Legambiente chiede una revisione del progetto di economia circolare presentato da a2a a  Brindisi. 

Al Presidente  Michele Emiliano  Regione Puglia 

segreteria.presidente@regione.puglia.it 

All’Assessore all’Ambiente Ambiente,  

Ciclo rifiuti e bonifiche 

Regione Puglia 

Anna Grazia Maraschio 

ag.maraschio@regione.puglia.it 

assessore.ambiente.territorio@regione.puglia.it 

All’Assessore allo Sviluppo economico,  

Energia, Ricerca industriale e innovazione, 

Alessandro Delli Noci 

Regione Puglia 

staff.sviluppoeconomico@regione.puglia.it 

All’Ager Puglia 

avv. Gianfranco Grandaliano 

g.grandaliano@ager.puglia.it 

segreteria@ager.puglia.it 

Al Sindaco di Brindisi  

Riccardo ROSSI  

riccardo.rossi@comune.brindisi.it 

ufficioprotocollo@pec.comune.brindisi.it 

OGGETTO: Legambiente chiede una revisione del progetto di economia circolare presentato da a2a a  Brindisi. 

Negli oltre 8 anni trascorsi dalla chiusura della centrale termoelettrica Brindisi nord abbiamo assistito alla  presentazione di progetti fantasiosi ed a volte irricevibili. 

Abbiamo avuto la proposta di realizzare impianti di trattamento di rifiuti (combustibile da rifiuti e poi  combustibile solido secondario), di creare un impianto di trattamento in aerobiosi ed anaerobiosi della  frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) e di impianti di trattamento di vetro e plastica ed infine  della realizzazione di otto motori endotermici alimentati a gas, dopo l’autorizzazione di un impianto per il  rifasamento nella rete elettrica. 

Legambiente ha sempre manifestato l’assoluta disponibilità al confronto, tanto è vero che il suo presidente  nazionale Stefano Ciafani ha anche partecipato ad un sopralluogo nella centrale dismessa, ma ha sempre  fatto presente che progetti di trattamento di CDR e CSS erano irricevibili, tanto è vero che ha presentato  puntuali osservazioni nei procedimenti VIA conclusi con l’emissione di giudizi di compatibilità ambientale  negativi.

Via della Resistenza n. 48 palazzina B/2 – 70125 Bari – Tel: 080/5212083 – Fax: 080/4038818  E-mail: segrteeria@legambientepuglia.it – comunicazioni@pec.legambientepuglia.it – sito web: www.legambientepuglia.it C.F.: 05212080724 – Part. IVA: 07299620729 

Legambiente ha sempre evidenziato la necessità che a2a si facesse carico della bonifica della matrice suolo  (ovviamente includendo le aree tuttora occupate dagli impianti) e della falda, rispetto alla quale a2a, pur in  presenza riscontrata di arsenico e vanadio, tendeva a disconoscere la propria responsabilità. 

Legambiente ha anche dichiarato apertura verso la proposta di realizzare un impianto per il trattamento della  FORSU, a condizione, però, che tale impianto trovasse collocazione in quella che viene definita cittadella del  rifiuto (in cui è attivo l’impianto di biostabilizzazione) nell’area industriale di Brindisi, procedendo ad una  perequazione o permuta dei suoli e destinando buona parte dei 22 ettari attualmente occupati dagli impianti  della centrale Brindisi nord ad attività connesse alla logistica retroportuale ed alla produzione di energia  elettrica da fotovoltaico in funzione dell’elettrificazione delle banchine (eliminando l’accensione altamente  inquinante dei motori delle navi durante la sosta). 

L’occasione per la perequazione è stata offerta dalla manifestazione d’interesse avanzata dall’ex  Commissario prefettizio del Comune di Brindisi Giuffrè per la realizzazione di uno degli impianti previsti  dalla Regione Puglia per il trattamento della FORSU, ma nessuno ha provato a concretizzare tale ipotesi e  conseguentemente anche tale progetto è naufragato. 

Da ultimo a2a ha sottoposto a procedimento VIA, con richiesta recente di integrazione per quel che attiene la  realizzazione del metanodotto, la costruzione degli otto motori endotermici citati, progetto rispetto al quale  Legambiente ed altre associazioni hanno evidenziato l’incompatibilità ambientale ed urbanistica e che, anche  solo valutando la comparazione con le emissioni dichiarate, non potrebbe mai garantire le emissioni zero che  da otto anni la chiusura della centrale provoca. 

È in questo contesto (rinuncia alla proposta degli otto motori endotermici? Disponibilità alla produzione da  fotovoltaico per l’elettrificazione delle banchine?) che va esaminato il progetto per la realizzazione di un  impianto per la selezione ad umido della posidonia dalla sabbia e di materiale da destinare al riciclo ricavato  dallo spazzamento. Legambiente si riserva un giudizio nel merito più puntuale sul progetto non appena avrà  la documentazione da analizzare. 

Il progetto prevede una capacità in esercizio pari a 31.000 t/anno e prevede la selezione di sabbia da restituire  alle spiagge da cui è prelevata rispetto alla posidonia, al materiale organico ed ai rifiuti spiaggiati, nel  contempo venendo destinato a trattare rifiuti da spazzamento per selezionare materiali per calcestruzzi,  malte, bitumi. L’impianto produrrebbe un’occupazione pari a cinque addetti per turno. Il primo sommario  esame ed il riferimento alla dichiarata capacità di 31.000 t/anno probabilmente da considerare in espansione,  visto che sarebbe l’unico impianto con queste caratteristiche nel sud, rafforza la richiesta di Legambiente di  prevedere una trattativa con le istituzioni interessate (Regione Puglia, comune di Brindisi ed ASI) per  giungere ad una perequazione di suoli in quanto un impianto di trattamento di rifiuti spiaggiati o da  spazzamento sarebbe molto più logico dal punto di vista ambientale, urbanistico e di compatibilità con le  prospettive di sviluppo portuale e retroportuale, collocarlo nella zona dedicata nell’area portuale alla citata  cittadella del rifiuto. Appare superficiale l’attribuzione alla Provincia della valutazione sull’impatto  ambientale dell’impianto, da un lato per la sua stessa capacità in possibile espansione, dall’altro perchè è  difficile definire semplicemente inerte il materiale frutto dello spazzamento e soprattutto perchè bisogna  tenere conto delle disposizioni di legge concernenti la poseidonia e la tutela dei litorali sabbiosi. 

La poseidonia oceanica è una specie vegetale vincolata e di estrema importanza per l’equilibrio degli  ecosistemi marini in vicinanza delle coste del Mediterraneo. Circolari del Ministero dell’Ambiente (vedasi la  numero 88/38 del 20 maggio 2019) regolano le azioni possibili in presenza di banquettes, cioè degli  accumuli di poseidonia spiaggiata; essa va conservata in loco, se non è possibile restituirla al mare ed  utilizzata per il ripascimento dei lidi e dei cordoni dunali. L’ultima delle soluzioni possibili, in alternativa  all’ormai inaccettabile smaltimento in discarica, è il trattamento industriale di selezione al quale appare  difficile legare, viste le enormi quantità della poseidonia da trattare, la restituzione della sabbia al lido di  provenienza, tipologicamente non necessariamente simile ad altri da cui il materiale viene asportato.

Via della Resistenza n. 48 palazzina B/2 – 70125 Bari – Tel: 080/5212083 – Fax: 080/4038818  E-mail: segrteeria@legambientepuglia.it – comunicazioni@pec.legambientepuglia.it – sito web: www.legambientepuglia.it C.F.: 05212080724 – Part. IVA: 07299620729 

In ogni caso Legambiente resta disponibile a partecipare ad un confronto sull’impianto, sul suo effettivo  inserimento nell’ambito dell’economia circolare e della transizione energetica e sulle ricadute occupazionali  che appaiono estremamente contenute. 

 

Bari, 18 maggio 2021  

Legambiente Puglia 

Il direttore regionale 

Ruggero Ronzulli 

Legambiente Brindisi 

Il presidente  

Doretto Marinazzo


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