Bari – Le aziende pugliesi versano mezzo miliardo di euro per l’imposta sul reddito delle società (Ires). Rispetto all’anno precedente, il gettito è diminuito di circa 40 milioni, pari al 7,4 per cento (l’anno prima sono stati versati 539 milioni). A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati del Dipartimento delle Finanze.
In particolare, sono state presentante 57.947 dichiarazioni, pari al 5,28 del totale nazionale (1.097.413). L’anno prima ne erano state presentate 57.278. Si registra, dunque, un aumento dei modelli Ires inviati al Fisco (669 in più, pari all’1,2 per cento). Per alcune società di capitali il periodo d’esercizio non coincide con l’anno solare e, perciò, il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno d’imposta 2012 è stato settembre 2014.
Il reddito d’impresa medio è di 67.773 euro, in calo del 6,4 per cento rispetto all’anno prima (72.388), mentre la perdita media è di 55.865, in aumento dell’1,1 per cento (55.245 nell’anno d’imposta 2011).
Le società hanno dichiarato un imponibile di un miliardo 820 milioni, registrando una flessione del 7,4 per cento, rispetto all’anno precedente (un miliardo 965 milioni). Considerato l’incremento delle dichiarazioni, il reddito imponibile medio è sceso da 63.945 euro a 59.594 (meno 4.351 euro), pari ad un tasso negativo del 6,8. Stesso calo per l’imposta media da 17.545 a 16.357 euro (meno 1.188 euro).
In Puglia, le società che hanno aderito al «regime consolidato» sono state 340 (erano 343). Quelle consolidanti sono state 87 (erano 82). Il consolidato fiscale, introdotto nel 2004, è una modalità di tassazione concessa ai gruppi societari che consente di compensare ai fini fiscali i redditi e le perdite delle diverse società appartenenti al gruppo.
«Il monitoraggio effettuato dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – conferma le tendenze già evidenziate dalle dichiarazioni Irap. Anche per quanto riguarda l’Ires, infatti, il numero delle dichiarazioni cresce, ma nel contempo assistiamo ad un netto calo del reddito medio dichiarato associato ad un incremento delle perdite, il che non è certo un dato confortante. Insomma – spiega il presidente – anche se le società che pagano l’imposta aumentano, il risultato è che, paradossalmente, il gettito diminuisce sensibilmente.
La riforma fiscale, prima annunciata e poi sospesa, è sempre più una priorità – conclude Sgherza – a patto che contenga non soltanto misure palliative, ma una reale riduzione della pressione fiscale ed un’altrettanto incisivo intervento sul fronte della semplificazione» .
Tabella di raffronto anni 2012 e 2013