Ricordiamo che la mafia non usa rivolgersi alla Magistratura.


Le osservazioni e le contestazioni delle associazioni ambientaliste al progetto di deposito di gas naturale liquido, da costruire su una banchina del porto di Brindisi (Costa Morena), non sono piaciute al presidente dell'AdSPMAM Patroni Griffi tanto da indurlo ad etichettare come "avvertimento mafiosetto" la riserva delle stesse associazioni di ricorrere all'autorità giudiziaria nel caso si ravvedano illegittimità ed illegalità nel procedimento.

Per avvalorare la bontà della scelta per Brindisi, il presidente menziona un analogo impianto in costruzione a Ravenna, di 20mila metri cubi e 40 operatori in fase di esercizio, a conferma che questo tipo di investimenti ha ricadute limitate nel tempo e prevede una occupazione stabile di modesta entità. Inoltre a differenza della localizzazione dell'impianto di Brindisi, ipotizzato in piena area di transito commerciale e passeggeri, quello di Ravenna si colloca in area industriale ed il relativo progetto include la costruzione di moli dedicati per l'attracco di navi gasiere, un investimento, cioè, che nulla toglie all'attuale offerta del porto romagnolo ma se mai aggiunge.

Il fatto che il presidente dell'AdSPMAM non guardi con simpatia alle associazioni ambientaliste, tanto da dubitare sorprendentemente persino della effettiva democrazia al loro interno, ci dispiace ma non ci preoccupa. Piuttosto ci preoccupa molto che egli le associ alla mafia sebbene cerchi di attenuare con un vezzeggiativo l'intento dispregiativo. Un intento che utilizza anche un non lontano sequestro da parte della magistratura leccese nella triste vicenda Xylella, poi revocato, che sarebbe colpa di "(certi) ambientalisti". E, forse, di questo passo, arriverà ad attribuire agli ambientalisti anche la responsabilità per la fame nel mondo e di qualunque altro disastro?

A noi non sembra che la mafia invochi controlli di legittimità e di legalità ma, anzi, che cerchi l'oscurità e il nascondimento per raggiungere i suoi scopi accaparratori di risorse pubbliche e private. E ci preoccupa che il presidente non consideri il valore profondo della partecipazione nei procedimenti amministrativi ed il ruolo della cittadinanza attiva, ormai previsto dalle norme comunitarie come essenziale ed indefettibile.

Il presidente dichiara inoltre che, nel caso del progetto Edison di Brindisi, la competenza sia statale, ma proprio questo è ciò che le associazioni hanno evidenziato considerando arbitraria l'istruttoria del solo rapporto di sicurezza, ai fini del rilascio del nulla osta di fattibilità da parte dei vigili del fuoco, che deve al contrario essere endoprocedimentale, all'interno cioè di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che non ci risulta avviata e che consentirebbe invece di giudicare la compatibilità complessiva dell'opera col territorio.

Nella reazione del presidente non si dice nulla in merito ai rilievi delle associazioni che evidenziano l'incompatibilità dell'impianto con la sua localizzazione a Costa Morena Est.

Per parte nostra continueremo a svolgere la nostra attività di controllo e di proposta, con mezzi propri della cittadinanza attiva e nonviolenta perché tutto si svolga alla luce del sole e nell'interesse della città e della provincia, ricordando che proprio alcune mobilitazioni popolari fermarono negli anni 2000 un progetto già deciso a livello nazionale e persino internazionale come il rigassificatore. E questo finché il porto non vedrà quel rilancio commerciale e turistico, che stenta ad emergere ormai da troppo tempo.

 

 

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