Il comune di Mesagne ha adottato come logo per una sua manifestazione un ritratto di Ubaldo Lay con cravatta e sigaretta accesa; la conclusione della manifestazione è prevista per il 19 luglio;

ora: il tabagismo secondo l' OMS causa 8 milioni di morti all'anno sul pianeta ;

risulta che la distribuzione della mortalità sia su base sociale (i più poveri) ed etnica (popolazioni asiatiche con particolari caratteristiche metaboliche, cioè acetilazione lenta); gravi i dati che riguardano la crescita del fumo nei giovani e nelle donne negli ultimi decenni;

le multinazionali del tabacco cercano disperatamente di mantenere i loro profitti inventando sigarette elettroniche e nuove tecnologie; per esempio il tabacco non bruciato ma riscaldato che avrebbe un "impatto sanitario potenzialmente ridotto"; terminologia subdola e pericolosa; si cerca cioè di ipnotizzare la opinione pubblica con la introduzione di definizioni fuorvianti mentre occorrerebbe dire: il tabacco che non brucia (forse) farà meno morti di quello che brucia! Sette milioni invece di otto? Non si sa.

Ma torniamo a Mesagne; noi non riteniamo utile una strategia proibizionista e tantomeno punitiva nei confronti degli sfortunati fumatori ; in corso di epidemia il governo ha omesso di affrontare la questione del fumo come fattore facilitante dell'attecchimento del contagio e della sua peggiore progressione clinica nei fumatori; nientemeno il responsabile Covid di Bari ha sostenuto pubblicamente che il virus preferisca aggredire il polmone sano e non quello del fumatore; in verità (come riferisce Marsilio Ficino) già nel '500 qualcuno proponeva di fumare per prevenire la peste…

Altri paesi (Sudafrica) hanno vietato la vendita di sigarette; approccio che non condividiamo (memori delle ricostruzioni storiche del grande medico e storico Giancarlo Arnao sul proibizionismo ) ; tuttavia un razionamento sarebbe stato possibile e utile: non un ingestibile divieto ma una riduzione della fornitura; sarebbe stato gestibile e utile per diminuire dipendenza e danno;

ma torniamo davvero a Mesagne; per eradicare la mala pianta del tabagismo (progetto a cui sono insensibili solo i produttori di merci mortifere nonché il ceto politico pronto ad accreditare false alternative come il tabacco che non brucia) occorre un grande impegno collettivo; come Mesagne usa una immagine evitabile anche l'aeroporto di Catania esibisce in permanenza una foto di Pirandello che fuma …

Sono immagini che producono danni? Gli esperti della comunicazione non sono del tutto unanimi, forse; la grande maggioranza pare orientata a rispondere positivamente alla domanda; bisognerebbe poi vedere se e quanti di essi sono in conflitto di interessi; possiamo però dire che, in particolare per il cinema e lo spettacolo, che le valutazioni sulle immagini di fumatori sono generalmente negative; ma anche l'elettroencefalogramma delle istituzioni non è proprio piatto; nei lontani anni ottanta del secolo soccorso, su nostra istanza, il comune di Bologna chiese scusa per un manifesto che ritraeva Vittorio Gasmann con una sigaretta accesa…Il comune disse : "non succederà più…"; speriamo succeda anche a Mesagne;

ora Ubaldo Lay, dispiace coinvolgere un personaggio "simpatico"; voce degli alleati nel 1943, dunque, in senso lato "uno dei nostri" nel senso dell'ampio fronte antinazifascista; simpatico in generale col suo impermeabile bianco e la sua astuzia investigativa; ma ci viene un dubbio : morto a 67 anni ; ci sarà un nesso tra morte prematura e fumo di sigaretta?

Ci sono tante sue immagini, perché usarne proprio una che "sdogana" come "normale" e quasi "affascinante" il fumo di sigaretta?

Conoscevamo certi eventi accaduti a Mesagne (una madonna che piange) che rimandano alla idea che si tratti di un luogo ricco dal punto di vista antropologico e psicosociale; un luogo "vivo" con una popolazione creativa e sensibile tipica della cultura mediterranea; non sapevamo invece che Mesagne facesse parte del circuito OMS città sane; ma davvero? In questo caso la gaffe "sigaretta" è una doppia gaffe.

Ci aspettiamo, dal sindaco e da chi ha scelto l'immagine, una autocritica o, quantomeno una dichiarazione di impegno per il futuro.

 

Vito Totire, medico del lavoro/psichiatra, portavoce Rete per l'ecologia sociale