CELLINO SAN MARCO: SPARA A UCCELLI DI SPECIE PROTETTE E VIENE DENUNCIATO

CONTROLLI DEI CARABINIERI FORESTALI SULLA CACCIA.SEQUESTRATI FUCILI E MUNIZIONI – 14 DENUNCE IN 2 MESI

Un’altra persona denunciata per abusi di caccia dai Carabinieri Forestali in provincia di Brindisi, con il numero che sale a 14 dall’ inizio della stagione venatoria. Questa volta, nelle campagne di Cellino San Marco, dove residuano complessi boscati non grandi, ma importanti anche per la fauna e l’ ecosistema locale, una pattuglia della Stazione Forestale di Brindisi stava effettuando un’ attività di controllo pomeridiana, considerando il normale intensificarsi delle “doppiette” verso il tramonto.

    Uditi degli spari, i Militari hanno raggiunto un gruppo di 3 cacciatori, procedendo all’ identificazione degli stessi ed ai controlli di rito (licenza di porto di fucile, concessione regionale, assicurazione). Nello stesso frangente, però, si sono accorti che uno di loro nascondeva un capo di avifauna, verosimilmente appena abbattuto, nella vegetazione.

   I Carabinieri Forestali hanno ritrovato l’ esemplare, ancora sanguinante, occultato in un cespuglio; si trattava di un colombo torraiolo, specie per cui non è consentito il prelievo venatorio, ai sensi della Legge n. 157 del 1992 (norma quadro nazionale sulla caccia e la fauna omeoterma).

   Il bracconiere, C.M. di anni 49, è stato perciò deferito alla Procura della Repubblica di Brindisi per il reato di cui all’ art. 30, comma 1, lett. h) della legge-quadro sopra ricordata, per abbattimento di esemplare di specie per cui la caccia non è consentita. Sono stati sequestrati, oltre al capo abbattuto, il fucile e le munizioni al seguito.

   I numeri di illeciti penali accertati in soli 2 mesi dai Carabinieri Forestale, cui fanno corona un numero anche maggiore di violazioni amministrative (per distanze da case e strade non rispettate, mancata segnatura delle giornate di caccia sul tesserino, mancata raccolta delle cartucce esplose dal terreno, ecc.), sono testimoni, oltre che di un’ intensa attività di contrasto all’ illegalità, anche di una consistente pressione venatoria sul territorio, laddove la provincia di Brindisi presenta il più alto rapporto, a livello regionale, fra cacciatori e popolazione residente.

   Ad una situazione di compenetrazione del tessuto urbano in aree un tempo rurali è da ricondurre, pertanto, l’ ordinanza emanata dal Sindaco di Brindisi il 15 novembre scorso, che ha interdetto all’ attività venatoria una zona periferica in contrada Montenegro, a seguito di numerose segnalazioni da parte dei residenti.


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