BRINDISI. PRC:CPR / CARA di Restinco e Covid 19

La decisione di rendere il CPR / CARA di Restinco una struttura dedicata alla prevenzione della diffusione del Covid-19 ci vede favorevoli,tuttavia non possiamo non essere preoccupati per la poca attenzione che viene destinata alle condizioni dei locali e al suo regime giuridico.

Come tutti sanno nei locali di Restinco convivono formalmente due differenti strutture, con regimi giuridici opposti e inconciliabili, il CARA che dovrebbe occuparsi di accoglienza di richiedenti asilo e il CPR che detiene in condizioni di reclusione persone in attesa di essere espulse dal territorio nazionale. Questo innaturale utilizzo della struttura non può più proseguire per ovvi motivi: continue risse, inadeguatezza della struttura sia per la detenzione sia per un’accoglienza prolungata. L’utilizzo del complesso di Restinco per la prevenzione dal Covid-19, in regime di affidamento fiduciario per 14 giorni , così come da norme introdotte dal Governo, invece, consente di avere un’accoglienza in sicurezza per il tempo necessario per la verifica delle procedure sanitarie.

A conclusione dei 14 giorni le persone devono essere spostate in strutture di accoglienza diffusa, anche fuori dal territorio brindisino. Naturalmente in caso di rilevazione di contagio nei 14 giorni la persona dovrà essere immediatamente spostata in un’adeguata struttura sanitaria.

Ciò che è imprescindibile riguarda l’organizzazione dell’accoglienza fuori da Restinco allo scadere dei 14 giorni di affidamento fiduciario, oltre al fatto che è indispensabile che Restinco non diventi un Hotspot di fatto: è necessario infatti che le persone prima di farvi ingresso siano informate rispetto al fatto di essere inserite in un percorso di accoglienza che prevede una “quarantena” di 14 giorni e che successivamente avrà luogo l’inizio della procedura per la richiesta d’asilo.

E’ del tutto evidente, dunque, come il regime di detenzione in CPR sia incompatibile con la quarantena e, anzi, agevola le fughe e gli abbandoni e allontana l’ipotesi di una verifica sanitaria adeguata e la possibilità di intervenire rapidamente in caso di necessità.

Le esperienze negative del CARA / CAS Mattei di Bologna e del CPR di Gradisca d’Isonzo sono a dimostrare come le grandi strutture collettive siano inadeguate e solo il profilo di strutture di “affidamento fiduciario” in combinazione con altra accoglienza diffusa possano rappresentare uno strumento di riduzione al minimo dei rischi di contagio.

Siamo persuasi che una adeguata valutazione dei benefici di questa impostazione possa indurre la Prefettura al perfezionamento delle scelte operate.

Naturalmente ci rendiamo disponibili per un confronto sul tema.

 

per il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Nicola Cesaria segretario regionale Puglia


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