Coronavirus. Galante (M5S): “Garantire l’assistenza alle persone disabili in seguito alla chiusura dei centri diurni”
Mettere in campo tutte le iniziative per garantire l’assistenza alle persone disabili in seguito alla chiusura dei centri diurni disposta dal 12 marzo al 3 aprile per prevenire il rischio contagio da coronavirus. È quanto chiede il consigliere del M5S Marco Galante in una nota inviata al dipartimento regionale politiche della salute.
“Capiamo la necessità di tutelare la salute di assistiti e operatori dei centri diurni – dichiara Galante – ma riteniamo necessaria un’azione di supporto per gli utenti dei Centri e i loro familiari, in modo da non far venire meno i servizi di assistenza essenziali. Una possibilità che il decreto demanda alle Regioni, per questo proponiamo che l’assistenza sia garantita, attraverso un confronto con i gestori delle strutture, anche sulla base dei singoli piani assistenziali personalizzati, in raccordo con i servizi territoriali aziendali di riferimento o attraverso la predisposizione di piani residenziali temporanei”.
Il decreto infatti, oltre a sospendere le attività di questi centri, prevede la possibilità per le Regioni di attivare interventi non differibili per le persone con disabilità, ovviamente nel rispetto delle misure di contenimento, e che le pubbliche amministrazioni forniscano prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza o resi nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi senza ricreare aggregazione secondo priorità individuate dall’amministrazione competente, tramite coprogettazioni con gli enti gestori.
“Le risorse non erogate per i buoni di servizio potrebbero, previa valutazione sulla fattibilità, essere messe a disposizione delle famiglie per sostenere il lavoro del caregiver. È necessario anche – conclude Galante – reperire risorse per assicurare ai disabili la fornitura di dispositivi, ausili e farmaci, prevedendo la loro consegna a domicilio, per evitare che i familiari debbano uscire per prenderli. Questo tanto più se si considera che stanno venendo meno alle famiglie le assistenze prestate da badanti e assistenti personali, che non si recano presso i loro assistiti a causa del comprensibile timore di contagio”.