Contratti a termine al tempo del Coronavirus, oltre 28mila addetti “persi” in Puglia  Più di 6mila nella sola provincia di Lecce

Giannetto: “Dato eclatante, non rinnovare i contratti ora è come licenziare. 

Una mannaia per i giovani e non solo”

Se da un lato il blocco dei licenziamenti fino a fine marzo e la proroga della cassa integrazione per Covid stanno salvando molti stipendi, purtroppo per i contratti a termine non c’è evidentemente scampo: molti di quelli che erano in scadenza, non sono stati rinnovati. Lo confermano i dati diffusi dall’Osservatorio economico di Aforisma: oltre 28mila posti di lavoro sono andati in fumo in Puglia nell’ultimo trimestre per il mancato rinnovo dei contratti a termine, più di 6mila addetti “persi” nella sola provincia di Lecce. Sono dati eclatanti, ma ciò che fa ancor più rabbia è che parliamo di una situazione ampiamente prevedibile, che ora va affrontata con urgenza. 

Facciamo i conti da anni, nella nostra provincia, con un precariato dilagante. Continua a lievitare il numero di lavoratori e lavoratrici temporanei, a tempo parziale e interinali, come pure di altre forme di lavoro in subappalto. Un problema che riguarda moltissimi giovani, costretti a lavori saltuari e che oggi, in piena pandemia, si ritrovano senza adeguate protezioni e dunque a rischio. Ma non solo. In questa platea ci sono anche tante donne e i lavoratori over 50, che non sono pochi. Sappiamo che tra i 50 e i 60 anni ci sono scarse possibilità di trovare un impiego e se vieni espulso dal mercato del lavoro hai ben poche possibilità di rientrarci, se non con lavori occasionali e malpagati. Anche di queste situazioni, Governo e Regione devono farsi carico con urgenza. 

È chiaro che molti di questi posti di lavoro si sono persi nel settore turistico-ricettivo, dove incide il fattore della stagionalità, ma anche nell’agricoltura, nel commercio e nel manifatturiero. Ma a pagare un alto prezzo sono anche le attività artistiche, sportive e di intrattenimento, i cui operatori proprio in questi giorni sono scesi in piazza anche a Lecce. Per loro il ritorno alla normalità, almeno per il momento, rappresenta una chimera. Per questo è urgente garantire a tutta questa platea di lavoratori precari un reddito di emergenza e attivare tavoli anticrisi per discutere degli stanziamenti dello Stato e delle risorse derivanti dal Recovery Fund per aiutare chi oggi è ancora sprovvisto di tutele. Nessuno deve rimanere escluso.

Capitolo a parte merita la Sanità, che nell’ambito di questo studio, appare per ovvie ragioni “in controtendenza”. Parliamo di un settore che più di ogni altro, in questo momento, necessita di tutte le risorse utili – in primis quelle del Mes – a potenziare i reparti e il personale in servizio, le Usca, i servizi di telemedicina e a supportare la riorganizzazione dell’intera rete dei servizi sanitari territoriali chiamati a gestire questa pandemia.

 

Salvatore Giannetto

segretario generale Uil Lecce