Il protocollo d’intesa sottoscritto al MIMIT lunedì 10 marzo 2025, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, dalla Regione Lombardia e di alcune sigle sindacali, ma non dalla CGIL né dalla Regione Puglia, riguardante la vertenza ENI VERSLIS, ha il merito di avviare un dialogo e di mettere in luce alcune priorità.
Tuttavia, rappresentando un accordo tra due parti specifiche, non coinvolge direttamente tutte le realtà dell’indotto, il che potrebbe generare frizioni, soprattutto se non si aprirà un tavolo che includa tutte le voci interessate. Da un lato, la sottoscrizione dell’accordo potrebbe costituire un punto di partenza per negoziare soluzioni, ma dall’altro, rischia di non risolvere pienamente le problematiche se non si considerano tutte le dimensioni della vertenza.
In questo contesto, sarebbe fondamentale coinvolgere i rappresentanti sindacali eletti nell’indotto e le loro segreterie, al fine di garantire che tutte le voci dei lavoratori siano ascoltate e tutelate.
La creazione di un tavolo di monitoraggio, che comprenda anche una panoramica delle aziende e dei lavoratori coinvolti, permetterebbe di seguire costantemente l’andamento della vertenza e di intervenire tempestivamente in caso di problematiche.
Questo approccio non solo rafforzerebbe la trasparenza e la partecipazione, ma consentirebbe di costruire un consenso più ampio tra tutte le parti interessate.
Un tavolo di monitoraggio potrebbe, inoltre, rappresentare uno strumento utile per prevenire future crisi o tensioni, garantendo una gestione più efficace e condivisa della situazione.