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“Emerge la crisi della sicurezza sul lavoro in Puglia: L’appello bipartisan della Presidente del Consiglio regionale”

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L’intervento della Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, all’inizio dei lavori della seduta del Consiglio regionale di oggi dedicato alla sicurezza sul lavoro.

Capone: “Una realtà inaccettabile. Serve un impegno bipartisan con investimenti per i controlli, la formazione  e contro il lavoro precario e i subappalti a ribasso”

Corrado Buttiglione 59 anni  (Gioia del Colle), Francesco Albanese 24 anni (Stornara), Angelo Cotugno 59 anni (San Marzano),Gianfranco Conte (37 anni Brindisi), Giuseppe Petraglia 40 anni (Mesagne), Mario Pisani  73 anni (di San Marzano di San  Giuseppe), Enzo Valente (45 anni Latiano). E poi i due giovani carabinieri Francesco Pastore 25 anni (Manfredonia) e Francesco Ferraro di 27 anni (Montesano).  No,  non è un  bollettino di guerra, ma sono padri e  figli pugliesi che in questi ultimi mesi  hanno perso la vita mentre lavoravano. Sono morti per portare il pane a casa o perché erano riusciti a realizzare il sogno di un lavoro stabile. Sono morti in fabbrica, negli stabilimenti, nei cantieri e addirittura per strada. E non c’è distinzione tra grandi o piccole aziende.  

I dati ufficiali Inail indicano che in Puglia da gennaio a marzo ci sono state 15 denunce di infortunio con esito mortale alle quali bisogna aggiungere le ultime tragedie citate. In Italia nei primi tre mesi dell’anno sono morti 191 tra lavoratori e lavoratrici. Solo ieri 5 operai nella provincia di Palermo hanno perso la vita mentre lavoravano nella rete fognaria. Sono numeri insopportabili, perché dietro questi numeri ci sono persone, famiglie. Dolori incolmabili. Qualcosa non funziona, le misure adottate sino a questo momento sono state insufficienti e non sempre applicate. La questione va affrontata senza ipocrisie e superficialità. Le aziende devono adottare tutte le misure previste dalla legge. La nostra viene considerata una delle migliori leggi in campo di sicurezza in Europa. Ma  non basta. Servono controlli e quindi più personale  che possa verificare il rispetto di questa legge. Ma soprattutto servono norme  per contrastare il lavoro precario e i subappalti al ribasso. E poi serve investire sulla formazione, il personale va formato. Le nuove procedure, la nuova tecnologia implicano una formazione continua, la cultura della sicurezza deve diventare patrimonio e garanzia per ogni lavoratore e lavoratrice.

Il presidente della Repubblica Mattarella ha parlato di uno stillicidio inaccettabile. “Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre – ha detto il capo dello stato – Mille morti sul lavoro in un anno, (riferendosi al 2023) rappresentano una tragedia inimmaginabile”.

Per questo faccio appello a tutte le forze politiche presenti in aula in consiglio regionale, convinta che stiamo sostenendo tutti la stessa battaglia, affinchè si facciano portavoce nei loro partiti e movimenti per intraprendere un’azione comune a sostegno della sicurezza sul lavoro. Deve essere una battaglia bipartisan e sono convinta che nessuno si tirerà indietro.


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