Lavoro/D’Attis (FI): INPS nega la rateizzazione del credito e il Gruppo DEMA (700 lavoratori) rischia di fallire. Il Governo incontri i sindacati

“Il gruppo DEMA è uno dei fiori all’occhiello del settore delle aerostrutture e dei velivoli civili e occupa 700 lavoratori nelle sue sedi di territorio italiano con 3 siti: Somma Vesuviana (circa 350 dipendenti), Benevento (circa 150 dipendenti) Brindisi (circa 215 dipendenti).

Il gruppo Dema oggi rischia di dover fallire – dichiara l’On. Mauro D’Attis, parlamentare e Responsabile regionale di Forza Italia in Puglia- perché l’INPS non concede la rateizzazione del credito richiesta. Ed è assurdo, perché gli investitori privati hanno già investito oltre 100 milioni di euro nell’attività con l’obiettivo di salvare l’azienda riportando in equilibrio la parte finanziaria ristabilendo una capacità industriale che potesse garantire prospettiva all’intero gruppo. Se l’INPS non collabora determinerebbe la chiusura di una azienda italiana con occupazione esclusivamente nel già martoriato meridione del nostro Paese, con la perdita di oltre 700 posti di lavoro e di attività importanti legate alle costruzioni aeronautiche che finirebbero in buona parte all’estero generando di riflesso un’ulteriore depauperamento dell’economia del nostro Paese. Ho presentato un’interrogazione parlamentare assieme ai colleghi Labriola, Sisto, Savino, Casciello, Russo, Pentangelo, Polverini e Zangrillo. Siamo davvero sbalorditi da questa posizione dell’Istituto, e chiediamo delle risposte immediate e che il Ministro risponda in Commissione Lavoro. Non si possono creare le condizioni per un fallimento di Stato, 700 lavoratori licenziati adesso, in questa fase di rilancio dell’Italia: chiediamo che vengano incontrate immediatamente le organizzazioni sindacali e che si intervenga presso l’INPS affinché la situazione relativa ai crediti vantati nei confronti della DEMA possa essere ricomposta in via stragiudiziale con soddisfazione di entrambe le parti, consentendo il prosieguo delle attività aziendali”.


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