“Attenti: nella nouvelle querelle (della quale non ne sentivamo il bisogno in un momento come questo) fra la Regione Puglia (Dipartimento Salute) e i medici di medicina generale (più conosciuti come medici di famiglia) chi ci rimette sono sempre i pazienti.
“Il 15% dei medici di base ha comunicato alle ASL di appartenenza che non intendono effettuare i test rapidi antigenici perché soggetti ‘fragili’, portatori di malattie croniche o in gravidanza. La risposta della Regione? Non puoi fare i tamponi, e allora ti sospendo da tutte le attività domiciliari. Vale a dire: ti penalizzo economicamente, perché non avrai più le indennità previste per le visite ai pazienti a casa.
“Francamente ci auguriamo che la disposizione punitiva sia stata scritta in tutta fretta e per questo invitiamo l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, in primis, e il direttore del Dipartimento, Vito Montanaro, a fare chiarezza… e nel farlo a riflettere. Per questo ci permettiamo di suggerire alcune domande sulle quali riflettere:
1) l’effettuare tamponi rapidi da parte dei medici di famiglia pu? essere resa obbligatoria con un’ordinanza del Presidente Emiliano? L’Accordo Collettivo Nazionale ne sancisce l’obbligatorietà? A me pare di no, nella maniera più assoluta! Essa è un’attività particolare che deve non solo coniugarsi con la sicurezza e con lo stato di salute del medico ma anche con la sua autonoma decisione da assumere in scienza e coscienza circa la possibilità di eseguire una prestazione tenendo in debito conto il proprio codice deontologico. A tal proposito rimando agli articoli 4 (libertà e indipendenza della professione), 5 (il medico non deve soggiacere a imposizioni) 12 (al medico è riconosciuta autonomia nella programmazione, nella scelta e nella applicazione di ogni presidio diagnostico e terapeutico) , 18 (il medico non pu? assumere obblighi che non sia in condizione di soddisfare) e 19 (il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, pu? rifiutare la propria opera);
2) è dato ordine alle ASL di verificare se quel 15% di medici è effettivamente in condizioni di fragilità e di maggiore suscettibilità alle infezioni. Chiedo a Lopalco e Montanaro: quali competenze hanno i Direttori generali nell’accertare lo stato di salute dei medici di medicina generale o dei pediatri di libera scelta? Nessuna, se lo fanno sarebbe un abuso;
3) a quel 15% di medici sarà impedita ogni attività al domicilio dei pazienti e nelle RSA? Chiedo a chi ha ipotizzato questo: i pazienti assistiti a domicilio da quel 15% dei medici di base che ha chiesto l’esonero dal fare il tampone rapido che fine fanno? Chi li assiste nelle ADP e nell’ADI o nelle richieste di visite domiciliari d’urgenza? Non vorrei che Lopalco e Montanaro non ci abbiano pensato!
“Organizzare e gestire la Sanità pubblica non è una gara a chi è più furbo o a chi è più potente e alza di più la voce. E’ un’attività politico-amministrativa serissima e sta chi dirige questa attività creare un clima collaborativo e favorevole alla produttività. Il dilettantismo e il ‘dispettismo’ non aiutano in tempi normali, figuriamoci in questo periodo”.