Sanità, Nursing Up De Palma: «Aggressione infermieri al “Vecchio Pellegrini” di Napoli: da nostra indagine risulta che negli ospedali partenopei mancano ancora all’appello i tanti annunciati presidi di pubblica sicurezza.

Eppure il Ministero degli Interni aveva pubblicamente confermato che, a metà gennaio, sarebbe avvenuta quella svolta epocale che il nostro sindacato sta invocando da tempo. Cresce la nostra preoccupazione per il dilagare di violenze a cui non si potrà mettere fine senza la presenza costante delle forze dell’ordine nelle strutture sanitarie. Attendiamo che il Ministero faccia chiarezza sui tempi di un progetto che migliaia di infermieri, da nord a sud, legittimamente chiedono».

 

«Due infermieri aggrediti in modo vergognoso e inaudito, uno di loro avrebbe addirittura riportato un grave trauma maxilo facciale, con ben 21 giorni di prognosi. La loro unica colpa? Non essere riusciti, nonostante ce l’abbiano messa davvero tutta, ne siamo certi, a salvare la vita di un 64enne giunto al “Vecchio Pellegrini” di Napoli già in arresto cardiaco. Brutalmente picchiati dal figlio dell’uomo, non hanno potuto nulla contro la sua furia cieca e inspiegabile.

La Campania e Napoli sono nuovamente teatro di vergognose aggressioni ai danni dei nostri operatori sanitari, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ma ciò che ci fa ancora di più preoccupare, oltre ai vili e inspiegabili fenomeni di violenza, è la tardiva risposta di un Ministero degli Interni che aveva inserito proprio il Vecchio Pellegrini, a metà gennaio, insieme al Cardarelli e all’Ospedale del Mare, tra le strutture regionali destinate immediatamente al ripristino dei presidi di pubblica sicurezza.

A quanto ci risulta, invece, sarebbero intervenuti i carabinieri della stazione di San Giuseppe. Nella giornata di ieri abbiamo voluto accertarci di persona se nei tre ospedali napoletani i tanto attesi presidi sono stati attivati. Per il momento ciò che è stato annunciato pate che non sia ancora avvenuto, e le aziende sanitarie sarebbero state informate che il tanto atteso cambiamento, così come previsto per numerose strutture del Lazio, sarebbe imminente.

Non possiamo non nascondere la nostra legittima preoccupazione, continua De Palma. Siamo stati i primi ad accogliere positivamente la pronta risposta del Ministro Piantedosi ai nostri appelli che vanno avanti da anni.

In Campania, è risaputo, ancora più che nel Lazio, siamo anche di fronte ad una carenza di personale, tra le forze dell’ordine, che rischia di rendere tutto tremendamente più complicato e di ritardare un intervento che è fondamentale per arginare alla radice quello che rappresenta un vero e proprio cancro. 

Siamo di fronte, inoltre, lo ripetiamo da tempo, ad un pericoloso vortice di mala cultura, all’interno del quale taluni pazienti o parenti sono ben lontani dall’immaginare che gli operatori sanitari non sono da considerare, ogni volta, i capri espiatori di turno, rispetto a qualunque carenza strutturale di un ospedale, fino ad arrivare a considerarli colpevoli del decesso di un uomo o di una donna giunto già al pronto soccorso in fin di vita e rispetto alle cui condizioni, siamo certi, i colleghi hanno provato a fare tutto quello che era nelle loro possibilità. 

I dati Inail, del resto, sono inconfutabili, nonostante non riportino le migliaia di casi non denunciati. La metà circa delle aggressioni al personale sanitario, è verso gli infermieri: circa 5.000 ogni anno, 13-14 al giorno. E nel 58% dei casi si è trattato di un’aggressione fisica.

Le nostre donne, le nostre infermiere, rappresentano in assoluto, con il 78% dei casi, non dimentichiamolo, le vittime sacrificali del comparto.

A questo punto, conclude De Palma, chiediamo prontamente, ai vertici del Ministero degli Interni, di fare chiarezza in merito all’annunciato piano del ripristino dei presidi di pubblica sicurezza, ricordando anche, che oltre a Lazio e Campania, anche gli infermieri di tutte le altre regioni necessitano di un supporto immediato a tutela della loro incolumità».


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