Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico  del nostro Paese con l’apertura a contributo libero di 750 luoghi speciali in 400 città un’edizione speciale, in occasione dei 50 anni della Fondazione  sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 

Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi 

IN PUGLIA 

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, il principale evento  di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per  l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città  saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le  regioni. 

Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del FAI – fondato nel 1975 da Giulia Maria  Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate FAI di Primavera  ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese,  e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi  aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione  e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.  

Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti  essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni,  enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete  territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra  identità di cittadini europei. 

“Da oggi e senza incertezza anche noi del FAI dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale  ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa  edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano  – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta,  vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un  immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente FAI – Fondo per  l’Ambiente Italiano. 

Le Giornate FAI di Primavera anche in questa edizione attraverseranno il territorio italiano – da Nord a Sud  del Belpaese, aprendo luoghi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco noti e valorizzati – per continuare  assieme a meravigliarsi di fronte alla sorprendente vastità del patrimonio italiano, una festa con le persone e per  le persone: 750 luoghi saranno infatti aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli  Apprendisti Ciceroni, giovani studenti – cittadini di domani – appositamente formati per raccontare le meraviglie  del loro territorio. Una mappa italiana, variegata e inaspettata (elenco completo dei luoghi visitabili e modalità di  partecipazione dall’11 marzo su www.giornatefai.it): borghi, palazzi storici, luoghi di ricerca e innovazione, di  archeologia industriale, case private, botteghe e luoghi di antichi mestieri, luoghi che ci raccontano di altre  culture, luoghi in cui è in corso un restauro, luoghi di natura e cultura. Saranno proprio le Giornate FAI di  Primavera per due giorni a dare voce a tanti luoghi e a ricordarci di dar loro attenzione, per raccontare e valorizzare  le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela. Una missione  culturale verso il patrimonio italiano che coinvolge tutti, perché appartiene a tutti.

Tra le tante aperture proposte, alcune saranno dedicate agli iscritti al FAI e a chi si iscriverà durante l’evento.  Verranno inoltre riaperti luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni. Ad ogni visita sarà  possibile sostenere la missione e le attività della Fondazione con una donazione.  

“Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art  143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere  la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà  per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate.  Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia. Inoltre, fino al 30 marzo 2025 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete  fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM,  Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone,  WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da Convergenze e  PosteMobile.”

Ecco alcune delle aperture più interessanti in PUGLIA: 

FASANO (BR) 

Tempietto di Seppannibale 

Nel cuore della Piana degli olivi monumentali, si erge il tempietto di San Pietro Veterano di Fasano,  meglio conosciuto come “Seppannibale”, raro esempio di architettura longobarda in Puglia e vero e  proprio unicum nel panorama dell’architettura altomedievale. Questo piccolo capolavoro  architettonico di 8 metri per lato presenta una pianta a tre navate; la struttura è costruita con blocchi  irregolari di calcarenite, materiale facilmente reperibile nella zona, disposto in modo regolare senza  l’uso di altri materiali. Ciò che lo rende straordinario è la copertura della navata centrale, composta  da due cupole in asse, appoggiate su mensole e nicchie angolari, che permettono il passaggio dalla  pianta quadrata alla forma circolare delle cupole. I pilastri e semipilastri sono adornati con capitelli  e semicapitelli decorati con motivi di foglie, che aggiungono un ulteriore elemento di eleganza e  raffinatezza. Oggi fa parte della masseria Seppannibale Grande, dalla quale prende il nome. Il  percorso di visita durante le Giornate FAI svelerà al pubblico un eccezionale ciclo pittorico  longobardo dell’VIII secolo, raffigurante scene bibliche ed episodi tratti dall’Apocalisse di Giovanni.  Gli affreschi sono caratterizzati dalla presenza, sullo sfondo, di elementi naturalistici che li accomuna  ad altri grandi capolavori dell’arte longobarda conferendo profondità e realismo alle  rappresentazioni. 

BRINDISI 

Castello Svevo 

Detto anche Castello di Terra o Castello Svevo-Aragonese, è oggi sede del Comando della Brigata  Marina San Marco, che ne cura la manutenzione e la conservazione. Fu costruito per volere di  Federico II nel XIII secolo, per essere successivamente restaurato dagli Angioini e ampliato nel XV  secolo dagli Aragonesi, nonché ulteriormente rinforzato da Carlo V nel XVI secolo. All’inizio del XIX  secolo venne adibito a penitenziario; tra il settembre 1943 e il febbraio 1944 fu residenza di re Vittorio  Emanuele III, della regina Elena e del maresciallo Badoglio che, in fuga da Roma, stabilirono qui la  loro base promuovendo Brindisi a temporanea capitale della nazione. Con l’Unità d’Italia il castello  divenne, infine, sede di Comando della Marina a Brindisi. La struttura prevede una difesa naturale  sul lato rivolto al porto interno della città e sugli altri tre lati sussiste un profondo fossato. Le  numerose modifiche impresse nel corso dei secoli furono tutte legate alle di volta in volta emergenti  esigenze belliche: fu costruita una nuova cinta muraria e il fossato coperto da volte per ospitare  uomini in armi e la popolazione in caso d’emergenza. L’impianto del castello venne ulteriormente  fortificato sul lato del mare nel XVI secolo. Durante le Giornate FAI si avrà occasione di visitare la  Sala “Federico II”, con preziose tele raffiguranti personaggi e scorci legati alla città brindisina, e la  splendida chiesetta dedicata alla Stella Maris.

BARI 

Palazzo di Città 

Il Palazzo di Città, che ingloba il celebre Teatro Piccinni, divenne sede del Municipio di Bari nel 1863. Il percorso  di visita proposto in occasione delle Giornate FAI di Primavera offrirà un’esperienza unica, ricca di arte e storia,  alla scoperta di questo elegante edificio, simbolo della vita pubblica di Bari. Al piano terra, nell’androne, si potrà  ammirare l’installazione di Giuseppe Caccavale, “La libertà italiana nella libertà del mondo”, inaugurata nel gennaio  2024 in occasione dell’ottantesimo anniversario del Congresso di Bari del CLN. Si raggiungerà poi il primo piano 

dove si trovano la Sala Massari, dedicata al primo deputato post-unitario di Bari, e la stanza del Sindaco, con soffitto  decorato da Nicola Colonna all’inizio del Novecento, caratterizzato da puttini che sorreggono lo stemma cittadino  e allegorie dei continenti, e una scrivania intagliata con stemmi cittadini. La Sala Consiliare, affrescata da Mario  Prayer negli anni Trenta, presenta invece 18 lunette allegoriche sulle attività locali e una matrona che simboleggia  Bari. Gli iscritti FAI e chi si iscriverà in loco avranno la possibilità eccezionale di entrare nel Teatro Piccinni,  progettato dall’architetto Antonio Niccolini e inaugurato nel 1854: potranno salire sul palcoscenico e accedere al  retropalco, dove si potranno ammirare le macchine sceniche, infine visitare il sottotetto del teatro, uno dei pochi  originali in legno, sopravvissuto ai secoli.  

LECCE 

Palazzo Bernardini 

Palazzo Bernardini è un’esclusiva residenza nobiliare di impianto cinquecentesco, nel cuore del centro storico di  Lecce. Frutto della fusione di tre edifici, il più antico dei quali di origine rinascimentale, accorpati dalla famiglia  Mandoj nella seconda metà dell’Ottocento, alla sua conservazione e valorizzazione si dedica tuttora l’attuale  proprietaria Isabelle Oztasciyan. Il Palazzo custodisce la decima parte di una pinacoteca del ‘600; un’antica  biblioteca con mobili impero di fattura napoletana e volumi di storia, letteratura italiana, straniera, teatrali, religiosi,  scientifici, un calendario religioso del 1603, che riporta le principali festività religiose fino all’anno 5000, e una  collezione di incisioni antiche. Inoltre, in una sala è stata ritrovata una cassaforte murata del XV secolo con lo  sportello girevole in pietra leccese. In occasione delle Giornate FAI si potranno visitare i saloni del primo piano  con gli affreschi settecenteschi e i fregi decorati in cartapesta, le antiche pavimentazioni – tra cui un mosaico  ottocentesco con motivi floreali della Manifattura leccese Peluso -, le maioliche ottocentesche dell’antica  Manifattura Paladini di San Pietro in Lama, le maioliche napoletane, nonché i pavimenti di basoli. Al piano terra,  saranno aperti al pubblico una biblioteca a carattere religioso con testi in varie lingue ufficiali – italiano, greco,  turco, armeno, francese, inglese, tedesco, griko salentino e grecanico calabrese -, nonché un antico giardino, che  conserva un imponente albero di Araucaria, un glicine secolare e altre piante ornamentali ottocentesche. 

MATINO (LE) 

Itinerario nel borgo 

Le strittuledde (stradine strette e tortuose), incrociandosi come una fitta rete da pescatore, indicano il percorso verso  le affascinanti corti e cortili del borgo antico di Matino. Dimostrazione di un passato dove le persone vivevano in  piccole abitazioni con uno spazio in comune tra pile (vasche in pietra) per il bucato, pazzuli (sedili in pietra) per  riposarsi, mignani per affacciarsi, granai e silos per conservare gli alimenti e le fontane pubbliche sinonimo di  incontro e condivisione. Tra i molti luoghi che rendono unico il borgo spiccano il Palazzo Marchesale, residenza  storica dei Marchesi del Tufo – imponente nel suo gusto neoclassico con tipicità barocche -; la Chiesa Madre  dedicata a San Giorgio patrono della città; l’Arco della Pietà, ovvero l’ingresso all’antico borgo, con la sua volta a  crociera ogivale che quasi protegge la chiesa adiacente. Sono numerose inoltre le edicole votive, incastonate nelle  murature, esempi di una forte devozione popolare. Una vera città sotterranea testimonia infine la presenza di un  grande insediamento rupestre articolato in diversi ambienti ipogei: cantine, ricoveri per animali con mangiatoie,  frantoi che caratterizzavano la vivace attività olearia. 

PUTIGNANO (BA) 

Grotta di San Michele in Monte Laureto 

L’antichissima grotta santuario di San Michele Arcangelo in Monte Laureto sorge su una collina boscosa fra  Putignano e Noci ed è inglobata nella maestosa struttura di un antico e rinomato Ospedale dedicato ai malati di  tubercolosi denominato “Sanatorio”. Risale al Cretaceo Superiore (circa 100milioni di anni fa), è lunga 30 metri,  larga 17 e alta 6 ed è tuttora in continua evoluzione geologica, proseguendo la sua aggregazione calcarea grazie  all’assorbimento delle acque piovane della zona. In qualità di grotta santuario, fu proprietà nel tempo di diversi  ordini religiosi, meta già nel Medioevo di pellegrinaggio e frequentata dai fedeli che intraprendevano il proprio  cammino spirituale verso Monte S. Angelo sul Gargano. Nel 1506, con l’arrivo dei Carmelitani, la chiesa si arricchì  di diverse testimonianze artistiche, fra cui la scultura lapidea policroma di S. Michele opera del virtuoso scultore  del Rinascimento Stefano da Putignano, mentre sulla parete frontale era già presente un pregevole affresco del XIV  sec. Nel 1809 la chiesa ipogea passò al demanio pubblico e nel 1812 fu ceduta dapprima al Regio Albergo dei  Poveri di Napoli, quindi alla famiglia Acquaviva d’Aragona, e nel 1864 al marchese Lorenzo Romanazzi Carducci. Oggi proprietà della A.S.L. Bari, è stata recentemente affidata in comodato al Comune di Putignano e accessibile  solo in rare occasioni. Si presenta con un ingresso monumentale costituito da un arco di fattura gotica mentre la  facciata è sormontata da un piccolo campanile a vela. Durante le Giornate FAI di Primavera i visitatori avranno  l’opportunità di conoscerne gli aspetti storici, artistici e paesaggistici con i Volontari FAI e i giovani Apprendisti  Ciceroni del polo liceale Majorana Laterza di Putignano. Inoltre, in esclusiva per gli iscritti FAI e per chi si  iscriverà in loco sarà organizzata un ciclo di visite speciali, in orari dedicati, al Sanatorio Climatico di San Michele 

in Monte Laureto, vera e propria cittadella della salute in stile razionalista, nonché il più grande edificio di questo  genere in Puglia. 

MELENDUGNO (LE) 

Roca Nuova e Roca Vecchia 

Roca Nuova è un affascinante borgo disabitato nel cuore del Salento, piccolo ma suggestivo villaggio fortificato  sospeso nel tempo, rimasto quasi immutato rispetto a 500 anni fa. Fu fondato alla metà del XVI sec. dai profughi  di Roca Vecchia, distrutta perché diventata covo piratesco. Dal Settecento inizia una graduale e inesorabile  decadenza, causata anche dalla presenza della malaria, sino al totale abbandono nella prima metà del XX secolo.  Nella piazza centrale svetta la Torre-castello, mentre intorno si sviluppano, su stradine regolari, le abitazioni a  schiera; alle spalle della fortezza si ergono la Chiesetta dedicata a S. Vito e un mulino; attigua all’edificio, la piccola  prigione semi-ipogea con incisioni fatte dai prigionieri. Tutt’attorno si sviluppano le abitazioni, addossate al muro  di cinta e costituite da diversi ambienti, tra cui la cucina con camino e piccolo cortile posteriore. La chiesetta, più  volte rimaneggiata, conserva l’altare maggiore dedicato a S. Giorgio e un affresco della Madonna col Bambino  proveniente da un’altra chiesa. 

Affacciata sul mare Adriatico in una zona caratterizzata da ripide falesie di calcarenite, Roca Vecchia è un sito  archeologico tra i più importanti del Mediterraneo. Approdo strategico per le rotte di navigazione tra l’Egeo e il  Mediterraneo centrale, le ricerche archeologiche hanno documentato una lunga e ininterrotta presenza umana di  circa 3500 anni, dall’inizio del Bronzo medio. Dopo un periodo di decadenza, il sito conobbe una ripresa insediativa,  tra la fine del XIII e la prima metà XIV sec., con la fondazione di una cittadella militare fortificata. Nel 1480 subì  l’invasione turca, ma la fine del borgo, coincide, alla metà del XVI secolo, con la fondazione di Roca Nuova. Il sito  si sviluppa su due aree adiacenti ma distinte, denominate “Località Grotte della Poesìa” e “Località Castello”.  Importante è la grotta-santuario “della Poesìa piccola”, sulle cui pareti di roccia sono incisi testi votivi in messapico  e latino dedicati a una divinità locale. Tutta l’area conserva resti di tombe a fosse e strutture abitative di epoca  messapica. Sull’area Castello restano le imponenti mura di fortificazione dell’età del Bronzo medio con la  monumentale porta urbica e le postierle; al centro è ubicata la cittadella militare medievale, mentre a nord è situata  la grande Capanna-Tempio dell’età del Bronzo finale. Sul lato settentrionale sono visibili ancora i resti delle  fortificazioni medievali e la porta nord, con il tratto delle mura messapiche. Sull’isolotto di fronte si erge la torre di  guardia del 1568. 

SANNICOLA (LE) 

Abbazia di San Mauro 

L’Abbazia di San Mauro sorge su una collina rocciosa a 70 metri sul livello del mare, con vista sulla costa che  collega Gallipoli a Lido Conchiglie, denominata Serra dell’Altolido. Dichiarata monumento nazionale nel 1968,  grazie a interventi recenti, è stata valorizzata e resa accessibile attraverso una nuova e suggestiva sentieristica, con  scalini scavati nella roccia. Il più antico documento sull’Abbazia risale al 1111-12, mentre la prima donazione è del  1149. Fino al 1227 si registrano continui passaggi di beni al monastero, segno della devozione locale, ma già dal  1268 la progressiva latinizzazione portò al declino del rito greco in Salento. Nel 1325 la chiesa fu addirittura sede  episcopale, ma con il tempo cadde in rovina, come riportato da visite pastorali, fino all’abbandono definitivo. Chiesa  di piccole dimensioni, costruita in tufo locale, l’Abbazia si integra perfettamente con il paesaggio circostante. La  facciata è semplice, arricchita da un campanile a vela riconducibile all’architettura bizantina; all’interno si presenta  a pianta rettangolare a tre navate sorrette da sei pilastri quadrangolari, con volte a botte nella navata centrale e a  quarto di cerchio nelle laterali. Le pareti, le volte e i pilastri sono completamente affrescati, anche se in gran parte  deteriorati. Gli affreschi, realizzati probabilmente nel XIII secolo, raffiguravano scene della vita di Cristo e figure  di Santi, Evangelisti e Profeti, opera di maestranze greche. 

TRICASE (LE) 

ACAIT – FAI protagoniste: Le donne tabacchine 

Agli inizi del XX secolo, la coltivazione del tabacco rappresentava un elemento chiave per la modernizzazione  dell’agricoltura salentina e per l’integrazione del reddito contadino, garantendo alle operaie tabacchine un’occupazione per diversi mesi all’anno. Nel 1902 venne costituito a Tricase il “Consorzio Agrario Cooperativo  del Capo di Leuca”, grazie all’adesione di 96 soci. In seguito, per obbligo di legge, la società anonima a  responsabilità limitata assunse la denominazione di “Azienda Cooperativa Agricola Industriale del Capo di Leuca”. 

Acquisito nel 2003 dal patrimonio comunale con l’obiettivo di avviare un programma di riqualificazione per  trasformarlo in un centro culturale polivalente, l’ex ACAIT di Tricase ha subito nel 2016 un cedimento strutturale  a causa delle precarie condizioni statiche. L’ACAIT si è distinto per la sua modernità, non solo nella produzione,  ma anche nei servizi sociali: fu tra le prime aziende a istituire un asilo nido aziendale, anticipando le normative  nazionali e regionali in materia. All’interno dell’ex ACAIT sarà visitabile la mostra “Fumeremo popolari”, che  attraverso immagini, documenti e testimonianze racconta la storia della manifattura di tabacchi orientali di Tricase,  dalla fondazione nel 1902 alla trasformazione in ACAIT nel 1938. L’esposizione offre uno spaccato di realtà  consortile dinamica, che per quasi un secolo ha inciso sullo sviluppo socio-economico del basso Salento. In un 

panorama in cui le cooperative erano diffuse soprattutto al Nord, il Consorzio di Tricase rappresentò un esempio  significativo per il Mezzogiorno. La ricerca documentaria ha riportato alla luce la sua attività diversificata,  restituendo alla comunità un prezioso frammento della propria storia e identità. 

Palazzo Gallone 

Si racconta che tra il X e l’XI secolo esistessero tre Casali e che, dall’unione di essi, sia nato il primo nucleo di  abitazioni che diede il nome alla cittadina. Dal 1558 al 1806, fino all’eversione delle feudalità, Tricase fu dominio dei principi Gallone, nobile famiglia, probabilmente indigena di Terra d’Otranto, la cui ultima erede, Maria Bianca  Gallone, poetessa e scrittrice, è morta nel 1982. Sede del Comune di Tricase, Palazzo Gallone è il principale  monumento della città. Fu edificato nel XV secolo, quando Stefano Gallone, avuti in permuta dall’Universitas il  torrione e la torre a ovest, diede il via alla costruzione del palazzo sui resti di una vecchia dimora baronale. Il fronte  dell’edificio si presenta con un aspetto austero, ingentilito dalle decorazioni nel portale con lo stemma della  famiglia, mentre la facciata orientale si sviluppa su tre piani con un loggiato ad architrave. All’interno, gli ambienti  del piano terra contavano un mulino, un forno, le stalle e i magazzini; il piano nobile, invece, prevedeva cinque  appartamenti e una Sala del Trono. Oggi, i portali, le volte, i caminetti, gli stemmi, i fregi nonché i soffitti lignei  ricordano lo sfarzo dell’epoca. Tra le altre curiosità, una serie di preziosi graffiti risalenti all’attacco dei Turchi  decorano le pareti delle prigioni ipogee. 

MINERVINO MURGE (BT) 

Castello di Minervino 

A 450 metri di altitudine, il Castello di Minervino domina da uno sperone roccioso il panorama dell’Alta Murgia – la valle Ofantina con le antiche vie della transumanza – e costituisce il nucleo originario del quartiere medievale del  paese, noto come “Il Balcone delle Puglie”. Sorto come fortezza nell’XI secolo, fu nel corso dei secoli assediato e  abitato da diversi feudatari. Il primo fu il conte normanno Raimfrido, seguito da varie dinastie di rilievo, tra cui i  Pipino, i Del Balzo, i Del Balzo Orsini e i principi Pignatelli. Tra gli altri abitanti illustri, Isabella del Balzo, che 

divenne Regina di Napoli dopo il matrimonio con Federico d’Aragona; Antonio Pignatelli, futuro Papa Innocenzo  XII, qui trascorse la sua infanzia. Gli ultimi feudatari furono i Tuttavilla, che mantennero il dominio fino alla  soppressione del feudo nel 1806, e che lo rinnovarono secondo lo stile dell’epoca, trasformandolo in un Palazzo  Ducale. Nel 1900 fu acquistato dal Comune, per destinarlo a sede municipale. Costruito da maestranze locali, del  suo nucleo più antico restano visibili i contrafforti della sezione nord. Due stemmi di Giovanni Pipino, in parte  scalpellati, testimoniano il suo intervento nel XIII secolo, mentre importanti modifiche furono apportate nel XVII  secolo dal principe Marzio Pignatelli, che realizzò l’area sud, destinata agli appartamenti di rappresentanza, e una scalinata monumentale. In occasione delle Giornate FAI si visiteranno il Museo Archeologico, la pinacoteca donata  dal maestro Michele Roccotelli e la Biblioteca Comunale. In via eccezionale, sarà inoltre possibile accedere a una  terrazza panoramica solitamente chiusa al pubblico, dalla quale si potrà godere di una vista spettacolare a 360 gradi.  Per ammirare al meglio il paesaggio, i visitatori avranno a disposizione un cannocchiale. 

FOGGIA 

Specola V. Nigri 

La Specola meteoro-sismica di Foggia è stata istituita nel 1876 a opera di Vincenzo Nigri. Inizialmente fu allocata  nei locali dell’antico campanile di San Gaetano nel Liceo comunale e le osservazioni cominciarono a essere eseguite con regolarità nell’aprile del 1877, grazie agli strumenti messi a disposizione dall’Ufficio centrale di meteorologia,  che raccoglieva mensilmente i dati nel Bollettino demografico-meteorico. Negli anni successivi le osservazioni  meteorologiche cominciarono a essere irregolari a causa della morte di alcuni collaboratori e delle difficoltà  finanziarie. Dopo varie vicissitudini che ne causarono l’abbandono, dal 1893, con la direzione del professor  Giovanni Siliprandi, l’istituto riprese la sua attività, ma l’incuria che affliggeva gli strumenti ne compromise il  funzionamento. Nel 1894 la Specola fu ceduta al Municipio di Foggia e aggregata all’Ufficio d’igiene. La direzione  fu affidata nuovamente a Nigri fino al 1906, anno della sua morte, e fu ereditata dalle generazioni successive.  Tutt’ora in funzione, l’osservatorio è composto da una sezione sismica, istituita nel 1894, e una meteorologica, che  trova sede nel palazzo sede dell’Accademia di Belle Arti. Riaperta al pubblico in anni recenti dall’amministrazione  comunale, vi si possono ammirare le strumentazioni antiche e moderne per la rilevazione dei movimenti sismici del  territorio.  

CASTELNUOVO DELLA DAUNIA (FG) 

Chiesa di Santa Maria Maddalena e Convento dei Frati Minori 

Alla estremità nord di Castelnuovo della Daunia, al termine di un viale alberato, sorgono il Convento dei Frati  Minori e la Chiesa di Santa Maria Maddalena. Risalgono entrambi alla seconda metà del Cinquecento e furono  edificati per volontà del marchese Francesco de Sangro, il cui stemma araldico è visibile sia sulla cornice della tela  raffigurante la “Madonna con la Maddalena e il beato Oderisio de’ Sangro”, posta nell’abside, sia sui peducci della  volta che sovrasta l’altare maggiore. L’esterno della chiesa, dalle linee semplici, è impreziosito dal rivestimento in  pietra a vista e dal raffinato portale in marmo rosso di Cottarello, finemente scolpito, esempio di romanico pugliese  recuperato dal convento di San Matteo in Scurgola. L’interno, a tre navate, conserva tracce dei rimaneggiamenti 

settecenteschi, con pilastri e volte arricchiti da eleganti stucchi ornamentali. Tra le opere di maggior pregio si  annoverano un organo del XVIII secolo con balaustra decorata, la statua lignea dell’Immacolata Concezione  realizzata nel 1763 da Paolo Saverio Di Zinno e diverse tele di fine Seicento attribuite a Benedetto Brunetti. Il  convento, invece, si distingue per il chiostro cinquecentesco con una grande cisterna e per la sala intitolata a Giovan  Battista Trotta, al primo piano, che ospita arredi sacri, tele e reliquiari. Oltre all’affascinante centro storico che  ospita i monumenti, il borgo è inoltre rinomato per le sue acque termali e per la vicina Riserva Naturale della  Cappellina.  

TARANTO 

Ex Baraccamenti Cattolica 

Gli Ex Baraccamenti Cattolica sorgono nelle immediate vicinanze dell’ingresso monumentale dell’Arsenale come parte di un complesso che attualmente comprende il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto. Intitolata  all’ammiraglio Pasquale Leonardo Cattolica (1854-1924), l’area era destinata anticamente a funzioni funerarie e  produttive, per divenire in seguito centro di raccolta e smistamento degli equipaggi militari marittimi e, alla fine  degli anni ’70, centro di reclutamento e addestramento del personale di leva della Marina. In ultimo fu Centro  Ricreativo Aziendale dei Lavoratori dell’Arsenale (C.R.A.L.). Dopo anni di abbandono la struttura fu ceduta al  Comune di Taranto. Grazie agli interventi di recupero attuati tra il 2017 e il 2022 allo scopo di ospitarvi il nuovo  centro della Salute Ambientale del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto, è emersa l’importanza  archeologica del sito, con il rinvenimento di una struttura funeraria a camera di età romana imperiale ricavata da  una preesistente cisterna, un unicum nella necropoli tarantina. Gli scavi successivi hanno permesso di raccogliere  e censire reperti archeologici oggi qui esposti. La visita durante le Giornate FAI si concluderà all’aperto negli spazi  verdi attrezzati del Parco della Musica, adiacenti alla struttura, dove sarà possibile visitare uno dei bunker risalenti  alla Seconda Guerra Mondiale. 

Monumento ai Caduti 

Il Monumento ai Caduti di Taranto si trova in Piazza della Vittoria, nel cuore del Borgo Umbertino della città.  Dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, già nel 1923 fu bandito un concorso nazionale per la sua  realizzazione vinto dallo scultore tarantino Francesco Como, ma i lavori tardarono per notevoli problemi economici.  Il monumento fu inaugurato il 4 marzo 1930 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, ma solo nel 1953 l’opera  fu completata con il gruppo statuario bronzeo denominato Aquilifero. Il Monumento celebra la grandezza della  Taranto magnogreca, testimoniata dalla statua della Nike alata su una colonna dorica sulla parte anteriore e dal  gruppo scultoreo alla base con l’Apoteosi dell’Eroe ferito sorretto da due compagni d’armi. Sul versante opposto  Atena, dea della guerra, mostra con la mano destra una piccola Vittoria alata, mentre con la sinistra impugna una  spada. Tutto intorno un gruppo statuario che rappresenta il popolo; in basso, sulla prua di una antica galea romana,  l’Eroe del mare, detto Aquilifero, nell’atto di lanciare in volo un’aquila che avrebbe recato i simboli della forza e  della grandezza di Roma ai lontani confini dell’Impero, passando per Taranto. Sui fianchi del monumento sono  incisi i nomi dei circa 500 tarantini caduti, mentre alla base sorge una piccolissima cappella circolare rivestita di  preziosi mosaici ideati dallo stesso Como ed eseguiti da Evandro Monticelli di Roma, dove sono incastonate anche  due lapidi marmoree che riportano una il bollettino dell’Armata Navale firmato da Thaon Di Revel, l’altra quello  della Vittoria firmato da Diaz. 

ALTAMURA (BA) 

Masseria e cripta di Jesce 

La Masseria di Jesce sorge in un’area di grande rilevanza storica e paesaggistica, lungo l’antico tracciato della Via  Appia Tarantina, oggi corrispondente alla statale che collega Altamura a Laterza. Questo territorio, caratterizzato  da un suggestivo alternarsi di distese pianeggianti, alture carsiche e profonde gravine, ha rappresentato per secoli  un punto strategico per le vie di comunicazione e la transumanza. L’area in cui sorge è ricca di testimonianze  archeologiche, tra cui una necropoli del III secolo a.C. e un villaggio neolitico sulle colline circostanti. L’attuale  complesso, con Masseria e Cripta, risale al XVI secolo e si sovrappone a una struttura preesistente, forse una mansio  romana trasformata in abitazione e luogo di culto cristiano. La sua posizione strategica, in un crocevia di rilievo,  ne ha mantenuto l’importanza nei secoli. La facciata della masseria è arricchita da decorazioni a coni e beccatelli,  da una nicchia con la statua di San Michele Arcangelo e dall’imponente presenza dei contrafforti. Accanto  all’ingresso si trova l’accesso alla cappella, una grotta semi-ipogea preceduta da un piccolo dromos; la facciata della  cappella è in tufo e presenta una porta ad arco a tutto sesto con una nicchia superiore chiusa. All’interno, sulla  destra, è presente una rientranza decorata con affreschi del Nuovo Testamento, mentre sulla sinistra si sviluppa un  ciclo pittorico realizzato e firmato da Didaco de Simone nella seconda metà del XVII secolo, che si estende fino  alla controfacciata. La volta dell’anticamera è ornata da una decorazione a lacunari.  

MONOPOLI (BA) 

Cappella barocca della Confraternita del Santissimo Sacramento 

L’Oratorio del SS. Sacramento sorge contiguo alla Chiesa Concattedrale di Maria SS. della Madia, esattamente alle  spalle del Cappellone, nei pressi di un fossato prospicente le antiche mura della città. La Confraternita del  “Sacratissimo Corpo di Christo” di Monopoli fu istituita nel 1513, secondo la tradizione, in seguito a una grazia  che ricevette la cittadinanza salvata dalla siccità di quell’anno e da allora, con questa forma di associazionismo laico  pubblico, la congrega s’impegnò in un’importante opera liturgica, devozionale e socio-assistenziale che ha 

caratterizzato il contesto culturale e identitario della comunità urbana fino ai nostri giorni. Nel 1727 la  Congregazione affrontò a proprie spese la costruzione dell’attuale Oratorio con cappella, sul suolo acquistato dai  nobili Acquaviva nel 1724 fino ad allora “ad uso dei molini”. Oltre alla Cappella e a un vestibolo comprende un  giardino, destinato ad accogliere la “terra santa” che il priore Giacomo Sante Valenti fece arrivare nel 1730  direttamente da Gerusalemme. Questa terra, mescolata con altra terra vergine, aveva il potere di consumare in breve  tempo i cadaveri. Ciò spiega la presenza del Sepolcreto sotto l’oratorio e di giardini intra moenia attorno alla  Cattedrale. L’Oratorio confraternale, di ispirazione barocca, conferma l’attenzione al tema del Santissimo  Sacramento, e le opere iconografiche presenti, ispirate dall’Antico e Nuovo Testamento, approfondiscono il tema  della Cena Eucaristica espressa nelle tele del De Mura del Cappellone finanziato dalla Confraternita nel 1741.  Normalmente chiuso al pubblico, le Giornate FAI saranno un’occasione unica per scoprirlo. Domenica 23 marzo,  alle ore 20, nella Cattedrale di Monopoli si terrà un concerto gratuito, dal titolo “Risonanze, contemplazioni sonore  in Cattedrale” a cura del m° Di Leo, del conservatorio Nino Rota di Monopoli. 

Elenco completo dei luoghi aperti in PUGLIA e modalità di partecipazione all’evento su: 

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi aperti/?regione=PUGLIA 

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito 

i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Rai  quest’anno celebra i 10 anni al fianco del FAI dal 17 al 23 marzo assieme a tutti i canali radiofonici e televisivi e  attraverso RaiPlay con un racconto corale che mette al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico  e paesaggistico.  

Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e  supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2025, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai  per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del Servizio pubblico. 

Si ringrazia la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, da anni al fianco del FAI in occasione degli eventi  nazionali. Nel corso delle Giornate FAI di Primavera quaranta siti storici, artistici e culturali destinatari di finanziamenti  europei o rappresentativi delle politiche europee, saranno visitabili a testimonianza dell’impegno dell’Unione europea nella salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale italiano ed europeo. Le Giornate FAI di Primavera 2025 hanno  ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio del Ministero della Cultura, di  Regione Puglia, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. 

Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro  fianco con i suoi volontari e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante  le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. 

Un grazie sentito anche al Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà in virtù  di un accordo di collaborazione. 

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il  contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata.  Le Giornate FAI di Primavera 2025 sono rese possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:  Ferrarelle Società Benefit, Partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, da quindici anni preziosa  sostenitrice dell’iniziativa e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani. Sarà inoltre presente nella lista dei luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) – esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo paesaggistico – e con la maison artigianale di Pontedera (PI), da oltre trent’anni polo di eccellenza nella produzione di  cioccolato di alta gamma Amedei. 

Fineco, tra le più importanti banche FinTech in Europa e principali reti di consulenza in Italia, ha fatto del sostegno  all’ambiente e alla cultura uno dei pilastri fondamentali della propria strategia di sostenibilità. Main Sponsor delle  Giornate FAI di Primavera dal 2020, la banca conferma anche quest’anno il proprio impegno nella cura del patrimonio  artistico e culturale, il cui valore è un asset strategico per lo sviluppo del Paese. 

Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e  le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, per il secondo anno Partner della Fondazione. Una speciale  collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza. Edison, azienda energetica con oltre 140 anni di storia, impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse  culturale e sociale presenti nel nostro Paese, è da sempre vicina al FAI. In occasione delle Giornate FAI di Primavera  consentirà ai visitatori di accedere allo splendido Palazzo Edison a Milano e alla Centrale Termoelettrica di Presenzano  (CE) da poco inaugurata.

Grazie anche a Italo, primo operatore privato italiano sulla rete ferroviaria ad alta velocità, Mobility Partner dell’evento,  che ha deciso di affiancarsi al FAI per promuovere una mobilità sostenibile, invitando i viaggiatori alla scoperta dell’Italia  più bella.  

Si ringrazia, inoltre, l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la speciale apertura dell’impianto e il prezioso sostegno  di Snaitech – proprietaria dell’impianto sportivo – che si rinnova dal 2018. 

Il FAI ringrazia la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta per la preziosa e duratura collaborazione, che  rappresenta un passo importante volto a coniugare la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale con un modello di  mobilità dolce, capace di valorizzare i territori e ridurre l’impatto ambientale. 

Grazie di cuore alle 133 Delegazioni, 106 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 16 Gruppi FAI Ponte tra culture,  e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 16.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente  formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti  dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità. 

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le  amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa. 

FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS – Puglia 

Presidente Regionale FAI Puglia – Saverio Russo – cell. 3334716890; savruss@alice.it 

Delegata Comunicazione FAI Puglia – Caterina Rinaldo – cell. 3385214582 – faipuglia.comunicazione@gmail.com