“Il governo Meloni avalla le scelte di puro profitto che spingono Eni a chiudere lo stabilimento di Brindisi. L’esecutivo si rifugia nello slogan di ‘non disturbare chi vuole fare’ ma questo è valido solo per alcune imprese, quelle orientate al mercato finanziario. Le altre infatti si trovano a dover subire il calo della produzione industriale da ben 23 mesi a causa di scelte assurde del centrodestra di tagliare gli investimenti pubblici, di non adottare misure contro il caro energia, di incentivare la distribuzione degli extraprofitti rispetto al reinvestimento produttivo per accrescere la produttività e il lavoro dignitoso. Chiediamo al ministro Urso di bloccare il progetto Eni relativo alla chiusura dell’impianto petrolchimico di Brindisi, e di garantire investimenti nella prospettiva della transizione, della competitività e della tutela ambientale. È fondamentale giungere subito a un accordo di programma che preveda garanzie ai lavoratori, 1405 tra diretti e della filiera, la riconversione del territorio e soprattutto il rilancio industriale green della città di Brindisi. Chiediamo a tutti i parlamentari della Puglia, anche di centrodestra, di unirsi in questa battaglia contro una continua desertificazione industriale, e a difesa del lavoro e dell’economia pugliese”. Così in una nota Mario Turco, senatore e vicepresidente M5S, Leonardo Donno, deputato M5S e coordinatore regionale Puglia, e Roberto Fusco, consigliere comunale M5S del comune di Brindisi, presenti oggi all’incontro con i sindacati e i lavoratori dello stabilimento Eni di Brindisi.