ILVA, D’AMATO (M5S): CHIUDERLA UN DANNO PER L’AMBIENTE? SIAMO ALLA FOLLIA. NESSUNA DECISIONE SIA CALATA DALL’ALTO

“A quanto si apprende da fonti stampa, Invitalia è pronta a coinvestire in Am Investco Italy, ma non si conoscono cifre, dati e il progetto.

Sia chiaro al governo e alla multinazionale che la città e tutta la provincia di Taranto non acceteranno supinamente soluzioni calate dall’alto. Taranto sarà al centro del Just transition fund: invece di perdere tempo con tesi da azzeccagarbugli delle lobby fossili, si avvii subito un tavolo di lavoro, invitando stakeholder e gli enti preposti (Comune, Arpa, Regione, etc) e la città tutta, Ong in primis, affinché si proceda a un percorso condiviso ed efficiente. Auspico chiarezza e prospettive, perché non avremo altre occasioni. Si apprende inoltre che l’ufficio di gabinetto del ministero dell’Ambiente stia sostenendo che chiudere l’Ilva di Taranto potrebbe comportare effetti peggiori per l’ambiente di quelli che la città continuerebbe a subire con l’acciaieria attiva. Siamo alla follia: anche un bambino capirebbe che chiudere una fonte di inquinamento non puo’ essere certo peggio di mantenerla in funzione. La tesi, poi, che l’apporto dell’Ilva è vitale per effettuare le bonifiche è non solo paradossale, ma anche falsa: sappiamo tutti che ci sono enormi risorse nazionali e Ue a disposizione che finora abbiamo speso poco e male. Le bonifiche a Taranto vanno fatte ‘a causa’ dell’acciaieria, non ‘perché’ c’è l’acciaieria. E a oggi, ricordo, le devono fare da un lato i Commissari nelle aree ex-Ilva, e dall’altro ArcelorMittal con i suoi soldi nelle aree sotto la sua gestione. A proposito, a che punto siamo?”. Lo dice l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, che aggiunge: “La verità che tutti sanno è che l’Ilva continua a inquinare e che ai tanti proclami non sono ancora seguiti i fatti. Infine, un appunto sull’ipotesi di un ingresso dello Stato nell’Ilva: tale operazione, qualora si concretizzasse, sarebbe una manna dal cielo per Mittal ma non certo per i cittadini. La stagione in cui i privati incassano i profitti e il pubblico, ossia i cittadini, si accollano i costi va chiusa una volta per tutte”, conclude D’Amato.


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