rifondazione comunista:Nella proposta arrivata dal DIPE si prefigura un nuovo furto al Sud
Un nuovo furto al Sud si prefigura nella proposta contenuta nel documento “L’Italia e il Covid-19” dell’aprile 2020 arrivata dal DIPE (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della presidenza del Consiglio dei Ministri). Si propone la sospensione fino a data da destinarsi della destinazione di almeno il 34% degli investimenti pubblici al Sud, nonché una diversa distribuzione dei fondi europei.
Si tratta di un tentativo di colpo di mano di sedicenti economisti che non hanno a cuore la ripresa del Sistema Paese ma solo la soddisfazione immediata di alcuni interessi parziali .
Il testo dice letteralmente: “A seguito dell’esplosione della crisi sanitaria e delle sue conseguenze economiche nel Paese si rende necessario operare una sospensione del criterio di riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti, consentendo all’Autorità Politica la valutazione delle zone ove concentrare la maggior quantità di risorse per investimenti in considerazione del mutato scenario sociale e produttivo.”
Le misure proposte offendono il diritto di cittadinanza de cittadini del Sud del paese, inquinano il senso unitario e la coesione sociale del paese, il principio di solidarietà interterritoriale, cedendo alle spinte reazionarie e alle peggiori pulsioni razziste di cui già sono pieni i giornali e i social media. Le misure proposte ignorano le evidenze per cui le teorie del gocciolamento dall’alto verso il basso (o “tricke down”) non si sono mai rivelate efficaci.
«Le proposte portate non sono di ripresa ma di divisione del Paese» dichiara Loredana Marino, Responsabile per il Mezzogiorno per il PRC-SE «Riteniamo che le conseguenze economiche dell’epidemia si siano abbattute e si abbatteranno su tutto il territorio italiano, aggravando la situazione delle aree economicamente più fragili. E’ dunque necessario salvaguardare tutto il Paese». Va conservato, quindi, il vincolo di destinazione territoriale delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione congiuntamente a quelle degli altri Fondi strutturali, al fine di promuovere la rimozione degli squilibri economici e infrastrutturali tra le aree e tra le Regioni del Paese. Si emanino, piuttosto, i decreti attuativi necessari all’attivazione della cosiddetta “clausola del 34%” che prevede la distribuzione degli stanziamenti delle Amministrazioni Pubbliche in proporzione alla popolazione nelle varie regioni italiane. Senza il Mezzogiorno non c’è ripresa che tenga.»
Per Rifondazione Comunista Puglia
Nicola Cesaria
segretario regionale