Crolla il prezzo del petrolio ma dal benzinaio si paga sempre molto

“I conti non quadrano” dice Giancarlo Vincitorio, esponente regionale in Puglia di Vox Italia. Le quotazioni del petrolio registrano un crollo spaventoso da settimane.


Oggi in borsa, in alcuni momenti, è sceso addirittura sotto i 20 dollari a barile, cioè 20 dollari per 159 litri. “Eppure – evidenzia Vincitorio – i prezzi di vendita dal benzinaio restano inchiodati a cifre precedenti sia all’emergenza coronavirus che alla rottura dei rapporti Opec e Russia”.
“Sappiamo tutti – ammette Vincitorio – che nel prezzo del carburante alla pompa ci sono le accise e tante altre aliquote che rendono i margini di deprezzamento non sufficientemente bassi come vorrebbero i consumatori ma le percentuali di riduzione fatte registrare in queste ultime settimane sono assai risicate e sospette. A febbraio la
media dei prezzi di vendita alla pompa erano questi: Gasolio auto: 1.443,14 euro/1000 litri e Benzina: 1.548,73 €/1.000 litri. “La quotazione del petrolio è diminuita del 60% – fa rilevare Vincitorio – mentre i prezzi di benzina e gasolio sono diminuiti del 6%. In Italia forse qualcuno sta barando. Chi si sta arricchendo? I prezzi alla pompa sarebbero dovuti diminuire di almeno 25-30 centesimi per la benzina e circa 15-20 centesimi per il gasolio. Si vigili
su questi prezzi e sulle reali responsabilità per il mancato deprezzamento in favore dei consumatori”.
Vincitorio è del parere che “il ministero dello sviluppo economico debba prendere urgenti provvedimenti: metta in azione gli organi di vigilanza e controllo, la magistratura avvii un’inchiesta e soprattutto si trovi una soluzione rapida per adeguare i prezzi di vendita dei carburanti con la stessa solerzia dimostrata in passato nei casi dei rincari del prezzo di petrolio”.
“In questo periodo di emergenza sanitaria, che impatta fortemente anche sui bilanci delle famiglie e delle aziende, l’inadeguatezza dei prezzi di vendita dei carburanti per noi di Vox Italia – equivale ad un vigliacco e vergognoso furto all’economia italiana nel momento della sua maggiore difficoltà”.


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