BRINDISI.La crisi di Cuba e il terrore atomico con gli occhi di un bambino brindisino di sessanta anni fa.di Antonio Camuso

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Quando mio padre fu incaricato di istruire la popolazione brindisina a prepararsi all’olocausto nucleare.Sopravvive chi pensa e provvede in tempo”. Il manuale di difesa atomica del 1962.

Il rischio una guerra atomica scatenata dalla crisi Ucraina aleggia come uno spettro sul nostro Pianeta che rischia di esser riportato ai primordi della sua formazione ovvero a un’arida distesa di rocce e oceani fumanti. Nei media è ricorrente il paragone con un altro momento in cui si rischiò un conflitto atomico, ovvero durante la famosa crisi dei missili a Cuba, nel 1962. Di essa si son scritti libri e romanzi, girati film e documentari, e le cineteche mondiali sono stracolme di pellicole e documenti sonori prodotti in quell’occasione. Gran parte della mia generazione, quella che aveva dieci anni all’epoca, ne ha un ricordo evanescente e in bianco e nero, come le immagini un po’ sfocate delle TV a valvole dell’epoca.  Ben diverso è quanto è rimasto impresso in me di quei giorni che, nonostante la mia giovane età, furono vissuti con grande angoscia e con una cognizione di causa che proveniva dall’essere figlio di un militare che, di quel rischio atomico, se ne doveva occupare per professione.

Vivevamo in una casa in una località isolata dall’estrema periferia di Brindisi e distante solo un centinaio di metri da una segreta e ben mimetizzata polveriera della Marina Militare, la Polveriera Cillarese. Oggi ben poco rimane di essa, confinante con il parco cittadino del Cillarese, con gli edifici demoliti e le polveriere in galleria sommerse da milioni di litri di acqua della diga del SISRI alimentata dall’omonimo canale Cillarese.

Nel 1962, mio padre, il montellese Luigi Camuso, da poco promosso Maresciallo di prima classe, capo artificiere, era di fatto responsabile di tutte le operazioni inerenti alla corretta messa in sicurezza dei sette depositi di munizioni in caverna, il cui accidentale scoppio avrebbe potuto causare una catastrofe sulla città di Brindisi. La competenza e le qualità professionali del maresciallo Camuso lo facevano essere un soggetto particolarmente ricercato dal Comando Marina brindisino per incarichi particolarmente pericolosi, quali la bonifica di mine e residuati bellici della seconda guerra mondiale, o per collaborare con carabinieri e Capitaneria di Porto quando si trattava di ispezionare navi mercantili provenienti dalla Cortina di Ferro. Tra i suoi principali  compiti  era l’ addestrare  i marinai a lui sottoposti , sui rischi del maneggio di armi ed esplosivi, ma in quel fatidico 1962 ricevette un incarico al limite del paradossale: in altre parole far parte di un team che avrebbe dovuto fornire ai civili le nozioni elementari di sopravvivenza a un attacco atomico. Un iter che avrebbe dovuto coinvolgere nelle lezioni,  in una prima fase  le famiglie dei militari delle diverse armi presenti a Brindisi e poi estendersi agli ordini professionali, alle maestranze delle industrie brindisine e , in linea con lo standard seguito negli USA,  alla popolazione scolastica, insegnanti e bambini sin nella più tenera età.

 Fu quella,  un’iniziativa di cui  in Italia pochi ne sono a conoscenza  e che provenne dallo Stato Maggiore Difesa, in un’epoca in cui non esisteva la Protezione Civile, con l’angoscioso scandire dei giorni e poi delle ore che avvicinavano il mondo allo scoppio della guerra atomica tra USA e URSS,e in cui il primo teatro di conflitto sarebbe stata l’Europa.  A cura dello SMD fu stampato in fretta in furia un manuale di sopravvivenza sulla falsariga d’identici distribuiti negli USA in decine di migliaia di copie, dove scoppiava la  corsa alla costruzione di bunker antiatomici in giardino  e le scolaresche erano addestrate a gettarsi a terra  e chiudere gli occhi in caso di  un vicino scoppio atomico. Le prime copie di quel manuale furono spedite in fretta in furia in Puglia dove erano schierati gli Jupiter.

Brindisi e la Puglia , il primo obbiettivo delle atomiche russe.

La narrazione ufficiale sulla crisi cubana del 1962, ed in particolare dai media italiani,  omette di spiegare come essa fu innescata dal dispiegamento da parte USA  sul confine della Cortina di ferro di micidiali missili balistici con testate nucleari all’idrogeno capaci di distruggere con una sola esplosione una regione quanto la Puglia. Gli Jupiter in Italia furono schierati in Puglia sulle Murge meridionali ed avevano come centro di controllo e  comunicazione diretta con il Pentagono , la base di guerra elettronica di San Vito dei Normanni, alle porte di Brindisi.  Il governo italiano accettando il dispiegamento degli Jupiter in nome della fedeltà atalantica cinicamente acconsentì che l’intera popolazione pugliese, ed in primis quella brindisina, fosse annientata durante la prima risposta sovietica ad uno strike atomico statunitense contro i missili russi schierati a Cuba. 

Risultando mio padre, dai ruolini, aver frequentato con risultati eccellenti i corsi del 1954, presso le Scuole CEMM di Venezia, sui rischi dell’arma atomica, il comando Marina di Brindisi, lo chiamò in tutta fretta per questo nuovo incarico, che lo avrebbe visto girare per scuole e uffici brindisini a illudere la gente che si poteva convivere e sopravvivere a una guerra nucleare. Ricordo quando mio padre ritornò sconfortato da Porta Vittoria scaraventando quel manualetto sul comodino  al fianco del letto. Un manuale che rimase lì per oltre dieci giorni  a mia disposizione poiché mio padre poche ore dopo, nottetempo, fu prelevato da un ufficale e marinai con elemetto e mitra in spalla , giunti sottocasa con una jeep a causa di un’improvvisa esercitazione NATO.

 In quell’occasione si simulò il lancio di paracadutisti russi intenzionati a prender  possesso della polveriera Cillarese, mentre navi e aerei assaltavano porto e aeroporto di Brindisi.

Reso orfano momentaneo di padre,  vissi il resto di quei giorni tempestosi  attaccato alla TV e d imparai a memoria quel manuale che è divenuto per me la mia Bibbia antimilitarista e che serbo con grande cura  e il cui insegnamento  è uno solo :-“ Se per salvarti non ti vuoi rintanare nelle profondità della terra come un topo,  e se vuoi un futuro per te e i tuoi figli, coltiva la Pace e la fratellanza tra i popoli!”

 

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone


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