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Il cortocircuito della sanità brindisina oramai si è innescato e sta producendo effetti deleteri su quel poco che resta delle strutture ospedaliere della ASL Brindisi. E come co-portavoce di Europa Verde della provincia di Brindisi non possiamo che unirci alle parole di denuncia aspre e dirette che il consigliere e commissario regionale di Azione, Fabiano Amati, e Mauro Vizzino, «Per la Puglia» stanno sollevando. Della serie: la provincia di Brindisi “Cenerentola” della Puglia. Ed è così: la salute dei cittadini della ASL Brindisi affidata al caso, ad un viaggio della speranza (quella di riuscire ad arrivare vivi) verso un nosocomio disponibile nelle province adiacenti di Taranto e Lecce, e svuotata del valore intrinseco che dovrebbe esserle riconosciuta perché trattasi di vite umane.
Gravissima la situazione e ancora più grave è il silenzio da parte del governatore, che durante la campagna elettorale del 2020 amava dire ai cittadini: “Sarò il Governatore di tutti i pugliesi, e non mi dimenticherò di Brindisi”.
Presidente Emiliano, ci spieghi oggi qual è il senso delle sue parole di allora, che suonano come una battuta di note stonate nell’armonia di un’intera regione che assiste altrove al sorgere di nuovi ospedali o il potenziamento di quelli già esistenti.
Ci faccia capire, Presidente Emiliano, se il costo del Piano di Rientro della Sanità Pugliese è per la gran parte a carico della ASL Brindisi. L’attuale direttore generale dott. De Nuccio, nominato con delibera di Giunta regionale il 10 agosto scorso, seppur da pochi mesi in servizio in provincia, denuncia le criticità del sottodimensionamento medico e chissà che questo 2024 non le porti giudizio.
Le ragioni di tale abbandono, trascuratezza e “distrazione” nei confronti dei pazienti brindisini a noi non è nota, ma non è più tollerabile quanto accade. Non per dire, ma era il dicembre 2022 quando come Europa Verde della prov. di Brindisi denunciavamo come i livelli assistenziali in provincia di Brindisi fossero già gravemente insufficienti e carenti. Dobbiamo forse supporre che i cittadini del brindisino vengano trattati diversamente da tutti gli altri perché coloro che hanno contribuito meno alla sua rielezione alla guida della Regione Puglia? Non possono e non devono essere cittadini e personale medico attualmente in servizio, sia ospedaliero sia medici di medicina generale, a pagare il prezzo di tagli insulsi e “disinvestimenti” che si stanno perpetrando da anni nella sanità brindisina.
Siamo consapevoli che agli occhi del Ministero della Salute sia la somma totale della spesa “pugliese” che determina la valutazione di efficienza della spesa sanitaria regionale, ma la ripartizione di questo totale non può avvenire avvantaggiando alcune province a danno di altre. La stessa mobilità passiva tra le provincie pugliesi determina, comunque, un danno all’intera offerta sanitaria regionale sovraccaricando le strutture che presentano una condizione di servizi al malato migliore, con effetti non diversi da quelli causati dalla mobilità passiva verso altre regioni. E a questo punto, presidente Emiliano, visto che in materia di sanità vige già lo status di “autonomia” rispetto al governo centrale, eliminiamole queste ASL differenziate per provincia, si centralizzi tutto in una ASL Puglia e si provveda tempestivamente a garantire un servizio sanitario equo e efficiente ovunque, anche per i pugliesi che vivono in provincia di Brindisi.
I co-portavoce di Europa Verde provincia di Brindisi
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