BRINDISI, Il Sindaco sulla nave Norman Atlantic

“Mi auguro che una circostanza drammatica come quella della nave Norman Atlantic non venga utilizzata per dividere la città tra ‘favorevoli’ e ‘contrari’. Sarebbe una follia di cui proprio non se ne avverte la necessità”. Lo afferma il Sindaco Mimmo Consales a seguito delle polemiche riguardanti la permanenza a Brindisi del relitto della nave incendiatasi nel Canale d’Otranto.

“Chiarisco ancora una volta – afferma il primo cittadino di Brindisi – che non ho alcuna intenzione di ostacolare le operazioni dei vigili del fuoco e della Procura della Repubblica di Bari, soprattutto per la presenza a bordo di tanti corpi. Il problema non è quello di aspettare qualche settimana, ma non si può sottacere il rischio che la nave resti nel nostro porto chissà per quanto tempo, condizionando in maniera decisamente negativa le attività portuali di Brindisi. Partiamo dal dato attuale. La banchina dove è attualmente ormeggiata la Norman Atlantic viene utilizzata per l’ormeggio delle navi da crociera (nel 2015 sono previsti decine di approdi di diverse compagnie) così come per quello di navi mercantili che trasportano manufatti prodotti dalle nostre aziende metalmeccaniche. Tenerla occupata per lungo tempo significa creare disagi a non finire e procurare danni a catena al comparto industriale brindisino. E sono del tutto irrealizzabili le due ipotesi paventate: nelle condizioni di scarsa stabilità in cui si trova la nave, l’ormeggio sulla diga di Punta Riso è impensabile perchè il natante sarebbe esposto a tutti i venti, con gravi rischi di disormeggio. Portare la Norman nel seno di Levante del porto interno rappresenterebbe, invece, una vera e propria bomba ecologica (l’interno della nave potrebbe continuare a ‘fumare’ per mesi per un lento processo di combustione di materie plastiche) e creerebbe anche un gravissimo danno di immagine. Provate ad immaginare, infatti, via del Mare (tra pochi mesi si concluderà l’intervento di arredo urbano) con la vista del mare totalmente ostruita da ferraglie galleggianti come la Ionian Spirit (che si trova sotto sequestro da più di due anni) e la Norman Atlantic. Sarebbe devastante e vanificherebbe tutti i nostri sforzi di rendere più bella e accogliente la nostra città. A tutto questo bisogna aggiungere che nel bunker della nave ci sono quasi 1.200 tonnellate di carburante e che nessuno è in grado di escludere che il cedimento di qualche struttura possa provocare una dispersione in mare se non addirittura un nuovo incendio di grandi proporzioni. E allora dove portarla? Non esistono alternative, se non quella di Punta delle Terrare, ma significherebbe anche in quel caso pregiudicare tutto il traffico passeggeri che finalmente dallo scorso anno presenta segnali di ripresa.
Questo è lo scenario – conclude Consales – ma, come già detto, adesso pensiamo a recuperare i corpi che ancora si trovano nella stiva ed a stabilire le cause che hanno provocato questa tragedia. Dopo di che chiederemo alla Procura di Bari di decidere in fretta il futuro del relitto, escludendo qualsiasi ipotesi di sosta eccessivamente prolungata nel nostro porto. Una volta riconsegnata all’armatore la nave potrà essere demolita anche attraverso il coinvolgimento dei cantieri navali brindisini. Ma questa (e più generalmente la ipotetica promessa di ritorni occupazionali) non può e non deve essere il grimaldello per rimuovere i tanti ostacoli che oggi inducono a ritenere estremamente dannosa per l’economia portuale e rischiosa per l’ambiente la sua permanenza a Brindisi”.


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