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Un’altra vertenza – emergenza lavorativa in Provincia di Brindisi e in Puglia : I lavoratori La Nostra Famiglia in stato di agitazione.

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Ormai non c’è un giorno che in Provincia di Brindisi e in Puglia non esca fuori una vertenza lavorativa. Già, il lavoro, una vera e propria emergenza ( anche nazionale) su cui riflettere ulteriormente, soprattutto agire.

E’ esplosa ufficialmente in queste ore la vicenda dei lavoratori pugliesi de “ La Nostra Famiglia”, un vero e proprio centro di eccellenza con competenze e professionalità che quotidianamente si dedicano ai bisognosi, chi soffre. Punti di riferimento per molte famiglie che hanno a che fare con le gravi problematiche e patologie dei propri figli ( disabilità fisiche e psichiche, sensoriali).

La sede ostunese de “La Nostra Famiglia” e il Centro Medea di Brindisi, due belle e significative realtà di cui la comunità del territorio non può proprio fare a meno. Eppure le recenti decisioni dell’ Azienda rischiano di vanificare tutto, di mettere a repentaglio un lavoro quotidiano e puntuale, fatto di impegno, sacrifici, dedizione, professionalità.

La Nostra Famiglia “( già sono in stato di agitazione i lavoratori e dipendenti delle Regioni del Nord e del Centro) ha “praticamente deciso unilateralmente , a poche giorni dalla chiusura del rinnovo contrattuale scaduto 13 anni fa, di revocare il contratto vigente ( in sostanza, passandolo da Contratto nazionale a quello legato alle Residenze assistenziali), per applicarne un altro con forti penalizzazioni normative “. E’ scritto nella nota stampa firmata dai Lavoratori La Nostra Famiglia della Puglia : “ Si vuol portare le ore di lavoro da 36 a 38 settimanali. Un affronto totale ai lavoratori che da 13 anni aspettavano il rinnovo contrattuale, per i centri e strutture di eccellenza a disposizione delle famiglie. La Nostra Famiglia , ancora una volta, per far quadrare i bilanci, addossa sui lavoratori costi e spese “.

In “parole povere”, un aumento delle ore lavorative ( con cambio , come detto, di contratto), ma senza un migliore adeguamento sul salario. Un “ classico”, potremmo dire, su territori dove, tra l’ altro, le emergenze sanitarie, legate alle tante istanze e problematiche delle famiglie e chi soffre, sono all’ ordine del giorno. E i tagli, le limitazioni ( accompagnate da improvvisi cambiamenti normativi….) sono inaccettabili, anche e soprattutto quando riguardano settori di assistenza sanitaria .

I lavoratori respingono fortemente questo tentativo ed agiranno in tutti i modi possibili per far recedere l’azienda da tale proposito. I prossimi mesi ci saranno presidi, manifestazioni, scioperi. I lavoratori chiedono a chiunque gesti di solidarietà e sostegno “.


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