๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐
Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge recante โdisposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paeseโ (c.d. DL Sud) che introduce una serie di misure dirette a creare, nelle aree del Sud Italia, le migliori condizioni per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico.
โก ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐
Gli storici ritardi dellโItalia nellโimpiego delle risorse europee impongono un cambio di rotta nellโorganizzazione delle risorse e degli strumenti destinati alle politiche di coesione. A tal proposito, la โRelazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale – Programmazione 2014-2020โ, approvata dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio scorso, registrava un avanzamento finanziario della programmazione 2014-2020 pari al solo 34 per centro in termini di pagamenti, allโinterno di un sistema che prevedeva prima lโassegnazione delle risorse e solo dopo la programmazione degli interventi, a detrimento degli obiettivi di coesione e sviluppo verso cui sono destinati quei fondi.
Al fine di consentirne un piรน efficace e razionale utilizzo delle risorse dedicate alle politiche di coesione, il Capo I del decreto rafforza il coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione, le risorse del PNRR e le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, in coerenza con le Raccomandazioni Specifiche per lโItalia della Commissione europea, mediante la previsione degli โAccordi per la coesioneโ, il rafforzamento del Sistema di monitoraggio unitario per le politiche di coesione e il PNRR e della trasparenza dei dati, nonchรฉ introducendo una nuova disciplina per i Contratti Istituzionali di Sviluppo.
In particolare, si definisce un percorso di programmazione condivisa tra Regioni e Governo che assicura lโunitarietร strategica degli interventi ed il pieno rispetto delle finalitร dei fondi, connesse alla riduzione dei divari territoriali.
LโAccordo per la coesioneโ rappresenta un nuovo strumento di programmazione di tipo negoziale, che prevede la stipula di specifici accordi tra il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ed i Ministri interessati ovvero i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per la definizione degli obiettivi di sviluppo da perseguire e dei relativi interventi da realizzare.
Per rafforzare il monitoraggio dellโutilizzazione delle risorse in materia di politiche di coesione si prevede di utilizzare lo stesso sistema informatico adottato per il PNRR (ReGiS), anche al fine di semplificare gli adempimenti in capo ai soggetti attuatori che fino ad oggi erano chiamati ad alimentare diverse banche dati a seconda della fonte di finanziamento. Il nostro obiettivo รจ quello di assicurare un costante ed efficace monitoraggio degli interventi rafforzare lโefficienza nella fase di programmazione, attuazione e rendicontazione degli interventi.
Il Decreto prevede, istituzionalizza il portale web unico nazionale per la trasparenza delle politiche di coesione OpenCoesione, con lโobiettivo di sostenere la trasparenza e garantire a tutti i cittadini lโaccesso ai dati relativi alla programmazione e attuazione degli interventi finanziati dalle politiche di coesione
A tal fine si prevede la pubblicazione sul gestito dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei documenti di programmazione delle risorse nazionali per la coesione unitamente agli analoghi dati per i Programmi cofinanziati dalle risorse europee per la coesione ai sensi dei regolamenti vigenti.
Il decreto, inoltre, ripristina il valore strategico dei Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS), consentendone la sottoscrizione esclusivamente per la realizzazione di interventi di valore complessivo non inferiore a 200 milioni di euro, confermando che il CIS รจ uno strumento di attuazione rafforzato delle politiche di coesione e non di programmazione.
โก ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐
Il Capo II interviene sulle aree interne fornendo per la prima volta un inquadramento normativo volto a garantire una governance unitaria per massimizzare lโefficacia dellโazione pubblica a supporto di queste aree a rischio di spopolamento. A tal fine, il decreto innova la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, che oggi riguarda solamente 1.824 comuni abitati da circa 4 milioni di cittadini rispetto ai 4.000 comuni delle aree interne, dove risiedono circa 14 milioni di cittadini e verso cui si proietta lโazione amministrativa che sarร declinata in un โPiano strategico nazionale delle aree interneโ (PSNAI), documento programmatico volto ad individuare gli ambiti di intervento e le prioritร strategiche cui destinare le risorse del bilancio dello Stato, disponibili allo scopo, tenendo conto delle previsioni del PNRR e delle risorse europee destinate alle politiche di coesione, con specifico riferimento a istruzione, mobilitร e servizi socio-sanitari.
โก ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐E ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐
Inoltre, il Capo II include disposizioni dedicate alla risoluzione di criticitร relative alle specifiche aree del Mezzogiorno, ed in particolare alle isole di Lampedusa e Linosa, caratterizzate dalla presenza di una situazione di grave disagio socioeconomico determinata dal ben noto fenomeno migratorio che interessa tali territori. In particolare, sono stanziati 45 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture viarie e di opere di urbanizzazione primaria, impianti di depurazione, deposito di carburante e nuovi edifici pubblici. La norma, oltre a stanziare le risorse assicura al Comune di Lampedusa il supporto tecnico operativo di Invitalia per accelerare la realizzazione degli interventi previsti.
โก ๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐
Il Capo III, nellโambito di una piรน ampia strategia di rilancio del tessuto produttivo e dellโoccupazione nel Sud, istituisce una nuova Zona Economica Speciale (ZES) comprendente lโintera area del Mezzogiorno che, dal 1ยฐ gennaio 2024, sostituirร le attuali 8 Zone economiche speciali.
La precedente organizzazione delle ZES, limitate alle aree retroportuali del Sud, non ha consentito di raggiungere appieno gli obiettivi posti alla base dellโintroduzione nel nostro ordinamento di tale strumento, ovvero la necessitร di attrarre investimenti nelle aree del Mezzogiorno maggiormente connesse ai flussi commerciali internazionali.
La costituzione di un’unica ZES consentirร , pertanto, di massimizzare nello scenario internazionale l’impatto competitivo dell’intero Mezzogiorno con il suo giร rilevante apparato produttivo, che rappresenta un potenziale da valorizzare nelle sue molteplici articolazioni settoriali e territoriali, con riconoscimento di eguali chance di sviluppo a tutti i territori dell’Italia meridionale e a tutte le imprese giร insediate nel Sud, o che in esso volessero insediarsi.
Il provvedimento estende, a tutto il territorio del Mezzogiorno, le semplificazioni amministrative (autorizzazione unica e riduzione di un terzo dei tempi delle procedure) e il sostegno alle infrastrutture precedentemente concentrati nelle singole aree ZES, anche attraverso lโistituzione di una nuova agevolazione fiscale finalizzata a favorire gli investimenti ed a promuovere lโoccupazione.
Si รจ ritenuto, dunque, opportuno rivedere lโintera disciplina delle ZES, anche attraverso lโintroduzione di un nuovo sistema di governance.
In particolare, si istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, una Struttura di missione per la ZES Unica, a supporto del nuovo modello organizzativo della ZES, con funzione, tra le altre cose, di rilascio dellโautorizzazione unica necessaria per lโattuazione dei progetti nella ZES Unica, precedentemente di pertinenza dei Commissari straordinari per le ZES, ai quali, con il presente decreto, la Struttura di missione si sostituisce.
La Struttura di missione, concentrata sul coordinamento della ZES unica, consentirร di ridurre i costi di gestione delle attuali ZES frammentate in 8 diverse strutture amministrative.
Il decreto assegna alla richiamata Struttura il compito di predisporre, previa partecipazione e consultazione delle Regioni interessate, il Piano strategico della ZES Unica, di durata triennale, con il quale viene definita, in coerenza con i contenuti del PNRR, la politica di sviluppo della ZES unica, individuando, anche in modo diversificato per le Regioni che ne fanno parte, e tenendo conto delle singole specificitร territoriali, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari da realizzare nonchรฉ le modalitร di attuazione. Il Piano รจ approvato con dPCM, su proposta del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, di concerto con il Ministero dellโeconomia e delle finanze, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, previo parere della Cabina di regia ZES.
Viene inoltre istituito il portale web della ZES unica al fine di favorire una immediata e semplice conoscibilitร della ZES unica e dei benefici fiscali riconosciuti alle imprese, nonchรฉ lo Sportello Unico Digitale ZES โ S.U.D. ZES nel quale confluiranno gli sportelli unici digitali giร attivati, nel sistema vigente, presso ciascun Commissario straordinario ZES, e che svolge le funzioni dello sportello unico per le attivitร produttive (SUAP).
Il decreto introduce una disciplina dettagliata del procedimento unico volto al rilascio del provvedimento di autorizzazione unica, in relazione ai progetti inerenti alle attivitร economiche e all’insediamento di attivitร industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES Unica, da parte di soggetti pubblici o privati. Inoltre, si prevede che tali progetti siano di pubblica utilitร , indifferibili ed urgenti.
In tema di semplificazione, si prevede che lโautorizzazione unica sostituisca tutti i titoli abilitativi e autorizzatori comunque denominati, necessari alla localizzazione, allโinsediamento, alla realizzazione, alla messa in esercizio, alla trasformazione, alla ristrutturazione, alla riconversione, allโampliamento o al trasferimento nonchรฉ alla cessazione o alla riattivazione delle attivitร economiche, industriali, produttive e logistiche.
Sotto il profilo delle agevolazioni fiscali rivolte alle imprese, viene introdotto uno specifico credito di imposta da concedere alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali nuovi nellโambito della Zona Economica Esclusiva SUD โ ZES Unica.
La misura giร previste per le aree ZES viene estesa a tutto il mezzogiorno e rappresenta uno strumento automatico a sostegno allโinvestimento a cui potranno aggiungersi altri in base alle prioritร definiti nel Piano strategico.
Allo stato, infatti, sono in corso interlocuzioni con la Commissione per verificare la proroga della misura decontribuzione SUD e altri strumenti che potranno essere finanziati anche dalla revisione del PNRR.
โก ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐โ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐
Il Capo V prevede lโassunzione a tempo indeterminato di 2.200 unitร di personale, di cui 71 risorse previste a livello centrale, 250 per le Regioni e 1.879 per i Comuni, finanziata da un Programma europeo e diretta a rafforzare la capacitร amministrativa per lโattuazione delle politiche di coesione.
Ciรฒ al fine di dotare le amministrazioni impegnate nellโattuazione delle politiche di coesione delle competenze e delle professionalitร , assicurate grazie allo svolgimento di corsi di formazione professionalizzanti, necessarie ad accelerare la realizzazione dei progetti e lโavanzamento procedurale e finanziario degli interventi.
La misura richiesta dalla Commissione nellโambito dellโAccordo di partenariato 2021-2027 mira a rendere strutturale il rafforzamento della capacitร amministrativa superando i vecchi sistemi di assistenza tecnica basate su consulenze e contratti a tempo determinato che al termine dei cicli di programmazione non consentivano alle singole amministrazioni di consolidare le competenze necessarie per attuare gli interventi soprattutto in un contesto normativo costantemente in evoluzione.
Lโobiettivo รจ quello di evitare che il nuovo ciclo di programmazione sperimenti le medesime difficoltร che hanno determinato gli storici ritardi che caratterizzano il nostro Paese nellโimpiego delle risorse destinate alle politiche di coesione.