Non è una  sconfitta, si consideri  la cultura, ora più che mai, l’elemento più trainante di  sviluppo.

Sì, c’è delusione,  alzi la mano chi,sino ad un minuto prima della proclamazione ufficiale  della CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2027, non ci ha creduto, non ha sperato,  almeno per una volta, in una  vittoria da ricordare, che  poteva, almeno per qualche giorno, allontanare i brutti pensieri, ma per poi  ripartire alla grande, nel  riconoscere a  Brindisi   ogni ”valore virtuoso”( che è poi   appartenenza, impegno, comunione di intenti, sinergie).

Così  non è stato, ma  non è un dramma, perché, come purtroppo  si sta ( se ancora ce ne fosse bisogno…) vedendo, i drammi sono altri,di  chi ( proprio a Brindisi) rischia  di perdere il posto  di lavoro, di chi  l’ha già perso, di chi attende  risposte concrete sul proprio futuro.

E, chissà, quelle risposte avrebbero potuto avere delle risposte anche da un riconoscimento che, indubbiamente, avrebbe avuto un  “impatto globale  e significativo” su una città che è  alla  “ perenne ricerca di se stessa”.

Già, la  “ Brindisi a due facce”, tra , appunto, “Navigare verso il futuro”, e  una crisi industriale – occupazionale che è sempre più attualità, preoccupazione, mancanza  di serenità-.

Non è  un dramma, non può essere un dramma, perché, al di là dei progetti ( che possono ricevere o meno riconoscimenti ufficiali), sono le persone, le risorse  umane, a “ fare la differenza”.

E  non si offendano  le istituzioni : al di là del grande impegno messo in campo  dall’ Amministrazione  Comunale   e il Sindaco  Marchionna( a cui va dato  atto  di averci sempre creduto, nonostante l’ennesimo, ma cruciale  periodo difficile  per Brindisi) sono  soprattutto  i cittadini,  le  associazioni,  ad  essere vincenti, attraverso il connubio  arte- cultura, le rassegne  ed eventi,  il consolidamento  anche  del mondo del volontariato. 

Questo  da sempre, lo dicono i fatti, indiscutibile, a fronte, conviene ribadirlo, di  uno scenario   sociale. occupazionale ed economico, che “ grida vendetta” e sperava, spera  nel salto di qualità della  cultura.

BRINDISI  CAPITALE  DELLA CULTURA,  sarebbe  stato  un  “grandissimo arricchimento” ( non sicuramente  la soluzione di tutti i problemi)  ad un percorso culturale già avviato, che, su scala nazionale ma non solo, mette già Brindisi ai primi  posti.

Ma da  qui bisogna ripartire, e sperare, naturalmente, in fondi, finanziamenti governativi i, per sostenere  Brindisi, per  una  cultura  che  è valore  e, a tutte le latitudini, va sostenuta, tutelata, consolidata.

Sì, CULTURA – OCCUPAZIONE –ECONOMIA – AMBIENTE, possono  andare, una volta per tutte, di pari passo, ma ci vuole l’impegno di tutti,anche di una politica più incisiva e meno litigiosa,   e non essere  “ossessionati”, in ogni caso( e al di  là  ad esempio  dei cambiamenti  o proclami, fate voi, annunciati  da  ENI VERSALIS) , da una crisi  industriale  già iniziata .

FORZA  BRINDISI