“Dimissioni da Italia Viva: ‘Al futuro, sì! Basta con partiti personali e bipopulismo. La politica deve essere basata su merito e impegno’.”
Nota stampa a firma dei componenti della Cabina di Regia Italia Viva Puglia Matteo Viggiani e Marilù Barnaba, la Presidente Italia Viva Andria Angela Lasorsa e il Presidente Italia Viva Lizzano Antonio Clemente Cavallo
La politica ha un solo volto, quello del merito, di una semplice visione – futuro, coraggio e impegno!
Lasciamo Italia Viva e rassegniamo le dimissioni con effetto immediato dai ruoli che ci competono all’interno della struttura territoriale di Italia Viva Puglia.
Una decisione sofferta, un percorso – quello vissuto nella comunità guidata dall’ex Premier Matteo Renzi – interrotto bruscamente da una scelta, seppur legittima, dettata dal Presidente nazionale, di aderire ad un perimetro politico che consideriamo incomprensibile e, che dall’oggi al domani consegna la nostra esperienza, l’intera comunità di Italia Viva ad una babele indecifrabile di soggetti politici contraddistinta da idee diametralmente opposte a quelle che hanno caratterizzato la nostra storia, dalla sua nascita nella Leopolda del 2019 fino allo scorso 19 luglio, data in cui, mediante un’intervista rilasciata su un noto quotidiano nazionale, l’ex Premier Renzi ha sepolto una strada, da egli stesso delineata – «apriamo il tesseramento e alla chiusura del tesseramento facciamo un congresso libero, dal basso.» una linea talmente chiara e definitiva che, in soli 10 giorni, è stata letteralmente smontata, smentita e capovolta dal corso degli eventi.
Abbiamo assistito nelle ultime ore ad un’ipotesi di uscita dei renziani dalla giunta di Genova per poter sostenere la candidatura di Orlando in Liguria – praticamente l’espressione di una politica lontana anni luce dalle nostre idee. Appare pertanto diametralmente possibile l’ipotesi di avvicinamento della comunità renziana in Puglia alla giunta guidata dal Governatore Emiliano, magari chiedendo scusa in ginocchio per l’essenza del renzismo propinata in questi anni, sacrificando l’orgoglio di migliaia di persone che hanno speso tempo e soldi per perseguire un’idea – tutto legittimo, sia chiaro – ma mandare al macero una storia di passione, futuro e riformismo per tatticismo esasperato e spirito di sopravvivenza, no.
Non facciamo politica così. Un percorso, quello indicato da Matteo, che riteniamo sbagliato sia nel metodo che nel merito.
Non si torna al campo largo con il cappello in mano a chieder perdono per un passato di cui esserne orgogliosi.
L’idea che per sconfiggere l’avversario in politica bisogna tirar dentro ad uno schieramento tutto e il contrario di tutto non ci appartiene. Non si fa politica per non far vincere qualcuno, ma in nome di un’idea di futuro per il quale chiedere il consenso e costruire un’idea di cambiamento.
Non rinneghiamo un solo istante di un’entusiasmante esperienza politica guidata da un leader che adesso facciamo fatica a capire.
Ne siamo stati dei fan straordinari, decifrava il futuro prima di tutti, il migliore.
Non si può decidere di stare con il centro sinistra a prescindere, senza nemmeno una discussione interna al partito. Dovremo sostenere i candidati che più si avvicinano alla sensibilità liberal-democratica.
Quello a cui, in queste settimane, è stata sottoposta la nostra comunità è uno spettacolo che non merita.
Una missione possibile è smetterla di trattare gli italiani come bambini e non rassegnarsi ad un mediocre bipopulismo Meloni-Salvini e Schlein-Conte, quest’ultimo condito dalla presenza di Landini e Fratoianni.
Il percorso è realizzare la missione possibile, che archivi per sempre i partiti personali e metta insieme le tante realtà che hanno voglia di costruire e non di distruggere o di affermare individualità.
Al passato, grazie.
Al futuro, SI!