E’ accaduto, solo per citare gli esempi più eclatanti, con la chiusura della sede di Brindisi della Banca d’Italia, con la nascita della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, che ha visto trasferire a Bari il centro decisionale anche per le vicende che riguardano il porto di Brindisi, e con l’accorpamento con Taranto della Camera di Commercio.
Senza contare che se avesse avuto successo la riforma delle Provincie ideata dal Governo Monti il territorio brindisino avrebbe anche cessato di essere una Provincia autonoma.
Ora un altro pericolo si prospetta all’orizzonte.
E’ stato avviato l’iter del progetto di riforma dei Consorzi Industriali pugliesi proposto dal neo Assessore Regionale alle Attività Produttive Alessandro DELLI NOCI, che prevede l’accorpamento dei Consorzi Industriali di Brindisi, Lecce, Taranto e Foggia.
Del nuovo organismo entrerebbe a far parte anche la provincia della BAT, sin’ora priva di un autonomo Consorzio Industriale.
Con il progetto di riforma si salverebbe solo il Consorzio Industriale di Bari, che conserverebbe la sua autonomia.
Si tratta di una riforma che va assolutamente contrastata.
Fa specie che tanto accade quando da più parti viene sollevato un polverone sul bilancio del Consorzio Industriale di Brindisi per l’anno 2019.
Una “operazione verità” di cui si sono fatti promotori consiglieri regionali eletti nelle provincie di Lecce e Brindisi.
Non altrettanto viene fatto per i Consorzi Industriali di Lecce, Taranto e Foggia i cui bilanci per l’anno 2019 non sono ancora stati approvati o denunciano squilibri economici e finanziari davvero preoccupanti.
In alcuni casi si tratta di Consorzi gestiti da Commissari straordinari nominati dalla Regione a seguito di gravi irregolarità riscontrate nella gestione degli Enti.
Preoccupa la circostanza che uno degli obiettivi che la riforma dei Consorzi Industriali vorrebbe conseguire sarebbe la razionalizzazione ed il risparmio della spesa pubblica ed il riutilizzo della stessa a vantaggio delle imprese consorziate in un momento in cui, come ha dichiarato l’Assessore DELLI NOCI, “la situazione finanziaria di alcuni Consorzi ASI appare piuttosto fragile”.
Insomma si corre i rischio che le risorse del Consorzio ASI di Brindisi siano utilizzate a beneficio di imprese insediate in altre realtà industriali!
Del resto è quello che è accaduto con l’Autorità Portuale di Brindisi il cui bilancio presentava entrate di gran lunga maggiori dell’analogo Ente barese.
A questa progettata riforma il territorio brindisino devi opporsi con tutte le sue forze.
Altrimenti il risultato sarebbe di trasferire altrove, sono sempre parole dell’Assessore DELLI NOCI, “la cabina di regia che detti la linea e stabilisca la strategia regionale di sviluppo”.
E’ appena il caso di ricordare che il Consorzio ASI di Brindisi ha competenze sulle zone industriali dei Comuni di Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana ed Ostuni.
In particolare nell’area industriale di Brindisi, che ha una estensione maggiore della città, vi sono aziende di rilevanza nazionale che operano nel campo aeronautico, farmaceutico, chimico ed energetico oltre ad un numero rilevantissimo di aziende metalmeccaniche, edili ed elettriche di dimensioni minori.
Non si va lontano dal vero se si sostiene che l’area industriale di Brindisi è tra le più importanti dell’intero Mezzogiorno ed è ricca di infrastrutture e reti.
A ciò aggiungasi che buona parte di essa è inclusa nell’area rientrante nella Zona Economica Speciale Adriatica.
Se non vogliamo che le decisioni su questo patrimonio della città vengano trasferite altrove bisogna opporsi con tutti i mezzi alla progettata legge di riforma dei Consorzi ASI.
Il PRI lo farà!
Su questo tema il Gruppo Consiliare al Comune di Brindisi depositerà un ordine del giorno che impegni il Sindaco, anche nella sua veste di Presidente della Amministrazione Provinciale, a contrastare in tutte le sedi il progetto di riforma DELLI NOCI.
Ci auguriamo che almeno su questo argomento possa esserci il consenso unanime di tutte le forze politiche e delle
rappresentanze regionali del nostro territorio.