, conseguente costo molitorio sostenuto, una modesta capacità di imbottigliamento ed una fase di commercializzazione che accanto all’eccellenza (DOP Terra di Bari) registra ancora un’insufficiente valorizzazione delle produzioni. “Penso ad un’azione di sistema sull’intera filiera – ha spiegato Stefàno – che ci consenta di sostenere gli investimenti aziendali funzionali a garantire qualità e quantità delle produzioni, determinando le condizioni per più idonei sbocchi commerciali. Lo strumento è il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, caratterizzato da una buona flessibilità d’uso e da una cospicua quantità di risorse pubbliche (oltre 1,670 miliardi di euro) che dobbiamo nutrire l’ambizione di guidare per realizzare gli obiettivi più strategici”.
AGRICOLTURA SOSTENIBILE
“Il nostro obiettivo – ha poi continuato – è un’agricoltura sostenibile, che applica lo “zero spreco” non solo in termini di prodotti, ma anche di fattori produttivi. Insomma meno consumo di acqua, energia, mezzi tecnici e chimica. La Puglia ha già intrapreso un percorso di attenzione ai prodotti agricoli e alimentari di qualità, culminato nella creazione del Regime di Qualità Regionale “Prodotti di Qualità”. Ora dobbiamo fare della sostenibilità lo strumento per rispondere alle nuove esigenze del consumatore e dare più opportunità agli imprenditori agricoli, ai lavoratori e alla collettività: una certificazione per differenziare le produzioni agroalimentari pugliesi e accompagnarne la promozione commerciale. Per ampliare i mercati con un valore aggiunto assolutamente unico dell’agricoltura pugliese.
UN’AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ GIOVANE
La Puglia ha dato un grosso input al ringiovanimento del comparto: solo nel triennio 2009 – 2012 oltre 2.000 giovani sono diventati imprenditori agricoli: “Ora – ha sottolineato Stefàno – serve un nuovo modello che accompagni il neoimprenditore, sia nel pensare il proprio piano di sviluppo che nell’attuarlo. Una vera e propria azione di tutoraggio che lo aiuti a focalizzare le intenzioni di investimento, e di consulenza successiva. Questo consentirà la selezione delle migliori idee progettuali che, una volta ammesse a finanziamento. Vogliamo agevolare la concessione delle terre demaniali inutilizzate di interesse comune a tutti i neoimprenditori e favorire l’ingresso di nuovi imprenditori provenienti da altre esperienze, soprattutto se estromessi dal mercato del lavoro”.
“Non è un caso se abbiamo scelto di parlare proprio qui di Agricoltura – ha poi aggiunto Stefàno – Foggia e la Capitanata sono per noi la grande priorità in tema di investimenti soprattutto in campo agroalimentare. Ed è per questo, per difendere una identità produttiva, ma anche competenze ed economia del territorio foggiano, dobbiamo intervenire con decisione per salvaguardare e valorizzare il grano duro del Tavoliere, affinché Foggia torni ad essere il Granaio d’Italia. Lo possiamo fare agendo sulla filiera produttiva, sulla tracciabilità dei prodotti e sulla loro riconoscibilità. Ma la svolta decisiva può venire dalla creazione di una vera e propria filiera del biologico. Lo strumento del PSR Puglia 2014-2020 ci consente di lavorare a questa idea, con l’ambizione di abbattere i possibili ostacoli a Bruxelles e di incrociare il necessario supporto delle eccellenze della ricerca regionale.
IL DISTRETTO DEL POMODORO
Il pomodoro da industria soffre da tempo di una formazione del valore che penalizza gli agricoltori. Il prezzo in campagna non cresce mentre i consumatori pagano cifre sempre più elevate. Ciò causa anche degli effetti sociali terribili, come lo sfruttamento della manodopera straniera. Ed è così che si crea pressione sociale, disagio e nessuna ricchezza duratura. La Regione in questi anni ha affrontato con convinzione la questione per aggredire le criticità del lavoro agricolo stagionale in determinate zone della Puglia.
Accanto alla lotta alle fragilità, va affiancata un’azione chiara e decisa per valorizzare il pomodoro foggiano. Occorre rafforzare l’approccio distrettuale, con una reale e decisa concentrazione dell’offerta ed una più forte capacità di relazionarsi con la trasformazione. Questo si può fare anche con la qualificazione della produzione: applichiamo il principio della sostenibilità, utilizziamo il marchio Prodotti di Puglia, lavoriamo sulla eticità delle produzioni.