A LECCE LA TASSA SUI RIFIUTI È AUMENTATA DEL +24,5% NEGLI ULTIMI 5 ANNI

STUDIO SULLA TARI A CURA DELLA UIL NAZIONALE – SERVIZIO LAVORO, COESIONE E TERRITORIO  

Giannetto, Uil: “Triste primato: il capoluogo salentino nella “top ten” nazionale delle città che registrano il maggiore incremento percentuale, nonostante l’importo invariato nel 2019 e 2020”

Lecce, 13 aprile 2021 – Negli ultimi cinque anni, tra il 2016 e il 2020, il costo medio annuo della Tassa sui Rifiuti (Tari) a Lecce-città è aumentato del +24,5%, anche se nel 2019 e nel 2020 l’importo da versare nelle casse comunali è rimasto invariato. Un dato che è valso alla Città barocca un poco invidiabile secondo posto nella “top ten” nazionale delle città-capoluogo che registrano il maggiore incremento percentuale nell’ultimo quinquennio, secondo lo studio elaborato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale. Al primo posto c’è Crotone, che registra +41,3 %. 

Decisamente più contenuti gli aumenti nelle altre province pugliesi: Bari +2,7%, Brindisi +10,2%, Foggia +12,1% e Taranto +3,7%.

Il campione preso in esame dallo studio Uil si riferisce ad una famiglia di 4 componenti e una casa di 80 mq (reddito Isee 25mila euro). In valori assoluti, le famiglie leccesi hanno versato in media 335 euro nel 2020 e nel 2019, a fronte dei 345 euro del 2018 e dei 269 euro del 2017 e 2016. “Va detto – sottolinea il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto – che il costo medio sostenuto dalle famiglie leccesi è comunque, ad oggi, il più basso in Puglia. A Bari, infatti, il costo medio della Tari 2020 è pari a 354 euro, a Taranto 353 euro, a Foggia 360 euro e a Brindisi 427 euro. Tutti importi comunque al di sopra della media nazionale che è di 307 euro”.

Secondo lo studio Uil, nel 2020 il costo maggiore della Tari si registra a Trapani con 494 euro medi l’anno a famiglia; a Crotone si versano 476 euro; a Benevento 472 euro; ad Agrigento 470 euro; a Reggio Calabria 461 euro; a Cagliari 458 euro; a Salerno e Asti 455 euro; a Messina 450 euro e a Napoli 442 euro. Si paga decisamente meno, invece, in città come Potenza, 133 euro l’anno a famiglia; a Novara 164 euro; a Belluno 170 euro; a Macerata 179 euro; a Brescia 184 euro; a Vercelli 183 euro; ad Ascoli Piceno 186 euro; a Pordenone 188 euro; a Vibo Valentia 190 euro e a Fermo 191 euro. 

“I numeri – rimarca il segretario Uil Giannetto – ci dicono che la Tari sta diventando un balzello sempre più esoso per le famiglie leccesi. Il punto è che a fronte di un tale incremento di costi (+24%) negli ultimi 5 anni, ci aspetteremmo un servizio notevolmente migliore dal punto di vista qualitativo, che preveda l’efficientamento dei sistemi di raccolta differenziata spinta, magari introducendo una tariffazione puntuale che premi i cittadini più virtuosi. Una gestione più oculata e attenta – prosegue – richiede senz’altro uno sforzo corale, che tuttavia va incentivato. Così come occorre fare di più per contrastare l’abbandono selvaggio dei rifiuti nelle campagne e nelle strade periferiche: chi ne fa le spese è l’intero territorio che punta sulla propria bellezza per attirare turisti da tutta Italia e nel mondo”. 

 


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