“Gianni Montalto, uno scrittore intramontabile”A cura di Ilaria Solazzo.
Come promesso abbiamo intervistato per voi lo scrittore Gianni Montalto autore del volume “La figlia del re”… un tesoro che va condiviso con tutti. Attraverso questa rapida intervista mettiamo una lente di ingrandimento su un libro che è un dono, una benedizione da parte di chi ha sempre mostrato grande amore verso il prossimo.

Titolo del libro: “La figlia del re”.
Autore: Gianni Montalto.
Genere: romanzo.
Editore: Europa Edizioni.
Formato: brossura.
Pubblicato: 31/03/2021.
Pagine: 346.
Lingua: italiana.
Isbn o codice id: 9791220108010.
https://www.europaedizioni.com/prodotti/la-figlia-del-re-gianni-montalto/
Autore: Gianni Montalto.
Genere: romanzo.
Editore: Europa Edizioni.
Formato: brossura.
Pubblicato: 31/03/2021.
Pagine: 346.
Lingua: italiana.
Isbn o codice id: 9791220108010.
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Per comprare il libro online
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INTERVISTA ALL’AUTORE
ILARIA – Ciao Gianni, come stai? Nel tuo libro racconti le vicende di un uomo incredibile che ha lasciato una traccia importante dietro di se, come e perché hai deciso di raccontare la sua storia?
GIANNI – Sto benissimo, grazie. Passo subito alla prima risposta. Tutti abbiamo bisogno di comunicare, di condividere. Io nella mia vita l’ho fatto raccontando questa storia. Una tavola imbandita su cui tutti possono cibarsi e dissetarsi, un banchetto di nozze a cui tutti possono partecipare. Il tempo dedicato è stato il tempo rubato al riposo, alla notte. La mia vita è colma di incontri e avvenimenti, come lo è stata quella del protagonista.
GIANNI – Sto benissimo, grazie. Passo subito alla prima risposta. Tutti abbiamo bisogno di comunicare, di condividere. Io nella mia vita l’ho fatto raccontando questa storia. Una tavola imbandita su cui tutti possono cibarsi e dissetarsi, un banchetto di nozze a cui tutti possono partecipare. Il tempo dedicato è stato il tempo rubato al riposo, alla notte. La mia vita è colma di incontri e avvenimenti, come lo è stata quella del protagonista.
ILARIA – Quando è nata la volontà di scrivere questo romanzo?
GIANNI – Covavo da tempo l’idea di scrivere un romanzo, così circa due anni fa ho voluto dare sfogo alla mia immaginazione. Sono un appassionato della cultura egizia da quando ero ragazzo e mi piaceva l’idea di una storia che traesse origine dalle gesta di uno dei faraoni più famosi agli occhi del mondo, Tutankhamon. Il suo regno è durato molto poco, ma la scoperta della sua tomba, avvenuta nel 1922, lo ha assurto a gloria imperitura. Desideravo far muovere i personaggi in un ambiente reale ma con richiami al passato e spero d’esserci riuscito. Ho voluto dare un’impronta molto dinamica alla storia con un ritmo serrato, per invogliare il lettore a restare incollato al libro, sorprendendolo con frequenti colpi di scena, trascinandolo a un finale inaspettato. In buona sostanza, si tratta di un thriller moderno che si presta a più soluzioni, perché ritengo che il lettore debba “interpretare” la storia come meglio desidera senza subire influenze esterne, cercando tuttavia di cogliere il pensiero dell’autore. Non è tanto importante la quantità delle azioni, quanto la qualità. Non è importante l’eco, quanto l’aiuto, la condivisione nel silenzio di uno sguardo sincero, nel pudore della riservatezza, nel sapere, anche muto, che il giorno non è andato perso.
GIANNI – Covavo da tempo l’idea di scrivere un romanzo, così circa due anni fa ho voluto dare sfogo alla mia immaginazione. Sono un appassionato della cultura egizia da quando ero ragazzo e mi piaceva l’idea di una storia che traesse origine dalle gesta di uno dei faraoni più famosi agli occhi del mondo, Tutankhamon. Il suo regno è durato molto poco, ma la scoperta della sua tomba, avvenuta nel 1922, lo ha assurto a gloria imperitura. Desideravo far muovere i personaggi in un ambiente reale ma con richiami al passato e spero d’esserci riuscito. Ho voluto dare un’impronta molto dinamica alla storia con un ritmo serrato, per invogliare il lettore a restare incollato al libro, sorprendendolo con frequenti colpi di scena, trascinandolo a un finale inaspettato. In buona sostanza, si tratta di un thriller moderno che si presta a più soluzioni, perché ritengo che il lettore debba “interpretare” la storia come meglio desidera senza subire influenze esterne, cercando tuttavia di cogliere il pensiero dell’autore. Non è tanto importante la quantità delle azioni, quanto la qualità. Non è importante l’eco, quanto l’aiuto, la condivisione nel silenzio di uno sguardo sincero, nel pudore della riservatezza, nel sapere, anche muto, che il giorno non è andato perso.
ILARIA – Quali esperienze ti hanno ispirato la stesura di questa storia?
GIANNI – La cultura egizia mi affascina da sempre. Ho avuto modo di leggere molti romanzi ambientati nell’antico Egitto e non volevo emulare altri autori, anche se molto blasonati, e così la mia storia l’ho ambientata ai giorni nostri. I luoghi in cui si muovono i personaggi sono in parte inventati, anche se la loro descrizione, a volte molto particolareggiata, potrebbe far pensare a siti esistenti. Io penso che, al di là della storia narrata, il lettore dovrebbe essere lui stesso protagonista, tanto quanto i personaggi che ne fanno parte, catapultandolo in essa per renderlo partecipe di ogni situazione, diventando padrone dell’azione. Soltanto così potrà determinare gli eventi fino a prevederli, ancor prima che glieli si rendano noti. Credo che ogni autore voglia che questo accada: sorprendere il lettore è il risultato migliore che uno possa aspettarsi.
GIANNI – La cultura egizia mi affascina da sempre. Ho avuto modo di leggere molti romanzi ambientati nell’antico Egitto e non volevo emulare altri autori, anche se molto blasonati, e così la mia storia l’ho ambientata ai giorni nostri. I luoghi in cui si muovono i personaggi sono in parte inventati, anche se la loro descrizione, a volte molto particolareggiata, potrebbe far pensare a siti esistenti. Io penso che, al di là della storia narrata, il lettore dovrebbe essere lui stesso protagonista, tanto quanto i personaggi che ne fanno parte, catapultandolo in essa per renderlo partecipe di ogni situazione, diventando padrone dell’azione. Soltanto così potrà determinare gli eventi fino a prevederli, ancor prima che glieli si rendano noti. Credo che ogni autore voglia che questo accada: sorprendere il lettore è il risultato migliore che uno possa aspettarsi.
ILARIA – Leggendo il tuo libro ho avuto la sensazione che tu abbia voluto lasciare aperta una porta al lettore, affinché potesse dare una propria e personale interpretazione alla narrazione. Sbaglio?
GIANNI – Hai perfettamente ragione. Ho voluto mettere il lettore al centro della scena, lasciandogli la libertà di interpretare a suo piacimento il racconto, sperando di averne condiviso molte aspettative.
GIANNI – Hai perfettamente ragione. Ho voluto mettere il lettore al centro della scena, lasciandogli la libertà di interpretare a suo piacimento il racconto, sperando di averne condiviso molte aspettative.
ILARIA – Qualche scopo particolare ti ha indotto a scrivere “La figlia del re”?
GIANNI – L’idea era quella di propormi con una storia che poteva suscitare l’interesse del pubblico. La cultura egizia affascina da sempre il mondo e così ho pensato di metterla alla base di un racconto che avrebbe potuto incuriosire il lettore. Questo era l’auspicio. Solo il tempo mi dirà se avrò raggiunto l’obiettivo.
GIANNI – L’idea era quella di propormi con una storia che poteva suscitare l’interesse del pubblico. La cultura egizia affascina da sempre il mondo e così ho pensato di metterla alla base di un racconto che avrebbe potuto incuriosire il lettore. Questo era l’auspicio. Solo il tempo mi dirà se avrò raggiunto l’obiettivo.
A cura di Ilaria Solazzo.
Foto gentilmente concesse dallo scrittore G. Montalto.