Gagliani (Associazioni Ambientaliste di Brindisi):10 quesiti ambientali da porre ai candidati sindaci

Le associazioni ambientaliste brindisine lamentano che nessun candidato sindaco abbia proposto loro un confronto e un ascolto sulle tante problematiche ambientali del nostro territorio ma solo inviti generali di partecipare ai loro comizi elettorali.

Così siamo costretti a interpellare i candidati sindaci attraverso i media per conoscere  la loro opinione sui più spinosi progetti ambientali locali e quali impegni intendono prendere sulle 10 questioni più attuali, una volta eletti sindaci.

Riteniamo, in ragione dell’impegno profuso in tanti anni a difesa del nostro territorio, di poter pretendere una risposta netta e  una precisa posizione, favorevole o contraria, su ognuno dei seguenti progetti:

  1. Vasca di colmata: si prevede la realizzazione di una grande vasca di cemento nel porto all’estuario di Fiume Grande, da riempire col materiale tossico dei dragaggi dei porti di tutto l’Adriatico meridionale: una pericolosa discarica in mare che resterà in eterno, come Micorosa, soggetta ai sempre più catastrofici e imprevedibili eventi naturali. Opera rifiutata da altri porti e in fase di cantiere a Brindisi.
  2. Deposito GNL Edison: da realizzare all’imbocco del porto di a Costa Morena in mezzo ad altri 11 siti ad alto rischio di incidente rilevante secondo la Direttiva Seveso 3. Un vai e vieni di scarico di metaniere e di carico di autocisterne e bettoline di un gas a -161 °C che produce gas fuggitivo (BOG) a elevato rischio esplosivo e che Edison considera “una variazione secondaria del progetto di deposito”. Depositi simili sono stati rifiutati da altri Comuni, come Manfredonia, Napoli e Messina, perché contrari agli investimenti PNRR sul rilancio dei porti.
  3. Deposito costiero benzina e diesel Brundisium: progetto del 2005, poi dimenticato, nell’aprile 2023 ne è stata disposta la proroga per altri due anni per realizzare l’ennesimo e inutile deposito pericoloso in zona SIN del porto, mentre tutta l’Europa tende all’abbandono dei combustibili fossili per l’autotrazione.
  4. Bonifica di Micorosa: da oltre 40 anni sono falliti tanti progetti di bonifica della discarica industriale più grande d’Europa che rappresenta una vera e propria bomba ecologica; una bonifica che proprio Edison, l’azienda allora MontEdison, ha contestato con un ricorso al TAR e che ora si ripresenta invece a Brindisi con il nuovo progetto Deposito GNL.

Per quanto riguarda altri temi sensibili relativi alla tutela della salute pubblica riteniamo di evidenziare  che , nel marzo di quest’anno, sono stati diffusi i risultati del sesto Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento SENTIERI, dai quali si rileva un aumento delle anomalie congenite, dei tumori maligni e un eccesso del rischio di ospedalizzazione nella comunità residente, dimostrando una evidenza scientifica del ruolo dei siti industriali contaminanti.

  1. Centrale a carbone ENEL di Cerano e centrale a olio di palma SFIR: la centrale di Cerano in parziale dismissione, insieme alla centrale a biomasse di SFIR, noto solo come zuccherificio,  sono stati autorizzati a bruciare al massimo del potenziale dal decreto emergenza energia dal Governo Draghi per la guerra russo/ucraina. E nonostante non ci sia più tale emergenza energetica, anzi l’Italia vuole diventare “hub del gas”, tali centrali continuano a bruciare al massimo e a fare extraprofitti con la speculazione dei costi energetici. Chiediamo il ridimensionamento, come a gennaio 2021, a un solo reattore e la chiusura definitiva nel 2025 o anche prima.
  2. Petrolchimico Eni Versalis: come dimostrato dal Rapporto SENTIERI, l’azienda continua a produrre sostanze inquinanti e pericolose per l’ambiente e la salute senza la rete di monitoraggio richiesta da ISPRA, ARPA e Comune: ricordiamo che il Sindaco ha come compito istituzionale salvaguardia della salute pubblica della cittadinanza. Inoltre si dubita che il sistema di emergenza e urgenza sanitario locale sia proporzionato al rischio di incidenti rilevanti, come è stato segnalato in corso di osservazioni al Piano di Emergenza Esterno.
  3. Trivelle in mare: con l’emergenza gas e la crisi ucraina, si sono riaperti i progetti di trivellazioni di gas di fronte alla costa brindisina con nuove richieste di esplorazione e coltivazione, anche entro le 12 miglia. La chiusura di Campo Aquila 2 dell’ENI nel 2021, il più grande pozzo offshore italiano al largo di Brindisi, ha dimostrato che l’estrazione residuale non è più economicamente e ambientalmente sostenibile.
  4. Raddoppio TAP e nuovi gasdotti Matagiola – Massafra e Poseidon: l’emergenza gas ormai passata e la nuova politica di diventare ”hub del gas” sta giustificando l’ampliamento e la nuova realizzazione di gasdotti di metano che passeranno tutti dallo snodo di Matagiola, a pochi chilometri da Sant’Elia: tutte opere inutili, costose e dannose da realizzarsi entro il 2028, perché per il 2030 l’Italia dovrà ridurre del 55% le sue emissioni di CO2 e perciò il consumo e il mercato del gas saranno in calo e nessuno acquisterà il surplus di gas che arriverà: queste opere diventeranno “stranded assets”, investimenti fermi, tenuti in vita solo dai finanziamenti pubblici.
  5. Comunità energetiche rinnovabili: bene la C.E.R. di Sant’Elia, ma il Comune deve incentivare e sostenere attraverso il partenariato la costituzione di tante altre comunità, capaci di contenere il costo delle bollette delle famiglie più bisognose, sfruttando coperture e tetti di immobili comunali come scuole, case popolari, ecc. e aiutando l’ambiente con una nuova politica ecologica e sociale sostenibile.
  6. Richieste VIA per fotovoltaico ed eolico terrestre ed offshore: al Ministero dell’Ambiente, solo a partire dal 2022,  sono state presentate oltre 700 richieste di impianti fotovoltaici ed eolici e oltre 70 richieste sul sito della Provincia di Brindisi, la maggior parte per campi fotovoltaici a terra su suoli agricoli e tanti impianti eolici in zone di rilevanza paesaggistica sul nostro territorio. Servono delle limitazioni per evitare impatti negativi sul consumo del suolo e contro una aggressione selvaggia del nostro territorio terrestre e marino.

Infine chiediamo l’istituzione della Grande Foresta Orientale a sud di Brindisi nelle aree contaminate del SIN e di nuovi parchi lungo la litoranea a nord e sud della città.

Ricordiamo che il Comune di Brindisi con delibera del Consiglio n. 85 del 16/07/2019 ha dichiarato l’emergenza climatica con precisi impegni, e lo stesso han fatto la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia.

 

Movimento No TAP/SNAM Brindisi

Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile

Italia Nostra Brindisi

No al Carbone

Salute Pubblica

WWF Brindisi


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