BARI – Crollano i prestiti alle imprese pugliesi. I finanziamenti sono diminuiti di oltre un miliardo di euro in appena un anno. A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati della Banca d’Italia per monitorare l’andamento degli impieghi erogati alle aziende. In particolare, da agosto 2013 ad agosto di quest’anno, lo stock dei prestiti è sceso da 23 miliardi 660 milioni euro a 22 miliardi 558 milioni. La flessione è del 4,7 per cento.
La crisi finanziaria ha allentato la morsa sugli Stati e sugli istituti bancari, ma non sulle imprese. Da tempo, nei Paesi periferici dell’Euro-zona, gli spread sono sensibilmente calati e la raccolta di capitali a tassi più bassi dimostra che la situazione è migliorata, sia nel breve che nel lungo periodo, grazie al sostegno della Banca centrale europea. Tuttavia, non si vedono ancora ricadute positive sulle aziende, soprattutto su quelle di piccole dimensioni. I rubinetti del credito, infatti, restano tuttora chiusi. Negli istituti bancari si sta inceppando l’ingranaggio principale per sostenere l’economia reale.
In un anno si registrano lievi riprese nei mesi di gennaio (+1,9 per cento), giugno (+0,5) e luglio (+0,4). Tutti gli altri sono negativi.
«L’analisi di questi dati elaborati del nostro Centro studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dimostra che persistono grosse difficoltà nell’accesso al credito, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese». Tant’è che, in Puglia, la «fetta» più cospicua dei finanziamenti (16 miliardi 377 milioni) è stata destinata alle imprese con più di venti addetti; mentre la restante parte dei prestiti (6 miliardi 181 milioni) a quelle di minori dimensioni. «Se si ha riguardo al fatto che in Puglia, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, le imprese con meno di dieci addetti rappresentano il 96,1 per cento del totale e quelle con meno di venti addetti addirittura il 98,7 per cento, si comprende perfettamente come la gran parte del nostro tessuto imprenditoriale non venga irrorato affatto da queste risorse. Nonostante l’instancabile intervento di strumenti mutualistici, come i consorzi fidi, che hanno assicurato a tantissime micro e piccole imprese l’accesso al credito – conclude il presidente – ancora troppi sono gli imprenditori del tutto tagliati fuori».
Suddivisione per province. Bari scende del 3,4 per cento (da dieci miliardi 590 milioni a dieci miliardi 230 milioni); Barletta-Andria-Trani del 3,7 per cento (da un miliardo 869 milioni ad un miliardo 799 milioni); Brindisi del 5,4 per cento (da un miliardo 488 milioni ad un miliardo 408 milioni); Foggia del 6,9 per cento (da quattro miliardi 74 milioni a tre miliardi 794 milioni); Lecce del 7 per cento (da tre miliardi 650 milioni a tre miliardi 396 milioni); Taranto del 2,8 per cento (da un miliardo 986 milioni ad un miliardo 929 milioni).
Tasso di riferimento per il credito agevolato. Ancora una diminuzione a novembre per il tasso di riferimento per il credito agevolato ad industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile. Si attesta al 2,63 per cento. La flessione è dello 0,15 per cento (era al 2,78 per cento nel mese precedente). Viene così stabilito il nuovo livello minimo assoluto del parametro. Questo è il nono mese di diminuzione consecutiva. Prima di questa lunga serie di ribassi, il precedente limite minimo risale ai mesi di agosto e di novembre del 2005, quando il valore del tasso di riferimento era al 3,95 per cento.