Somministrati Arpal, trasferimenti ingiustificati e discriminazione dì genere. La denuncia di Mazzarano

“Per i 200 lavoratori somministrati Arpal che il 14 febbraio torneranno al lavoro si tratta di un primo passo che tuttavia rischia di trasformarsi in un passo falso. Se fossero accertate le notizie diffuse dai lavoratori che denunciano inspiegabili cambi di sede e discriminazioni di genere, questo rappresenterebbe un gravissimo atto di ritorsione contro i lavoratori”


Lo ha dichiarato il consigliere regionale Michele Mazzarano a seguito della firma dei nuovi contratti di lavoro a tempo determinato per i 200 somministrati Arpal che dal dicembre dello scorso anno erano stati lasciati a casa, e della contestuale denuncia dei rappresentanti dei lavoratori sulle nuove condizioni lavorative.
“Nella riassegnazione delle sedi di lavoro subito dopo la stipula dei nuovi contratti – ha spiegato Mazzarano – è risultato subito evidente come Job Italia, l’agenzia interinale scelta da Arpal, intenda attuare una strategia di disincentivazione al lavoro utilizzando un metodo che i lavoratori conoscono bene, e cioè quello dì inviarti nella sede più lontana da casa per costringerti a rinunciare al lavoro. Non si spiegherebbe altrimenti come mai, e solo per citare alcuni esempi, lavoratori di Brindisi vengono assegnati alle sedi di Lecce e Casarano e lavoratori dì Lecce costretti ad andare a lavorare nei centri per l’impiego di Brindisi, oppure lavoratori di Martina Franca spediti a Taranto e viceversa. In alcuni casi i lavoratori devono percorrere oltre 50 chilometri per raggiungere il posto di lavoro.
“Insieme con gli assessori Sebastiano Leo e Raffaele Piemontese – ha continuato Mazzarano – ci siamo impegnati affinchè venisse attuata la norma con la quale il Consiglio regionale aveva consentito ad Arpal di assumere a tempo determinato i lavoratori in somministrazione almeno fino all’espletamento del concorso pubblico.
Superando ogni ostacolo, anche di incomunicabilità tra Arpal e assessorato, abbiamo raggiunto un primo importante obiettivo, quello della firma del contratto fino al 31 marzo, al quale ci auguriamo ne seguirà un altro fino a giugno per garantire l’efficienza dei centri per l’impiego.
“Apprendere notizie come questa – ha concluso Mazzarano – non solo ha il sapore della beffa, rappresenta una grave violazione della legge regionale che impone la continuità amministrativa dei centri per l’impiego che svolgono servizi essenziali per i cittadini  più fragili”.


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