“Il 22 luglio scorso il Governo ha impugnato – come era facilmente prevedibile e come abbiamo detto in aula al momento dell’approvazione il 21 maggio scorso – la legge regionale che ha previsto l’internalizzazione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica. Il Governo nazionale non ha avuto dubbi sui profili di <illegittimità costituzionale nella sua interezza e, in particolare, con riferimento agli artt. 1, 3 e 4, comma 2.> Infatti, la suddetta legge regionale, infatti, si pone in contrasto:
con gli impegni assunti dalla Regione Puglia mediante il Piano di rientro dal deficit sanitario. La trasformazione (da privato a pubblico) prevista dalla legge, realizzando una modifica della programmazione sanitaria, poteva avvenire solo ed esclusivamente con un accordo con i competenti Ministeri.

“Ma la vera preoccupazione del Governo è stata che <il riconoscimento di un Centro regionale di riabilitazione ospedaliera di proprietà e gestione interamente pubblica – si legge nell’impugnativa –  pu? generare un significativo incremento di costi non quantificato e non compatibile con l’equilibrio economico finanziario del bilancio sanitario della regione… Al riguardo, l’articolo 3 della legge regionale (norma finanziaria) attesta una copertura economica dell’operazione pari a circa 9,592 milioni di euro – a valere su Fondo sanitario regionale indistinto assegnato annualmente alla ASL di Brindisi – determinata esclusivamente in relazione alla spesa sostenuta dalla ASL di Brindisi nell’anno 2022 per l’acquisto di prestazioni dalla Fondazione San Raffaele. Detto importo è stato individuato senza tenere conto della minore entrata, di cui avrebbe beneficiato la ASL di Brindisi, derivante dall’attuale introito del canone per la concessione della gestione, né, soprattutto, dell’incremento del costo del personale conseguente all’applicazione del CCNL comparto Sanità Pubblica, né del valore dei beni materiali da acquisire (arredi, attrezzature, apparecchiature elettromedicali, ecc.), necessari per la gestione…>

“Una preoccupazione fondata visto che da una prima analisi dei costi sembra che la spesa sanitaria della gestione pubblica abbia un aumento del 30% rispetto alla previsione di oltre 9,5 milioni di euro. Tant’è che lo stesso Centro allo stato attuale ha solo 56 posti letto a fronte ei 95. È probabile che sia una strategia voluta per non far lievitare i costi.

“Ma la vera domanda è un’altra: perché di fronte a un’impugnativa del Governo la ASL BR ha proceduto con atti conseguenziali mentre in altre occasioni di fronte a leggi impugnate la Regione ha tentato la via della conciliazione/confronto con i Ministeri competenti (un esempio su tutti la legge sull’Acquedotto pugliese)? E se la Consulta dovesse dichiarare illegittima la legge regionale cosa accadrebbe agli atti della ASL? Sarà per questo motivo che la ASL FG non sta procedendo con nessun atto rispetto all’internalizzazione delle RSA di Troia e Sannicandro, anche queste impugnate dal Governo?

“Per questo motivo ritengo che sia urgente calendarizzare l’audizione che avevo chiesto per evitare che si proceda con atti che potrebbero essere illegittimi se la legge dovesse essere dichiarata illegittima definitivamente.”