Ormai  è un Paese di precari, a rischio  6 mila posti di precari , anche degli   Uffici  del  Processo di Brindisi  e Lecce.

Anche  la  Giustizia, il mondo dei  Tribunali, dei processi  e operatori,del personale, fa i conti  con il Precariato ,  un “pianeta” ormai  dilagante, variegato, che viene  utilizzato da qualcuno   per “ giustificare”, ribadire che il  “ lavoro c’è”.

Invece, il precariato, è  “ un nemico importante” di chi, nel lavoro, cerca sicurezza, tranquillità, stabilità.

C’è  rabbia e sconforto  in migliaia di lavoratori  assunti,  a tempo determinato , nell’Ufficio per il Processo, previsto dal PNRR ; questi lavoratori  rischiano seriamente , dal giugno 2026, di rimanere senza occupazione, non ci si può permettere   di perdere ulteriori posti di lavoro in un contesto molto preoccupante.

E  venerdì 31 gennaio è stato un giorno pieno di iniziative e scioperi, a  cui hanno anche aderito  gli   Uffici di  Brindisi e Lecce. Significativa l’astensione a Lecce e Brindisi, di cui era stata data comunicazione in una missiva inviata al presidente della Corte d’appello di Lecce Roberto Carrelli Palombi, ai presidenti dei tribunali di Lecce Antonio Del Coco e di Brindisi Vincenzo Scardia, alla dirigente Alessandra Scrimitore, ai direttori e ai colleghi.

Un’iniziativa  “ a largo raggio”, con un obiettivo ben preciso : chiedere una completa  stabilizzazione per tutti, per gli  8.980 precari, e non quella parziale di sole 2.660 unità prevista dalla manovra di bilancio 2025. “

“Una simile  previsione è del tutto inadeguata ed insufficiente rispetto alle effettive esigenze degli uffici giudiziari, nonché al mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi raggiunti, come dimostrato dalle relazioni periodiche sull’amministrazione della giustizia” si legge nella lettera, nella quale la manovra viene definita come “sprezzante dell’impegno e del lavoro profuso da chi, nonostante la precarietà del ruolo, ha accolto con entusiasmo e dedizione la la sfida di questa nuova figura”.

Seguiremo questa vicenda  e ci auguriamo che, presto, siano trovate delle soluzioni.

Lo diciamo da sempre,  la politica  deve essere  “meno burocratizzata” e più umana…..