Asl Brindisi.Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19 La dichiarazione del direttore generale Asl Brindisi

In occasione della giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19 il direttore generale della Asl Brindisi Giuseppe Pasqualone ha dichiarato:

“Domani, 18 marzo, tutta l’Italia commemorerà i cittadini deceduti a causa del Coronavirus. L’Asl di Brindisi intende innanzitutto stringersi intorno alle famiglie delle vittime, esprimendo nuovamente cordoglio e solidarietà verso quanti, nella nostra provincia e al di fuori, sono stati mortalmente colpiti da questa terribile malattia. Dal 24 febbraio del 2020, da quando cioè il tristissimo computo è iniziato, ne abbiamo contati 222. Dobbiamo anche ricordare che il totale dei contagiati confermati ammonta a 11.894 persone. Al di là delle evidenti proporzioni, il nostro dolore rimane immutato.

Esattamente un anno fa, il 18 marzo del 2020, in Italia si era arrivati ad un totale di 2.978 morti, uccisi dal Covid; e tutto il mondo rimase attonito di fronte alle immagini, diffuse in quel giorno, dei camion militari che percorrevano le strade di Bergamo carichi di bare con le spoglie dei pazienti che non ce l’avevano fatta. Immagini dal pesantissimo impatto simbolico: l’impiego dei mezzi delle forze armate indicava chiaramente che le risorse di cui disponeva la società civile erano ormai insufficienti; quelle foto e quei filmati inoltre suggerivano drammatiche analogie con situazioni di conflitto armato, facendoci istantaneamente mutare l’approccio verso quello che sino ad allora era stato interpretato come un fenomeno abnorme sì, ma pur sempre relegato in ambiti medici e ospedalieri. Da quel momento fu chiaro anche ai più scettici che invece di trattava di una guerra.

E in una guerra ci sono le vittime; ma anche i combattenti. Noi, onorando la memoria di chi purtroppo ci ha lasciato, oggi lo equipariamo a chi è caduto sul campo; ma nello stesso tempo tale ricordo deve spronarci a ritrovare la forza di reagire, esattamente come accade in ogni periodo bellico. Non siamo disarmati: abbiamo per il momento strumenti come i vaccini, e stiamo reclutando, proprio come in guerra, anche volontari per fronteggiare un nemico insidioso ed infoltire l’esercito di chi alle vaccinazioni si dedica. Oltre a serbare il ricordo e a nutrire la speranza, è giusto ispirarsi ad uno spirito reattivo, che spinga i singoli ad aderire alle campagne vaccinali; e contemporaneamente ad abbandonare atteggiamenti indotti dalla imprudenza. Il nemico si vince combattendo tutti, nei diversi ruoli, la stessa battaglia”.


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