Tutti gli esseri umani hanno il diritto a un ambiente salubre; perché tutelare l’ambiente significa perciò stesso tutelare la salute.
Sia i diritti degli uni che quelli degli altri, però, sono oggetto di varie forme di aggressione, che provengono dall’alto e dal basso.
Perché quello in cui questo mondo è complessivamente immerso è un sistema di produzione e di distribuzione essenzialmente predatorio, nelle relazioni tra gli umani e tra gli umani e le matrici ambientali.
E’ un sistema ormai ampiamente radicato e praticato ad ogni livello della scala sociale; anche se con conseguenze, in termini di distruttività, proporzionate alle concrete possibilità che derivano ai vari soggetti, singoli e associati, dalla loro collocazione su quella stessa scala.
Ce lo stanno confermando, ogni giorno di più, anche la pandemia e le sue implicazioni sociali e culturali.
Per provare a contenere gli spiriti animali, di varie dimensioni, natura e voracità, a base di questo sistema, il diritto è arma troppo spesso spuntata, quando non proprio velleitaria.
Ciononostante, resta una delle pochissime a disposizione; in quanto tale, non è seriamente rinunciabile.
E’ per questo che discutiamo di diritto in relazione alla tutela ambiente e della salute pubblica, oltre che alla crisi climatica.
Con costituzionalisti, penalisti, attivisti e ricercatori parleremo di com’è ora il diritto in questi campi sterminati e vitali; ma anche e soprattutto di come potrebbe e dovrebbe essere per provare ad assolvere quel compito titanico nella maniera più seria.
Venerdì 3 novembre, alle ore 18:00