Il giorno di Pasqua, all’ età di 68 anni, ci ha lasciato Giulio Sarcinella, una persona per bene, un uomo che ha sempre combattuto volendo credere nei propri ideali e nelle proprie speranze, che, attraverso la fotografia, ha saputo raccontare il territorio e la verità .
Tra i protagonisti degli anni della contestazione giovanile e quindi fotografo dei movimenti brindisini di protesta, in queste ore, anche sui social, si evidenziano tante attestazioni di affetto e ricordi .
Di seguito, riportiamo un ricordo di un suo grande amico, Antonio Camuso, già pubblicato su PugliaAntagonista.it
Una Pasqua ingrigita dalla pandemia da Covid-19, resa ancor più triste, qui a Brindisi, dalla notizia della morte di Giulio Sarcinella, diffusore della cultura underground/alternativa negli anni della contestazione giovanile e fotografo dei movimenti di protesta brindisini di quegli anni. Per chi non ha vissuto direttamente quella stagione, il nome di Giulio risulterà sconosciuto a causa del suo carattere riservato, schivo da ogni forma di protagonismo, anche quando era il leader dei “capelloni perditempo” , e degli “ gli yppies del Banco di Napoli” come la stampa perbenista e bigotta della nostra città li definiva. Neanche nella estrema sinistra Giulio e suoi “cani sciolti” eran visti di buon occhio, ritenuti riferimento dei fuoriusciti dai gruppi rivoluzionari incapaci di comprendere le esigenze socioculturali giovanili.
Dietro la sua figura minuta , Giulio Sarcinella celava un vulcano di idee, spinto dalla voglia di rompere con il provincialismo di una delle città culturalmente più conservatrici d’Italia. In questa battaglia di civiltà, dal 1969 insieme al suo coetaneo Franco “Ciccio” D’Abramo, cultore della musica pop e rock, tentarono l’organizzazione del primo festival rock in città, con il supporto di Marcello Baraghini, e propagandato sulla RAI nazionale, attraverso il programma dedicato ai giovani, di Gianni Buoncompagni e Renzo Arbore. Iniziativa fallita causa” repressione clerico-poliziesca” ma che non impedì loro nel proseguire la battaglia culturale, fondando un giornaletto underground “off Limits” che costò a Sarcinella un paio di denunce per istigazione alla diserzione e offesa alla religione.
Nella geografia underground , in Puglia, accanto allo storico “il Buco” di Putignano, si aggiunse quindi negli anni 70 il gruppo di attivisti yppies e situazionisti brindisini che diffondevano le pubblicazioni di Stampa Alternativa e delle riviste situazioniste come Puzz, Geronimo ecc.o i libri dell’Arcana Editrice, spesso soggetti a sequestri. Dietro alla sua figura esile e al suo sorriso disarmante, vi era anche un uomo capace di gesti di grande coraggio, come quello del 1974, quando riuscì con un escamotage a salire sul tetto del Credito Italiano e lanciare decine di volantini antifascisti sulla testa di migliaia di fans di Almirante, riunitisi nella sottostante Piazza Vittoria, per un comizio antidivorzista dell’esponente neofascista.
Ma oltre alla musica “ribelle” , Giulio coltivava un grande amore : la fotografia, immortalando non solo le lotte della nostra generazione, ma anche volti e momenti di gioia, di vita collettiva di quei giovani brindisini a cui il provincialismo andava troppo stretto e non si curavano di essere additati come capelloni, drogati, perditempo, ecc. La voglia di sperimentare e di essere autonomo nelle sue scelte di vita lo portò a costruirsi una camera oscura nella sua piccola casa popolare, e nella quale sviluppava i rullini e stampava le sue foto.
Amante della Controinformazione si autoprodusse una tessera di giornalista “ inviato speciale di Stampa Alternativa” con la quale riuscì ad infiltrarsi in convegni e manifestazioni vietate agli “estremisti di sinistra”. Le sue conoscenze in campo fotografico le volle mettere, in seguito, al servizio della collettività tenendo il primo corso di fotografia, nel 1981, presso il Centro Sociale contro l’Emarginazione giovanile a di Brindisi, in via Santa Chiara, che insieme a Mario Merico li aveva visti fondatori e primi portavoce. Quello del Centro Sociale fu un punto di arrivo per Giulio dopo una lunga stagione costellata di poche gioie e molte delusioni, alternata da un riuscito festival rock a Martina Franca nel 1973 e poi l’esperimento in quel territorio di una comune agricola, ma anche il dilagare delle droghe pesanti tra i giovani brindisini , compresi quelli che avevano in Giulio il loro punto di riferimento. Insieme a Mario Merico, nel 1979, la battaglia per sensibilizzare la classe politica brindisina sulla necessità dell’istituire un presidio giovanile socioculturale per prevenire i fenomeni di emarginazione, causa del dilagare dell’eroina in città.
Dopo la nascita del Centro Sociale, ed aver partecipato all’occupazione della struttura di Restinco per adibirla a comunità di recupero, Giulio ritornò a vivere in campagna, lontano dai clamori cittadini, preferendo il contatto con la natura e la cura amorevole di decine di gatti che lo hanno seguito nelle sue peregrinazioni. Tra coloro che gli han dato una piccola mano per sopravvivere economicamente, spicca una figura su i generis: il compianto fotografo brindisino Armando Muraglia, radioamatore. Li si vedeva, sin che Armando era vivo, esporre insieme oggetti vintage nei mercatini dell’usato, cosa che poi ha continuato insieme a vecchi compagni, sino a l’anno scorso. Ciao Giulio, il nostro augurio che ora tu possa finalmente accudire i tuoi gattini senza apprensioni e possa continuare ad esserci idealmente vicino nelle nostre comuni battaglie di civiltà, con la tua macchina fotografica a tracolla.