Piscine terapeutiche, indagine della Corte dei Conti. Conca (M5S): “Avevamo già presentato un esposto. Inaccettabile spreco di denaro pubblico”

“Da anni denuncio i casi di spreco di denaro pubblico per diverse piscine riabilitative della nostra regione, costate migliaia di euro e che non hanno mai visto l’acqua.

Tra queste la  struttura nell’ex ospedale di Toritto, costata 387 mila euro e mai entrata in funzione, per cui avevo presentato un esposto due anni addietro alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale”, lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca commentando la notizia dell’apertura delle indagini da parte della procura regionale della Corte dei Conti in seguito al servizio della trasmissione “Le Iene”, in cui si denunciavano apparecchiature acquistate dalla Regione e mai utilizzate e strutture riabilitative mai entrate in funzione.

“Le piscine terapeutiche di proprietà delle ASL pugliesi da anni sono inutilizzate e le persone con disabilità sono costrette ancora ai viaggi della speranza. La piscina riabilitativa di Toritto – dichiara il consigliere pentastellato – è in evidente stato di abbandono, come mostrato anche nel servizio, con  mattonelle prese a picconate e sporcizia ovunque, tanto che è stato necessario murare tutti gli accessi per impedirne l’ingresso. Stessa sorte è toccata alla piscina di Alberobello, inutilizzata dal 2011 e al servizio offerto nella piscina dell’ex C.T.O. di Bari, sospeso dal gennaio 2013, ufficialmente a causa di carenza di personale. Le piscine terapeutiche appositamente realizzate al Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, RSA di Poggiorsini e nell’Ospedale di Mottola, invece, non hanno mai visto l’acqua e come se non bastasse, risulterebbe in cantiere la realizzazione di due piscine terapeutiche presso il “San Camillo” di Monopoli. Una situazione insostenibile di spreco di denaro pubblico. Auspico che l’apertura delle indagini, porti finalmente a una soluzione, soprattutto nella salvaguardia del diritto delle persone con disabilità, oggi costrette a rinunciare alle cure o a pagarsele, che devono poter utilizzare le strutture esistenti per la riabilitazione in acqua, una tra le pratiche più accreditate per la riduzione dei tempi di recupero e la rieducazione funzionale”.


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