BRINDISI: SU MICOROSA I 5 STELLE PREMONO AFFINCHÈ A PAGARE SIA CHI HA INQUINATO
Nel sito brindisino, bonifiche con il 50% di ribasso d’asta. Una questione che per il M5S appare troppo strana per la messa in sicurezza di un territorio notevolmente inquinato.
I lavori di messa in sicurezza e bonifica della falda dell’area Micorosa sono stati affidati dal Comune di Brindisi ad una Ati (Associazione temporanea di imprese), composta dall’azienda siciliana Comeap (capofila) e dalla Artec (i progettisti), attraverso l’aggiudicazione di una gara d’appalto con il criterio del massimo ribasso di oltre 50%. In breve: soldi pubblici per un territorio inquinato da aziende private, ma l’eccessivo ribasso preoccupa i brindisini e la candidata alla presidenza della regione Puglia, Antonella Laricchia.
“Chi inquina paga. È un principio europeo legiferato da direttive, ma in Italia e soprattutto in Puglia pare non essere così – dichiarano la candidata governatrice alla regione Puglia Antonella Laricchia e i candidati consiglieri brindisini del Movimento 5 Stelle Gianluca Bozzetti, Giuseppe Morelli, Paolo Mariani, Federica Bellino e Simona Schirinzi – Sono 48,6 milioni di euro i fondi Cipe stanziati dopo l’accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo economico, Regione Puglia e Comune di Brindisi siglato il 17 luglio 2012. La gara d’appalto del Comune di Brindisi per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori, sulla base del progetto definitivo, relativi agli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN di Brindisi nell’area di Micorosa partivano da una base d’asta di circa 38 milioni di euro, per poi arrivare ad una cifra di circa 17 milioni di euro per l’aggiudicazione della gara da parte dell’Ati Comeap-Artec. Un ribasso eccessivo che desta non poche preoccupazioni vista l’entità, l’urgenza e l’importanza di questi lavori”.
L’area di Micorosa ubicata nella zona industriale brindisina (già area SIN), a sud del petrolchimico e all’interno del Parco naturale regionale “Saline di Punta della Contessa”, è rappresentata da circa 50 ettari di terreno contenenti un milione e mezzo di metri cubi di fanghi chimici su di una profondità tra i 2 e i 7 metri. Una bomba ecologica costituita da sostanze tossiche e cancerogene come il dicloroetilene (198 milioni di volte oltre i limiti di legge), il cloruro di vinile (8 milioni di volte), il dicloroetano (500 mila volte) e il benzene (50 mila volte). Sostanze derivanti da oltre 30 anni di smaltimento dei residui di lavorazione del petrolchimico (ma non solo) che è ormai arrivata a contaminare la falda acquifera ed a causare l’erosione della costa, giunta a soli pochi metri dal bagnasciuga.
“La bonifica di Micorosa non è solo un problema per la salute dei cittadini – continuano la candidata governatrice alla Regione Puglia Antonella Laricchia e i candidati consiglieri brindisini 5 Stelle – ma dimostra la profonda incapacità dello Stato nel far pagare i costi delle bonifiche agli stessi soggetti che hanno inquinato il territorio”.
Circa 2 anni fa, la Provincia di Brindisi aveva emanato un’ordinanza mediante la quale ingiungeva di intervenire a Edison, Syndial e Versalis, soggetti che si sono succeduti nell’area nel corso degli anni. Come si poteva immaginare, le aziende in questione hanno fatto ricorso al provvedimento tramite il Tar di Lecce, contestando la competenza della Provincia di Brindisi ad emettere il provvedimento che imponeva la bonifica. Nel febbraio 2014 arrivava la sentenza del Tar che stabiliva: “È corretto affermare, come dispone il provvedimento impugnato, che sussiste la responsabilità delle imprese”, che “debbono ritenersi corresponsabili dello stato di inquinamento dell’area” perché i vari cambi societari “hanno attuato una successione nella posizione dell’inquinatore e chi succede nei rapporti giuridici eredita anche “la posizione concernente gli obblighi di bonifica”.
“Il problema però – concludono i 5 Stelle – sta nel fatto che la discarica è localizzata in un Sito d’interesse nazionale e, quindi, il provvedimento viene annullato perché la competenza ad intervenire è solo del ministero. Questo vuol dire che se volesse, il ministero, anche facendo riferimento alla sentenza del Tar di Lecce, potrebbe pretendere dai privati l’intera bonifica delle aree o il pagamento della spese qualora dovessero essere inadempienti. Ma il Ministro Galletti sembra non vedere né sentire nonostante una interrogazione parlamentare del M5S sia stata già depositata sull’argomento. Sembra che si tratti di una sanatoria sulle responsabilità degli inquinatori di Micorosa e di una pericolosa eccezione al principio inderogabile, del chi inquina paga”.