Rete laboratori accreditati. M5S deposita audizione. “Serve un confronto tra laboratori e assessorato alla sanità”

“Serve un ulteriore confronto tra i rappresentanti dei laboratori analisi accreditati e la Regione Puglia.

La riorganizzazione della rete, che dovrà essere completata entro il 31 dicembre di quest’anno, non può essere fatta a discapito dei servizi offerti ai cittadini, con l’inevitabile smantellamento di laboratori storici del territorio, in favore di grandi gruppi finanziari, spesso stranieri. Questo in aperto contrasto proprio con quanto stabilito sia dalla legge nazionale che dalla delibera di Giunta 736/2017 con cui la Regione ha fornito i criteri per la riorganizzazione, dove è previsto che le aggregazioni in Rete debbano rimanere in limiti territoriali e  non possano detenere quote di partecipazione in altre aggregazioni presenti in tutto il territorio nazionale. L’assessore Palese lunedì ha chiesto tempo per approfondire la situazione con gli uffici, ma crediamo sia urgente chiarire il prima possibile i dubbi in Commissione. Una richiesta che avevamo già fatto prima dell’ultima seduta di commissione viste le numerose segnalazioni ricevute dai laboratori analisi”. Lo dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili e il capogruppo del M5S Marco Galante che hanno depositato la richiesta di audizione dell’assessore alla Sanità della Regione Puglia Rocco Palese e del dirigente del Servizio Strategie e Governo dell’Offerta del Dipartimento di Promozione della Salute, Dott. Vito Carbone.

“L’obiettivo – continuano i pentastellati – è chiarire e conoscere le modalità concrete attraverso le quali l’ufficio intende intervenire sulle forme di razionalizzazione della diagnostica di laboratorio, migliorandole, al fine di rispondere in maniera sempre più efficace, efficiente e appropriata al fabbisogno di prestazioni. Non possiamo accettare che tante strutture accreditate si trasformino in Punti di Accesso, abbandonando il modello A in favore del modello B1 (o addirittura B2) e quindi dismettere strumentazioni e risorse tecnologiche avanzate precedentemente acquistate, per ridurre la propria attività alle poche prestazioni indifferibili ed urgenti. Questo tanto più perché il Ministero ha previsto solo che per l’accreditamento vengano mantenute le 200.000 prestazioni annuali, senza l’obbligo di abbandonare il modello A per il modello B. I laboratori analisi sono punti di riferimento per i cittadini nei diversi territori:  non possiamo permettere che i grandi gruppi di investimento stranieri ne prendano il posto, rischiando sia un impoverimento nei servizi che la perdita degli attuali posti di lavoro”.


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