APPELLO DEL SAPPE AL PREMIER MELONI: “DELUSI DA MANOVRA A POLIZIA PENITENZIARIA. NON METTETE POLIZIA E CARCERI IN GINOCCHIO CON SCURE E TAGLI INGIUSTIFICATI: NON ERAVATE GLI AMICI DEL MONDO DELLE DIVISE?”

C’è grande delusione nel Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo avere letto il testo della bozza della legge finanziaria per l’anno 2023 con riferimento ai fondi da destinare al Corpo di Polizia Penitenziaria.

“Difatti, contrariamente a quanto fosse auspicabile, per i prossimi tre anni si prevede che le spese dell’Amministrazione penitenziaria debbano essere ridotte di oltre 35 milioni di euro” spiega il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ha inviato una nota urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ed al Ministro Guardasigilli Carlo Nordio.

“Chiedo loro di non dare corso a tagli ingiusti e ingiustificati, previsti nei commi 2 e 3 dell’articolo 154 della bozza di legge, perché ciò significherebbe significa che al personale di servizio nelle patrie galere si chiederanno ulteriori sforzi rispetto a quelli già abnormi cui è giornalmente “costretto” a far fronte”,evidenzia. “Non solo, nella censurata previsione di bilancio si apprende che verranno pure ridotte le spese per le mense del personale che lavora negli istituti minorili, già ampiamente disertate, vista la scarsa qualità del cibo che viene propinata ai colleghi a causa degli appalti al ribasso che vengono vinti dalle ditte partecipanti.          Attualmente, almeno in media, il rapporto agenti-detenuti presenti nelle sezioni detentive è di 1 a 100 e, dunque, facciamo davvero fatica a comprendere come si potrà razionalizzare ulteriormente risorse umane. E faccio fatica a comprendere come l’Amministrazione potrà riorganizzare i servizi e garantire il paventato efficientamento previsto dalla legge di bilancio se, in realtà, mettendo praticamente da parte la sicurezza, già adesso un poliziotto è impiegato in più posti di servizio per volta”.

“Nei penitenziari della Penisola, come da noi ribadito più volte, non vi sono nemmeno poliziotti da impiegare come “sentinelle” sul muro di cinta, figuriamoci cosa succederebbe con il previsto taglio delle spese”, denuncia Capece. “Non va tra l’altro dimenticato che in alcuni di essi non funzionano neppure gli impianti di anti-scavalcamento e quelli di antintrusione, causa l’assenza di fondi per poterli riparare. La condizione delle carceri è davvero drammatica e i poliziotti, non per colpe loro addebitabili, non riescono più ad assicurare l’ordine e la sicurezza dei penitenziari e ciò è lapalissianamente rinvenibile dalle continue notizie che ci giungono dai nostri colleghi e dai media”.

“Ci saremmo aspettati ben altra considerazione da chi si è sempre detto – in campagna elettorale e quando era all’opposizione – sensibile e vicino al mondo delle Forze di Polizia e delle divise”, conclude Capece. “Ridurre ulteriormente la spesa, finanche provvedendo alla razionalizzazione delle risorse umane, vorrebbe dire letteralmente consegnare le carceri alla criminalità. Carceri che allo stato attuale sono già allo sbando, causa la cronica carenza di personale e di fondi utili per implementare la sicurezza, abbisogna assolutamente di concreti e cospicui investimenti, in termini tecnologici e di risorse di ogni tipo”.

Da qui la richiesta di un incontro urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ed al Ministro Guardasigilli Carlo Nordio per fermare la “scure” dei tagli che avranno effetti “devastanti” per il Corpo di Polizia Penitenziaria.


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