BRINDISI.Deposito costiero GNL non c’è peggior sordo di chi, per partito preso, non vuol sentire

Nei giorni scorsi abbiamo presentato il report di Legambiente “Porti verdi: la rotta verso uno sviluppo sostenibile”

Ed abbiamo evidenziato le contraddizioni concernenti i progetti riguardanti il porto di Brindisi rispetto a quel report e soprattutto rispetto a quanto accade nei principali porti mondiali.

La posizione di Legambiente su questi temi ed anche sul GNL, lo chiariamo a chi in modo isolato tende a deformare fatti e documenti che attestano che la posizione dell’associazione è unitaria ed è testimoniata da detto report, dal suo Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, dal report “Stop sussidi alle fonti fossili e ambientalmente dannosi” e dal report sul gas.

Come tre anni e mezzo fa precisammo al prof. Patroni Griffi, che chiedeva ragione della posizione di Legambiente Sardegna sul gas e su un eventuale deposito costiero, argomento che in modo isolato qualcuno incautamente ripropone oggi in uno scenario europeo palesemente diverso, la Sardegna era allora ed è ancora oggi priva di una rete di distribuzione di metano nelle città ed è chiaro che tale gas sia meno impattante del propano.

A chi vuole seriamente conoscere prima di fornire informazioni deformanti suggeriamo di leggere i report citati, sulla base dei quali ribadiamo il no a nuove centrali termoelettriche a turbogas e la necessità di contestualizzare la valutazione su depositi costieri di GNL, che, in ogni caso, come chiarito del report nazionale di Legambiente e non semplicemente dal circolo di Brindisi, non possono legarsi allo sviluppo del trasporto su gomma, anche nel porto di Brindisi da sostituire progressivamente da quello su rotaia, ben tenendo presente il contributo del gas in termini di emissioni climalteranti in contrasto con l’obiettivo UE della riduzione del 55% di tali emissioni al 2030 e della neutralità climatica al 2050.

Ribadiamo anche che, ferma restando la convinzione di Legambiente che il deposito progettato a costa Morena Est sia incompatibile con le destinazioni d’uso dell’area soltanto uno studio di fattibilità su siti diversi, può giustificare tecnicamente la scelta di un’opzione zero o di un sito idoneo, sul quale, in tal caso andrebbe realizzata una VIA nazionale oggi “aggirata” dall’indicazione di una capacità di 19.9550 m3 equivalenti, 50 meno dei 20.000 m3 equivalenti che impongono la VIA.

Ai responsabili istituzionali e politici ed anche a tutti coloro che operano per diffondere un’informazione corretta ed equilibrata, ribadiamo infine la totale disponibilità a partecipare ad un confronto serio e costruttivo che eviti grotteschi momenti propagandistici del passato come quello della catena del freddo del tutto irrealizzabile- e comunque non riproponibile in un impianto come quello delle dimensioni proposte ed in assenza del passaggio di stato che soltanto un improponibile nuovo piccolo rigassificatore consentirebbe.


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