5 tendenze che marcheranno le strategie drive-to-store per il retail nel 2020

Il mondo del retail si reinventa allo stesso ritmo al quale evolve la tecnologia (o almeno, dovrebbe farlo) e al quale emergono le nuove necessità che nascono tra i clienti.

Al di là della crescita del commercio online, i negozi fisici sono ancora i grandi protagonisti degli acquisti degli italiani ed è per questo che le strategie di marketing drive-to-store giocano un ruolo fondamentale: per attrarre ai punti vendita un nuovo consumatore sempre più esigente e informato che si muove a cavallo tra il mondo online e quello offline.

Sempre all’avanguardia nell’innovazione Tiendeo.it, compagnia leader nelle strategie drive-to-store per il settore retail, condivide le regole basiche del gioco che marcheranno il settore durante il 2020.

  1. Marketing predittivo grazie a Big Data e IA

Durante gli ultimi anni si è vissuto un forte aumento delle tecnologie che permettono di ottenere e misurare i dati relativi al comportamento degli utenti, non solo nel mondo online, ma anche in quello offline. Le persone interagiscono con le marche attraverso vari canali, consumano contenuti in modo non strutturato e si informano molto bene prima di realizzare un acquisto.

Il marketing predittivo permette, proprio in virtù di questi dati, di creare schemi che disegnano un possibile comportamento futuro e offrono alle imprese e alle marche un’opportunità eccellente per raggiungere il proprio target nel miglior momento possibile e con un tipo di messaggio che possa influenzare nel modo più certo la sua decisione durante il momento d’acquisto. Secondo il GlobeNewswire, si prevede che la dimensione del mercato di analisi predittiva raggiunga i 10.95B di dollari nel 2022.

  1. La personalizzazione apporta valore alla marca

La facilità di accesso alle informazioni durante il processo di acquisto e la moltitudine di impatti pubblicitari quotidiani ricevuti hanno provocato un cambio rispetto al concetto di comunicazione marca-cliente. È adesso che la personalizzazione ha raggiunto il proprio punto di maturità ottimale: il compratore passa infatti ad essere l’epicentro. E il compratore di oggi non tollera più canali isolati o azioni dispersive e prive di consistenza. Al contrario, ciò che cerca è un’esperienza unica guidata da una personalizzazione in tempo reale che, se fatta correttamente, sarà la chiave di differenziazione davanti alla concorrenza e di valorizzazione della marca.

  1. Marketing locale, la vicinanza premia

La vicinanza tra le marche e i clienti è vitale in una strategia che sarà dominata dalla personalizzazione e dall’immediatezza. Le tecnologie di geolocalizzazione dei dispositivi mobile ci proporzionano informazioni in tempo reale rispetto a dove si trova fisicamente l’utente, e questi dati insieme a quelli ottenuti sul suo comportamento online permettono una targhettizzazione minuziosa per raggiungere gli utenti nel momento più opportuno e con il messaggio più adeguato. Come conseguenza, il marketing locale aiuterà a massimizzare l’efficacia delle nostre campagne digitali generando un maggiore traffico ai negozi fisici.

  1. Misurazione del traffico ai punti vendita generato da una campagna online

La customer journey dei nuovi compratori combina in modo naturale le visite ai negozi fisici tradizionali con un’indagine online previa. Secondo Google, l’80% dei compratori che visitano un negozio hanno cercato prima informazioni online a riguardo. Si tratta di omnicanalità nella sua essenza più pura.

Tuttavia, adesso si formula un nuovo obiettivo: misurare correttamente le visite al negozio fisico. Bisogna tener presenti concetti come le visite incrementali o l’up-lift per condurre una corretta misurazione. L’incrementale è un indicatore che attraverso l’esclusione di un campione non raggiunto, permette di analizzare l’impatto reale di una campagna di marketing digitale. Una buona misurazione sarà la chiave per l’ottimizzazione di future campagne.

  1. Marketing sostenibile

Il nuovo consumatore è sempre più attento a realizzare consumi responsabili, per cui considera positivamente quelle aziende che partecipano attivamente alla riduzione del proprio impatto sull’ambiente, condividendo così i suoi stessi valori. Tra le prime misure di Responsabilità Sociale d’Impresa applicate tra i grandi gruppi si trova la riduzione della carta, facilitata dal dominio del mondo digital. Retailer internazionali del calibro di Monoprix, Carrefour, Auchan e Orange hanno annunciato a partire dallo scorso anno riduzioni drastiche o addirittura l’eliminazione totale della produzione di depliant e cataloghi cartacei a favore dei loro omologhi online.

Così, retailer e marche dovranno scommettere sul marketing locale predittivo e misurabile, che consentirà di mettere in atto una strategia drive-to-store e incrementare il traffico agli stabilimenti físici.


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