COPAGRI PUGLIA: PSR, DOPO SENTENZA TAR ANNULLARE BANDO MISURA 4.1a ED INDIVIDUARE NUOVI CRITERI.

Battista: situazione analoga su altre misure, da annullare per evitare ulteriori beffe

Dopo la sentenza del Tar Puglia che ha annullato le graduatorie della Misura 4.1a PSR 2014/2020 la Copagri Puglia ribadisce quanto aveva proposto in più circostanze,  la richiesta di annullamento del bando e la riproposizione di nuovi bandi che superano le criticità emerse nei ricorsi, (su tutti i parametri di riferimento per la verifica della redditività). E’ l’unica modalità in grado di fornire tempi certi ed evitare che le risorse comunitarie vengano perse ed è in grado di garantire la legittimità delle spese sostenute per le aziende beneficiarie.

Il Presidente Tommaso Battista incalza sulla posizione della Copagri in ordine all’annullamento dei bandi, “ se la Regione avesse affrontato questa ipotesi nei tempi in cui la Copagri l’aveva proposta, (già a marzo del 2018) ad oggi la situazione, sarebbe completamente diversa. I preoccupanti dati di attuazione del PSR che Copagri ha sempre evidenziato, peraltro sempre smentiti in evidente contrasto con i dati ufficiali forniti da Agea dove la Regione Puglia risultava essere il fanalino di coda in termini di spese, sono il risultato di una gestione scellerata. La situazione dei ricorsi, peraltro non riguarda solo la Misura 4.1a, ci sono anche la Misura 4.2 investimenti per la trasformazione, la misura 6.1 giovani,  la misura 6.4 agriturismo per non parlare della misura 4.4 e della Misura 10.2. Non si può imputare la responsabilità di questa situazione alla litigiosità dei pugliesi, sarebbe una falsità.

Sono tutti bandi che hanno vizi procedurali per cui chiediamo l’annullamento e su cui il TAR è chiamato nei prossimi mesi a pronunciarsi, ma se la Regione si ostina a proseguire nei propri errori, rifiutando di procedere all’annullamento in autotutela, ci ritroveremo con un’altra beffa per il mondo agricolo pugliese.

Non dimentichiamo che il disimpegno è stato evitato proprio per la presenza di contenziosi. L’annullamento per motivi giudiziari con lo slittamento dei tempi che ne derivano, non comprometterebbe le risorse assegnate, in caso contrario si porrebbe il problema delle aziende che hanno sostenuto delle spese e che a seguito della sentenza del TAR risulterebbero escluse.

Questa situazione era evidente ormai da troppo tempo averla ignorata è una grave responsabilità politica  che non trova più alibi e giustificazioni, conclude Battista”.


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