La salute è un diritto costituzionale non più garantito, chiamiamo tutti alla mobilitazione»
La Camera del lavoro di Brindisi sostiene l’iniziativa della Fp Cgil relativa alla proclamazione degli Stati generali della Sanità pubblica, privata e della salute mentale – fissata a Brindisi in piazza della Vittoria martedì prossimo (13 giugno) alle 18 – perché è inaccettabile assistere passivamente alla progressiva cancellazione di un diritto costituzionalmente garantito per i cittadini di questa provincia. Denunciamo da anni lo smantellamento della sanità nel Brindisino in ogni suo settore che ora sta toccando livelli insopportabili: mamme costrette a partorire in auto durante il tragitto per andare in ospedale in una provincia limitrofa perché il reparto di quello che hanno in casa è chiuso; pronto soccorsi ridotti all’osso, reparti previsti nel Piano di riordino ospedaliero mai aperti, reparti d’eccellenza da sempre che chiudono, medici e personale infermieristico in fuga, personale sanitario che non viene assunto nonostante l’estremo bisogno di professionalità. Sono solo alcuni terribili esempi di una situazione ormai fuori controllo per contrastare la quale chiamiamo a mobilitarsi tutti, non solo amministratori, politici, istituzioni, operatori del settore, ma anche e soprattutto quei cittadini-utenti che ogni giorno vedono calpestato e vilipeso un loro sacrosanto diritto: quello alla salute.
Gli Stati generali della sanità rappresentano un momento importante propedeutico a tutta una serie di lotte che la Camera del lavoro di Brindisi insieme con la Cgil e la categoria del Pubblico impiego stanno sostenendo sia sul piano locale, sia sul piano regionale con la manifestazione in programma il 15 giugno a Bari sul lungomare Nazario Sauro alle 10 dal titolo “Non toccateci la salute”, sia su quello nazionale con la grande manifestazione in programma a Roma il 24 giugno della CGIL insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche riunite nell’Assemblea ‘Insieme per la Costituzione’; in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale.
Dal piano nazionale a quello regionale non vorremmo che ad essere vittima sacrificale dei tagli – anche peggio di come lo è stata finora – fosse proprio la Asl di Brindisi ed i servizi offerti ai cittadini. La deriva imboccata col Documento di economia e finanza (Def) che riduce la spesa per la Sanità pubblica (la più bassa tra tutti i paesi europei), la storica sperequazione del Fondo di riparto per le regioni, quanto si vuol fare avviando il disegno di Autonomia differenziata, da parte del Governo nazionale rappresentano un colpo fatale inferto alla sanità pubblica. E tutto ciò si aggrava anche con la richiesta alle regioni di un piano di rientro per colmare dei buchi impressionanti.
Il Sistema sanitario nazionale però in questo modo rischia di essere completamente smantellato perché anziché essere distribuite e aumentate le risorse vengono ridotte ancora di più.
Nella provincia di Brindisi tutta questa situazione è ancora più grave. Vorremmo conoscere i dati relativi alla mobilità passiva infra regionale, ma anche quella infra provinciale, perché tanti brindisini sono costretti ad abbandonare il territorio se vogliono curarsi e moltissimi altri hanno già smesso di farlo.
Dalla chiusura del punto nascita di Francavilla Fontana – da cui nei giorni scorsi altri due medici sono scappati via – alla possibile chiusura di altri reparti come l’Utin (Unità di terapia intensiva neonatale, una eccellenza del territorio), le carenze nella medicina radiologica e interventistica; la possibile chiusura anche di Chirurgia. Ad ostuni, in più, se non bastasse, di fatto sono chiuse Ortopedia e Chirurgia generale ridotte ad attività ambulatoriali mattutine. Al Perrino, nonostante un investimento miliardario per un angiografo biplano (di cui ne esisterebbero due in Italia e 7 in Europa, pare), non è mai ripartita la radiologia interventistica (con tutto quanto consegue per le patologie tempo dipendenti della strock, ad esempio). E quindi cardiologia emodinamica, lo stato di emergenza dei pronto soccorso, la drammatica situazione del settore della salute mentale; la lista delle emergenze è infinita. Non c’è un comparto nella sanità brindisina dove non si riscontrino criticità. Per non parlare poi delle carenze di materiale e device che si stanno verificando in ogni reparto: dal mancato acquisto di macchine per ECG Holter nel DSS1 a quelli dell’emodinamica di Brindisi alla mancata sostituzione del cistoscopio flessibile in urologia etc.
La Cgil di Brindisi non può più tollerare questo stato di cose che nonostante tutte le denunce fatte non cambiano se non in peggio. I brindisini non possono vedere negato il loro diritto costituzionale alla salute. Per questo scenderemo in piazza nel capoluogo, protesteremo a Bari e manifesteremo a Roma e in questa battaglia per i diritti di tutti i brindisini ai brindisini chiediamo di sostenerci, partecipare ed essere numerosi, portare esperienze e suggerimenti. Occorre uno sforzo straordinario per cambiare questa situazione ma dobbiamo farlo tutti insieme.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi