Bruxelles.Caro energia, Pedicini (Greens/Efa): “Coi denari del Sud pagheremo le bollette alle imprese del Nord”

L’europarlamentare dopo la decisione di Econfin sull’utilizzo contro il caro energia dei fondi strutturali 2014-2020: “Quelle risorse vanno destinate esclusivamente al rilancio di territori sottosviluppati”

“I fondi strutturali europei hanno il fine esclusivo, nell’ottica della coesione territoriale, di rilanciare i territori in stato di arretratezza, consentendo loro di diminuire il divario con le regioni più sviluppate. Il Mezzogiorno d’Italia è il territorio attenzionata da questa misura. Ed è paradossale che il Consiglio Ecofin voglia oggi dirottare sul caro energia i soldi non ancora spesi della programmazione 2014-2020. Non si può pensare di andare incontro a famiglie e imprese, sottraendo proprio quelle risorse che, se ben spese, rilancerebbero aree sottosviluppate, come il nostro Sud, migliorando in maniera strutturale e definitiva la qualità della vita di tantissimi cittadini, facendo girare l’economia e restituendo vera linfa a tutti i settori produttivi”. Lo dichiara l’europarlamentare del Gruppo Greens/Efa Piernicola Pedicini, commentando la decisione emersa dal Consiglio Econfin in Lussemburgo, sull’utilizzo contro il caro energia dei fondi strutturali 2014-2020.

“La soluzione di Ecofin è una coperta cortissima – sottolinea Pedicini – e comporterebbe la redistribuzione di 20 miliardi in prevalenza alle imprese del Nord. Alla fine le già ricche regioni settentrionali, dopo aver già incassato i fondi per le politiche di coesione che spettano loro, potranno beneficiare anche delle risorse residue che erano inizialmente destinate al Sud. L’Europa vigili, piuttosto, affinché quei soldi vengano spesi, fino all’ultimo centesimo ed entro i tempi stabiliti, per creare infrastrutture, per sbloccare cantieri, far partire grandi opere e favorire la crescita economica e occupazionale. Non si aiutano famiglie e imprese – conclude l’europarlamentare – lasciando i territori in cui vivono e operano in stato di arretratezza. Né possiamo consentire, come già accaduto con ReactEU nel 2020, l’ennesimo scippo al Meridione d’Italia a beneficio delle regioni del Nord”.     


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